mercoledì 1 novembre 2023

PUPI DI ZUCCARU. Canta Antonio Zarcone


Musica di Antonio Zarcone Parole di Piero Carbone Alla fisarmonica Angelo Sanfilippo * Canzone eseguita a Caltanissetta il 29 ottobre 2023, presso la sala conferenza di Sicilbanca, in occasione dell'evento “Lu jornu di li morti”, organizzato dal Lions Club nisseno e dal Distretto 108 Yb Sicilia del Lions Club International. * Testo I Stanotti mi sunnavu muscardini, pupi di zuccaru e cannistra chini, Un angilu di zuccaru arridiva lu sonnu era duci e ma' finiva. San Giorgiu a cavaddru cummattiva di zuccaru Orlandu chi curriva. Sti cosi mi li vinniru a purtari li morti ca mi vinniru a truvari. Ritornello: Pupi di zuccaru, zuccaru e meli, faciti duci li me pinzeri. II Quann'era picciliddru ci cridiva, la notti p'aspittalli nun durmiva ma finarmenti quannu m'agghiurnava truvava li cannistra e li rigala. Purtavanu viscotta e cucciddrati fastuchi bomboloni e canniati. Cannistra di nucàtuli e taralli, di marturana, nuci e partualli. Ritornello: Pupi di zuccaru, zuccaru e meli, faciti duci li me pinzeri. III Filici era, aspittava un annu, era carusu e jiva dicennu: Sintiti, vi dicu la Virmaria, oh morti santi, viniti nni mia. Ora ca sugnu granni nun ci criju, si ci cridissi mi sintissi un diu, calassiru di n celu tempu nenti li santi morti pi farimi cuntenti. Ritornello: Pupi di zuccaru, zuccaru e meli, faciti duci li me pinzeri.

sabato 26 agosto 2023

ROSA CHI FA? A Licata per il concorso "Ricordando Rosa"

Tra le canzoni anche la mia, “Rosa chi fa?” Cantata da Giusy Romano e arrangiata da Angelo Apa




Per seguire la diretta: su Lanterna TV


 

domenica 9 aprile 2023

venerdì 31 marzo 2023

PARTECIPAZIONE AGLI AUGURI DELLA PRO LOCO. Teatro Regina Margherita di Racalmuto

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https://www.canicattiweb.com/2023/03/29/racalmuto-gli-auguri-pasquali-della-proloco/

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La Pro Loco vuole estendere gli Auguri Pasquali a tutta la comunità racalmutese e a quanti la seguono, con l’occasione vorrà ringraziare tutti i soci e coloro i quali, in vari modi hanno collaborato e contribuito alla realizzazione delle attività svolte comprese Istituzioni e Associazioni. 
Nella serata interverranno il poeta Benito Cacciato e lo scrittore Piero Carbone che leggeranno brani tratti dalle proprie opere letterarie. Verrà proiettato un breve messaggio “Terra Madre” del progetto “Cilio degli Emigrati”. 
Saranno presenti gli ospiti di intrattenimento “I Doppiocanto” con musiche e animazione. La serata sarà coordinata dal Presidente della locale Pro Loco Angelo Lo Giudice insieme al vicepresidente Piero Baiamonte e il promoter Calogero Giangreco con tutto il Direttivo della Pro Loco, saranno presenti in rappresentanza delle istituzioni il sindaco Vincenzo Maniglia, il Presidente del Consiglio Falco Carmelo e l’Assessore alla cultura Ivana Mantione.

lunedì 6 marzo 2023

mercoledì 8 febbraio 2023

NEL NOME DI PADRE CIPOLLA. Riapre il Centro Diurno a lui intitolato

 





 

Padre Giuseppe Cipolla

Racalmuto, 21 giugno 1871 - 25 maggio1930

 

Notizie storiche

 



Padre Giuseppe Cipolla è stato un sacerdote attivo su più fronti e sensibile ai nuovi orientamenti della dottrina sociale della Chiesa pertanto ha intrapreso molte iniziative pastorali, sociali e caritatevoli. 


Nato a Racalmuto nel 1871 ha compiuto gli studi presso il seminario vescovile di Caltanissetta. Dopo l'ordinazione sacerdotale avvenuta il 22 settembre 1895 ha ricevuto l'incarico di svolgere la sua azione pastorale a Racalmuto dove ha dato impulso al culto dell'Immacolata mentre infuriava il modernismo;


ha realizzato un'affittanza collettiva tramite una Cooperativa acquistando il feudo di "Sciumiscia" e ripartendolo in piccoli appezzamenti ai contadini che avrebbero dovuto riscattarli senza interessi;

 

inizierà i lavori di ampliamento della chiesa San Francesco prendendosi cura materiale e spirituale dei ragazzi dell'omonimo quartiere particolarmente povero;

 

è stato tra i protagonisti dell'occupazione del feudo di Villanova all'indomani della Grande Guerra;

 

lo ritroviamo tra i promotori dell'Azione Cattolica e tra i fondatori del Partito Popolare a Racalmuto;

 

è stato fedecommissario dell'Ospedale "Maria SS del Monte" voluto dal filantropo Ferdinando Martino;

 

ha acquistato e riattato a sue spese l'antico Castello Chiaramontano ridotto a un "caseggiato diruto" per ospitarvi un "Asilo Infantile e Pia Scuola di lavoro Maria SS Immacolata" in favore degli orfani di guerra e dei ragazzi più poveri del paese. 


Un Comitato Racalmutese lanciò un appello ai concittadini d'oltre Oceano per contribuire alla causa sostenendo che un "generoso Sacerdote" ovvero Padre Cipolla aveva speso fin'allora "più di trenta mila lire", inoltre con atto di donazione redatto dall'avv. Giulio Regolo di Genova "questo sacerdote" dotava la Pia Scuola di un patrimonio iniziale 60.000 lire nominali in certificati creditizi "da intestarsi all'Ente". Il giornale "L'Ora" dell'1 novembre 1928 riporta una cronaca della trionfale apertura dell'Istituto di Educazione voluto da Padre Cipolla.

Infine, è stato Presidente nel 1904 della Piccola Industria Maria SS. Immacolata e dell'omonima Cassa Agraria Sociale costituita nel 1909 con lo scopo di combattere lo strozzinaggio usuraio, permettendo ai contadini di comprare le sementi tramite piccoli prestiti concessi ad un tasso di interesse inferiore ai depositi e "pagando la differenza con il forte guadagno che ne veniva dallo sfruttamento di una miniera di zolfo sita in contrada Dammusu appartenente alla famiglia di P. Cipolla" come si legge sul giornale racalmutese "La Lince" in un articolo di Totò Liotta del 1964.

Il fallimento della Cassa Agraria detta semplicisticamente ma impropriamente "la Banca di Patri Cipuddra" travolgerà tutte le altre iniziative consegnandole all'oblio e riservando a padre Cipolla una cattiva fama.

In conseguenza di ciò, l'attivo e dinamico Padre Cipolla, avvilito, poco coadiuvato dal clero locale, anche se benvoluto dai vescovi Blandino e Lagumina si ritirerà in campagna, in contrada "Roveto Scaccia".

Appena cinquantanovenne, farà ritorno in paese il suo corpo senza vita su un carro seguito da alcuni contadini e dal cugino che cavalcava una giumenta baia. L'arciprete Alfonso Puma lo ha definito "sacerdote integro... uno dei più degni sacerdoti nella storia di Racalmuto".

La sua vicenda merita indubbiamente approfondimenti e verifiche storiche ma è indubitabile che

essendo di famiglia agiata è stato nelle condizioni di fare lasciti e donazioni, come la casa di via Cesare Cantù che a tutt'oggi viene adibita ad attività sociali e che opportunamente gli viene intitolata.

                                                                                                        Piero Carbone

         

 

giovedì 26 gennaio 2023

SE N'È ANDATO MARIO GALLO. Ci resta il profumo del suo ricordo

Ci ha lasciati Mario Gallo, un signore e fine letterato. Punto di riferimento e stimolatore culturale soprattutto con la sua rivista siculo-fiorentina “Lumìe di Sicilia”. Un amico speciale come lui sapeva essere. Ammirevole, sotto il profilo umano e culturale. Con la sua ironia e i suoi aforismi ci regalava sapienti riflessioni. Sapeva guardare lontano. 

Una grande perdita. Nel ricordarlo mettiamo a frutto il suo esempio. Non disperdiamo la sua eredità. Un pensiero va alla sua adorata Maria Teresa che qualche anno fa l'ha preceduto e con la quale ha vissuto un'armoniosa storia d'amore e di condivisione. 

Qui di seguito, la delicata e panoramica testimonianza del figlio Giampiero.



  

Mario Gallo 14 aprile 1930 - 26 gennaio 2023



…fu sorpreso dai suoi novant’anni e con la vita avrebbe ancora giocato
Una lunga vita, ancora da giocare, visto che il 17 dicembre aveva “chiuso” l’ultimo numero, il 170, della rivista Lumie di Sicilia, inviata ai suoi collaboratori e lettori quando era già in ospedale.
Una lunga vita, soprattutto avendone vissuto tre, la maggior parte insieme alla sua compagna di cinquantasette anni meno un giorno, "scendendo, dandole il braccio, almeno un milione di scale".

La prima, nella culla trapanese, da una stirpe di maestri calafati provenienti nel Seicento da Genova, che ha sempre considerato con orgoglio i suoi quarti di nobiltà, sul cui blasone raffigurava le mani di suo nonno, spaccate dalla pece bollente e le balle di stoppa su cui "Mastru Petru" lo faceva addormentare.

A Trapani ha scoperto e coltivato il suo spirito curioso, ha sviluppato il suo intelletto: maturato a 16 anni al Liceo Ginnasio Ximenes, laureato a 20 in Giurisprudenza. Ma, soprattutto, è stato elemento integrale di quella stagione felice del repubblicanesimo trapanese animata da giovani idealisti, intraprendenti, innovatori, di Borgo Annunziata: una stagione della quale è stato custode geloso e cantore appassionato.

Queste sono state le amicizie di una vita, una tra tutti, quella con Nino Montanti, l’unico che menzioni qui per includere tutti quei quattru picciotti del “Passo dei ladri” riuniti al Circolo Mazzini per dargli il saluto verso la Scuola di Commissariato militare settant’anni fa, una carta costituente alla quale è riandato costantemente negli anni per rinsaldare lealtà alla fede laica, per confermare un’identità di rigore intellettuale.

La seconda, quella dell’esilio e di un lavoro mal sopportato, ma svolto con integrità e competenza fino a quel titolo di Generale che in fondo viveva con ironia, è stata animata dalla consapevolezza che nella vita si stringono i denti e si va avanti. Sacrifici da fare – loro, progenie di generazioni abituate alle privazioni - risultati da ottenere, con poco spazio alla gentilezza verso se stessi e nessuna concessione all’autocommiserazione.

Una vita di peregrinazione, questa seconda vita, in quelle che ha sempre considerato terre straniere, Bolzano, Verona, di nuovo Bolzano e poi Firenze, questa – ebbe a dire – scelta su spinta di mia madre, perché potesse offrire maggiori opportunità per me. Ha provato, per dirla alla rovescia di Dante, come il pane altrui non sapesse del sale delle sue Saline, e che solo allo sbarco dal traghetto della Tirrenia tutto riguadagnasse sapore e colore.

La terza, quella della rinascita, gli ha permesso, dal 1989, di potersi dedicare alla passione di una vita, la scrittura e lo scrivere di quegli ideali giovanili e di quella terra, nella cui lingua ha sempre sognato. La scrittura gli ha permesso di esplorare il mondo digitale, addentrandosi a volte in cose impegnative, dalle quali lo districavo con rimproveri che mai ne intaccavano la curiosità. Un digitale quasi nativo, scherzavamo, anche in questi ultimi giorni legato a WhatsApp e al Web.

In questa terza vita, condotta, poi negli ultimi dieci anni sentendo il vuoto ad ogni gradino - sempre citando Montale, ha ristretto e concentrato i suoi interessi e il suo perimetro, rifugiandosi nelle tre-quattro attività che lo facessero sentire vivo, tra tutte la sua rivista arrivata a 170 numeri, artigianali ma interessanti, il guizzo negli occhi ogni qualvolta ci fosse una novità siciliana o una visita di nipoti, e le partite di burraco a Baglio Augugliaro o online (con quelli più bravi, per scelta sfidante); progressivamente angustiandosi delle cose del mondo, dalla pandemia alla guerra, al vedere un ritorno di quei fascismi contro i quali si era permanentemente vaccinato in tempi di adolescenza. 
La Sicilia era una metafora, per dirla con Sciascia, non solo un luogo, ma anche un modo di essere, uno stato d’animo che lo ha accompagnato, lo ha identificato: un siciliano un po’ calvinista, formato da una mazziniana idea che i diritti sono frutto dei doveri compiuti.

A conclusione, ma forse a sintesi, di queste tre vite, da ultimo, da non credente, ha dato testimonianza dell’umanesimo che animava la sua visione: abbiamo una evoluzione che ha un inizio e una fine e, quando hora ruit, è inutile affannarsi a prolungare una parabola; per quello che andava fatto, il tempo è stato riempito e, aggiungo io, è stato riempito bene. 
"Aiutami ad uscire da qui", ma prima ha voluto giocare “alla memoria” richiamare alla mente persone e situazioni, una sorta di chiamata intorno al proprio letto per essere accompagnato a questa uscita, compiuta con grande dignità e dando a noi la possibilità di renderci conto di quanto stava accadendo.

Dov’è Mario? dorme, anche lui, sulla Collina.

mercoledì 11 gennaio 2023

RASSEGNA STAMPA. "La Sicilia" - Lunedì 9 Gennaio 2022. Agrigento e Provincia

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Articolo di Enzo Minio su Ripost.it




"...Nella provincia di Agrigento negli anni si sono sempre distinti artisti, pittori, poeti, scrittori, registi, musicisti, artigiani, docenti, fotografi di altissimo livello culturale ed artistico che hanno dato lustro all’Isola e che continuano a rappresentare la Sicilia nel mondo. Quasi tutti sono rimasti nella loro terra, non hanno lasciato la Sicilia e oggi vi operano fattivamente con il loro sapere. Questi i lavori, le attività, le opere e lavori realizzati nell’anno che si è appena concluso..." Enzo Minio

lunedì 9 gennaio 2023

PREMIO FIMIS 2022 (POESIA) - N. Macaione ("Spazio Cultura") consegna tar...


Lancio della notizia COMUNICATO STAMPA delle Associazioni Culturali “Studio 71” Palermo e “Friends Of Isola delle Femmine -Pittsburg” Venerdì 16 Dicembre 2022 alle ore 16:30 presso l’Hotel Eufemia di Isola delle Femmine, Via Nazionale n. 30, verranno consegnati i premi: FIMIS 2022 “Una vita per l’Arte” La giuria del premio, alla sua XV edizione, anche quest’anno ha voluto assegnare l’ambito riconoscimento a personalità che si sono distinte per il loro impegno nel mondo delle arti, della scrittura, della fabbrilità, nella ricerca e nel sociale. Il Premio è stato conferito: per la Pittura a Andrea Volo; per la Scultura a Calogero Barba; per la Fotografia a Melania Messina; per la Poesia a Piero Carbone; per l’Attività Culturale al Museo Internazionale delle Marionette “A.Pasqualino”; per l’Incisione a Giovanni D’Alessandro; per la Comunicazione a Felice Cavallaro; per la recitazione a Sergio Vespertino; per l’Attività sociale a “Diving Center Saracen”; per la Musica a Giuseppe Milici; per la Critica d’Arte ad Aldo Gerbino; per il Territorio a I.C. Statale “F.Riso”; per il Teatro al Teatro Stabile Biondo Palermo; per la Ricerca Scientifica a Anna Grassellino; Premio speciale per le attività sociali a Renato Costa. Add. stampa e p.r. Mariella Calvaruso