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| http://www.agrigentonotizie.it/cronaca/andrea-camilleri-gravi-condizioni-racalmuto-ha-dimenticato.html |
Blog di Piero Carbone (da Racalmuto, vive a Palermo). Parole e immagini in "fricassea". Con qualche link. Sicilincónie. Sicilinconìe. Passeggiate tra le stelle. Letture tematiche, tramite i tags. Materiali propri, ©piero carbone, o di amici ospiti indicati di volta in volta. Non è una testata giornalistica. Regola: se si riportano materiali del blog, citare sempre la fonte con relativo link. Contatti: a.pensamenti@virgilio.it Commenti (non anonimi). Grazie
Visualizzazione post con etichetta Teatro Margherita. Mostra tutti i post
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martedì 18 giugno 2019
AUGURI A CAMILLERI DI UNA PRONTA RIPRESA. I giornalisti fanno notare chi li fa e chi non li fa
lunedì 29 aprile 2019
SULL'ESITO DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI RACALMUTO. Commento su commento, per scongiurare la commentite
P.S. Concludere in modo sbarazzino e "sgherzoso" cotanta analisi citando in coda il poeta satirico, "un altro vincitore" tra i vincitori della campagna elettorale, sembra un espediente stilistico per distrarre più che una conclusione ragionata e utile per il paese.
N. B.
Per sostanziare di fatti, comportamenti e ragionamenti il mio commento sul commento o controcommento scorra, se ne ha vaghezza, i vari Post di questo Blog attraverso i tags
ph ©piero carbone
mercoledì 2 gennaio 2019
MA PERCHÈ CAVALLARO FA FINTA DI NIENTE? Sulle futuribili sorti magnifiche e progressive del Teatro Margherita di Racalmuto e su altro ancora
Palermo (Biblioteca comunale, dicembre 1990,
alla presentazione de "Il mio Sciascia"
Felice Cavallaro, sul giornale che sostiene e da cui è ricambiato, lancia un allarme e un appello: "E’ l’ultimo tagliando per tutti, non solo per il Gattopardo di turno. E Racalmuto adesso ha bisogno davvero di riscoprire un vorticoso attivismo invasivo se vuole riaprire il Teatro Regina Margherita e rivitalizzare la Fondazione Sciascia decimata sia dalle dipartite di valorosi consiglieri sia dalle dimissioni di storici protagonisti del consiglio di amministrazione." https://www.malgradotuttoweb.it/e-lultimo-tagliando-per-tutti-non-solo-per-il-gattopardo-di-turno/
Il Gattopardo di di turno sarebbe l'attuale sindaco Emilio Messana che andava bene finché lui e i "ragazzi di Malgrado tutto" amoreggiavano col sindaco e in giunta c'era uno dei "ragazzi di Malgrado tutto" a fare l'assessore e lo stesso Felice Cavallaro è stato votato dal sindaco per far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia come consigliere segretario con funzione di tesoriere subentrando al prof. Salvatore Restivo Pantalone; pubblicizzare ed esaltare il proprio "fare", ignorare o denigrare il "fare" degli altri, questa del resto è sempre stata la storia e la natura di Malgrado tutto da quando i "ragazzi" ora ultratrentenni e ultra sessantenni sono stati Presidenti di "Premi" o sindaci o assessori o congiunti o amici di assessori o consiglieri o presidenti o congiunti del consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia o della "Fondazione" Teatro Regina Margherita, anzi, che dico?, quest'ultima non era Fondazione anche se come tale è stata indicata, e anche da Cavallaro, in consiglio di amministrazione, amministrata.
Gli altri componenti erano Andrea Camilleri presidente, Giuseppe Dipasquale direttore artistico, Francesco Giambrone e Antonio Foscari in consiglio di amministrazione. Vicepresidente era Gaetano Savatteri, forse scambiando la presunta, fantomatica e inesistente Fondazione, giuridicamente intesa, per una bicicletta siciliana di cui lui sa bene la storia vera e quella inventata.
E sì, di questo si tratta, Felice Cavallaro faceva parte di una Fondazione Teatro Regina Margherita, spacciata per tale ma in realtà inesistente.
Su tali premesse, la storia del Teatro Regina Margherita riaperto dall'amministrazione comunale guidata dal malgradotuttiano Luigi Restivo Pantalone, dopo quarant'anni di chiusura e frettolosamente riaperto senza tutte le autorizzazioni di rito, per farlo inaugurare da un presidente della Repubblica, non poteva non avere l'instabile percorso che ha avuto riportando il teatro alla ri-chiusura.
Scrivano su questo e su altro, Felice Cavallaro e Malgrado tutto, ne hanno i mezzi anche a livello nazionale, per far luce ed evitare in futuro gli errori del passato, scrivano anche sull'evanescente Parco letterario Regalpetra, tanto per portare un esempio e non certo per dare suggerimenti da parte di chi giornalista non è.
Purtroppo, in questa doppia verità mi sono imbattuto, mio malgrado, quando sono stato assessore alla cultura e come tale membro di diritto del consiglio di amministrazione della presunta Fondazione Teatro Regina Margherita: tutte le carte inerenti la documentazione del Teatro in quel frangente si trovavano in Procura per accertamenti e quindi non ho potuto visionare nulla sui vari aspetti "costitutivi" e gestionali del Teatro, e io avevo il dovere istituzionale di informarmi, di sapere e far sapere in consiglio comunale e alla cittadinanza. Mi sono informato e ho fatto la sorprendente scoperta.
Di questa disavventura ne ho scritto in un post qualche anno fa, adducendo la documentazione ufficiale degli uffici regionali preposti al riconoscimento delle Fondazioni in Sicilia.
Tralascio lo stato in cui sono stati trovati certi ambienti di servizio del Teatro e non ironizzo sul doppio cognome dell'allora sindaco come invece sui nomi fa, o tenta di fare, sotto pseudonimo, il giornale Malgrado Tutto, scimmiottando uno pseudo metodo Boffo nei miei confronti e condannandomi con tanto di foto segnaletica alla Wanted all'ostracismo mediatico, nel disperato tentativo di rendere non credibile quanto finora son venuto scrivendo nel corso di tanti lustri.
Nonostante la certificazione addotta nel 2007, di "Fondazione Teatro Regina Margherita" torna a scrivere, come se niente fosse, Malgrado Tutto in un articolo successivo a firma di Gigi Restivo ovvero dell'ex sindaco Luigi Restivo Pantalone.
Io adduco le carte ufficiali e articoli pubblicati, gli altri si facciano una loro idea e se vogliono traggano le conclusioni circa la gestione delle istituzioni culturali in Sicilia e sul modo di fare giornalismo.
P. S.
I consiglieri comunali dovrebbero pur dire qualcosa visto che il Teatro è comunale.
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DOCUMENTI.
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Fondazione sì
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| Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2 |
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| Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2 |
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| Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2 |
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Fondazione no
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| Oggetto: Richiesta notizie fondazione "Teatro Margherita" |
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Mia esperienza raccontata nel seguente Post:
#
L'articolo di Malgrado tutto:
#
Miei Post:
#
Post sulla riapertura del Teatro (da altri siti):
http://www.vigata.org/racalmuto/teatro_racalmuto.shtml
Altro:
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2013/10/come-svanisce-un-parco-letterario-in.html
Altro:
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2013/10/come-svanisce-un-parco-letterario-in.html
lunedì 29 maggio 2017
IL TEATRO REGINA MARGHERITA DI RACALMUTO E LE INSPIEGABILI DECISIONI (DI CATALANO E DEGLI ALTRI)
Metz 202
"Il Margherita di Racalmuto, un teatro a luci spente, perchè? L’ultimo direttore artistico, Fabrizio Catalano, racconta la sua esperienza"
http://www.cronacaoggiquotidiano.it/2016/05/13/il-margherita-di-racalmuto-un-teatro-a-luci-spente-perche-lultimo-direttore-artistico-fabrizio-catalano-racconta-la-sua-esperienza/#comment-145L'ex direttore così esordisce nell'intervista:"La chiusura del teatro di Racalmuto è per me un evento tanto spiacevole quanto inspiegabile."
L'interrogativo, però, rimanda ad altri interrogativi e ad altre decisioni altrettanto spiacevoli e inspiegabili: perché mai, dopo la stagione 2007/2008 in cui ha usufruito di cinque spettacoli gratuiti del Brass Group di Palermo, il Teatro non ha proseguito nelle stagioni successive, direttore il Catalano, ad ospitare gratuitamente, come da convenzione da me procurata in quanto assessore pro tempore alla Cultura, gli altri 13 spettacoli dei diciotto previsti con artisti di rilievo internazionale?
Inspiegabile anche questo.
Maggiori dettagli della vicenda nell'apposito Post "Gratis? No, grazie!".
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/gratis-no-grazie.html
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giovedì 17 novembre 2016
TUTTI A TEATRO: A "VEDERE" LE GALLINE CHE FANNO LE UOVA
teatralmente... a teatro
Racalmuto, 28-30 ottobre 2016.In occasione dell'edizione itinerante di "Kaos-Festival dell'editoria, della legalità e dell'identità siciliana", Piera Lo Leggio mi ha voluto coinvolgere nel tour dei luoghi sciasciani.
Per una congrua coincidenza, in quegli stessi giorni si pubblicava il libro "Emozioni. Teatri di Sicilia" a cura di Aurelio Caliri, Edizioni Arti e Musica di Siracusa, dove dell'aneddoto riferito in teatro ne avevo scritto.
Mi è sembrata una doppia restituzione, che diventa tripla pubblicandola su you tube, per un ideale pubblico virtualmente riunito in un teatro che trascende pareti e portoni chiusi animando di colpo platea, palchi e loggione, il cosiddetto "palummaru".
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| Piera Lo Leggio racconta la Festa del Monte |
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| Al Circolo Zolfatai e Salinai |
L'aneddoto pubblicato su "Emozioni. Teatri di Sicilia"
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2016/10/quando-il-teatro-faceva-le-uova-al.html
Foto e video di ©Vincenzo Di Leo
venerdì 7 ottobre 2016
RACALMUTO, PAESE DELLA LIRICA. Una sommessa proposta
Mentre Lercara Friddi riscopre le origini siciliane del grande Frank Sinatra dedicandovi un museo e l'annuale My Way Festival, ripropongo alla cortese attenzione di coloro che per varia sensibilità vorranno cliccarlo, e soffermarvisi (a chi altri sennò?), il post del maestro Domenico Mannella sulla cui scorta vorrei lanciare, e credo fondatamente, una proposta: collocare dei cartelli agli ingressi principali del paese con su scritto:
Pur col Teatro Regina Margherita chiuso, di cui ho scritto recentemente in Emozioni. Teatri di Sicilia, e per altri versi nel silenzio generale, specificatamente riguardo ai tenori nostri concittadini famosi, almeno cantino i cartelli.
E tuttavia preferibile di gran lunga è il silenzio se moltiplicate parole corrono il rischio di storcere in inane rumore. Anche un muto cartello, nel silenzio, potrebbe risultare eloquente, e risuonare di ricordi, di eletta musica, di applausi plateali, di sogni di gloria.
IL PAESE DELLA LIRICA.
Pur col Teatro Regina Margherita chiuso, di cui ho scritto recentemente in Emozioni. Teatri di Sicilia, e per altri versi nel silenzio generale, specificatamente riguardo ai tenori nostri concittadini famosi, almeno cantino i cartelli.
E tuttavia preferibile di gran lunga è il silenzio se moltiplicate parole corrono il rischio di storcere in inane rumore. Anche un muto cartello, nel silenzio, potrebbe risultare eloquente, e risuonare di ricordi, di eletta musica, di applausi plateali, di sogni di gloria.
Per leggere il Post di Domenico Mannella cliccare il seguente link:
Link correlati;
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2016/10/lercara-friddi-irene-confessa-maria.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/il-bel-canto-e-la-macchina-parlante.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2016/10/lercara-friddi-irene-confessa-maria.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/il-bel-canto-e-la-macchina-parlante.html
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L'ora è fuggita
https://www.youtube.com/watch?v=VXuSLaMP0Jc
*
E' la solita storia
https://www.youtube.com/watch?v=f_eSX_kdxX4
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Ecco ridente in cielo
https://www.youtube.com/watch?v=yTS7f4aCKnI
L'ora è fuggita
https://www.youtube.com/watch?v=VXuSLaMP0Jc
*
E' la solita storia
https://www.youtube.com/watch?v=f_eSX_kdxX4
*
Ecco ridente in cielo
https://www.youtube.com/watch?v=yTS7f4aCKnI
lunedì 15 agosto 2016
AUGURI DI BUON FERRAGOSTO IN MUSICA… DI RICORDI. A TUTTI!
Di Racalmuto; emigrato a Setubal in Portogallo; in questi
giorni è in paese: ci siamo incontrati nella realtà, per la prima volta, in via
Giovanni Meli dove abitano i suoi genitori.
Abbiamo continuato con naturalezza il dialogo iniziato sul
web, tramite il quale ci siamo conosciuti.
È stata una festa incontrarci, riconoscerci, nel teatro
reale fatto di strade case persone, a cui facciamo riferimento nelle nostre
chiacchierate virtuali, che rievoca spesso Eduardo Chiarelli nei suoi ricordi,
nei suoi racconti.
Con uno di questi voglio augurare un buon ferragosto a tutti
voi che, da ogni parte del mondo, e in tanti ormai, seguite generosamente il
blog: nel nome della musica che è linguaggio universale e travalica ogni
muretto o, per dirla alla racalmutese, lìmmitu
linguistico.
Quando cantava, Luigi Infantino, - racconta Eduardo,- nella
sua stagione d’oro, i teatri registravano il pieno e spesso tanta gente
rimaneva fuori davanti ai botteghini.
In tanti avrebbero
voluto e potuto ascoltarlo nelle opere da lui cantate. Era dolce la sua voce, e
melodiosa: incantava, faceva sognare.
Si formavano degli assembramenti davanti ai teatri tra
delusione, rammarico e mugugni.
Luigi Infantino, allora, prima che iniziasse l’opera, mentre
il direttore con la bacchetta alzata lanciava gli ultimi sguardi,
spontaneamente, inaspettatamente, in abiti di scena, con un fuori programma, si
affacciava davanti al teatro e improvvisava un paio d’arie che avrebbe poi cantato
sul palcoscenico nel bel mezzo dell’opera in programma.
Ecco, ridente in cielo
lunedì 30 maggio 2016
INCONTRI PER UN "SESSANTESIMO" A RACALMUTO (REGALPETRA)
A sessant'anni dalla pubblicazione delle Parrocchie di Regalpetra (1956-2016)
Epistolario tra Leonardo Sciascia e l'editore Vito Laterza
esposto alla Fondazione Sciascia
Link correlato
La foto n. 1 che ritrae me mentre fotografo è di ©Emilio Messana, sindaco di Racalmuto, che l'ha pubblicata sulla sua pagina facebook
mercoledì 23 marzo 2016
IL "MINIMO" DEL "MASSIMO". Un teatro al minimo? Quando è chiuso!
Principe: - Ebbene, allora?...Avanti,vieni al dunque.
Shakespeare, Enrico IV, Atto I, Scena II
Il minimo di un teatro? Quando è chiuso!
domenica 25 novembre 2012
FONDAZIONE? COSÌ È, SE CI PARE!
Quando misi
piede nel consiglio comunale di Racalmuto, in qualità di assessore alla cultura,
mi sembrò di entrare in una novella pirandelliana: nel momento in cui il
sindaco, secondo l’ordine del giorno, accennò alla situazione del teatro
comunale, le cui carte erano sotto sequestro per indagini in corso sulla
precedente gestione, dagli scranni di destra, gli esponenti dell’opposizione
sostenevano che il Teatro era amministrato come “Fondazione”; il sindaco
rispondeva che era assimilabile piuttosto ad una “Associazione”, sottinteso:
culturale, ma gli oppositori dell’UDC e
del PDL s’inalberavano a tale definizione e ribadivano la tesi che il Teatro
fosse “Fondazione! Fondazione! Fondazione!”
“Associazione!”
cantilenava il Sindaco, “Associaziooo-ne!”.
A
complicare le cose, dagli scranni della sinistra, un esponente del PD, che aveva amministrato con
ruoli di responsabilità anche nella compagine amministrativa precedente, e ora facente parte della nuova, appartenente
alla maggioranza e quindi sostenitore del nuovo sindaco, brandì il microfono per ritrovarsi in linea
con l’opposizione e contro il “proprio” sindaco: per lui il teatro era eretto a
Fondazione. “Tanto che aveva un consiglio d’amministrazione”, sosteneva.
Così andò
avanti l’irriducibile consiglio comunale per un tempo che a me parve infinito,
senza cavarne un ragno dal buco. “Fondazione”. “Associazione”. Così è, se ci
pare!
Mi
sembrava un giuoco delle parti. Pirandelliano, appunto.
Era
possibile mai che un ente pubblico governato come Fondazione, bisognoso del riconoscimento
giuridico per essere tale, tale non risultasse dalle carte e dalle pubbliche
certificazioni? Il nuovo sindaco, soltanto per distinguersi dal predecessore, s’inventava
tutto?
“Non
vuole riconoscere l’evidenza,” ribattevano i sostenitori della Fondazione, i
quali con meccanica convinzione concludevano: “Riconoscimento o non riconoscimento,
è Fondazione!”. E, battendo
metaforicamente i pugni sul tavolo, della Fondazione elencavano gli
illustrissimi nomi del consiglio d’amministrazione che ne avevano fatto parte e
il Direttore artistico e il Direttore artistico facente funzione perché il
Direttore artistico titolare era lontano e il famoso scrittore e l’ex assessore
nonché sovrintendente di un Teatro
importantissimo e il corrispondente di un prestigioso giornale nazionale e
l’inviato di un altro. E così altisonando.
Se io non
fossi stato assessore della giunta in carica, e quindi tirato dentro la
questione fino al collo, istituzionalmente parlando, mi sarei goduta la scena e
niente di più. Ma non potevo, anzi avevo il dovere in quanto assessore con
delega alla cultura di chiarire la faccenda proprio per definire i rapporti
istituzionali o con la Fondazione teatro,
se era Fondazione, o con il Teatro
Comunale, se era ente comunale, e regolarmi di conseguenza.
Che fare?
Feci
l’unica cosa, ovvia e, secondo me, di buon senso, che c’era da fare: mi recai
all’assessorato competente per sbrogliare la matassa. Salii tutti i piani del palazzo
di Piazza Croci a Palermo e in ogni piano mi rimandavano da un ufficio all’altro
nella vana speranza che saltassero fuori notizie certe: da nessuna parte
risultava che il Teatro “Regina Margherita” di Racalmuto fosse stato elevato a
Fondazione, anzi non risultava neanche l’istanza.
Trasecolai!
Niente,
nessuna carta, nessun incartamento risultava in quegli uffici. Proprio così.
E come
facevo a riferire, in consiglio, ai consiglieri del mio paese, una tale
ambasciata? Di quali acuminate argomentazioni sarei stato bersaglio! Avevo
sentito chiaramente da alcuni consiglieri che era stata fatta l’istanza, che
c’era un atto notarile. Lo avevano affermato con sicurezza.
Ora, di
fronte a tanta smentita, ero punto e a capo. Di nuovo: che fare?
Chiesi al
funzionario di mettermi per iscritto la ferale notizia. “Lo richieda per
iscritto e le sarà risposto per iscritto” mi rispose quello impassibile da
dietro la scrivania.
La
richiesta protocollata partì da Racalmuto.
Altrettanto
protocollata giunse, purtroppo, la risposta; e dico purtroppo perché quando
dalla segreteria comunale me ne è stata consegnata copia, ho letto quello che sapevo,
quello che temevo e che non avrei voluto leggere. Speravo, sotto sotto, si
trovasse in extremis l’incartamento risolutore.
Arrivato
in consiglio, prendo con trepidazione la parola e annuncio che dagli uffici
regionali competenti, dopo le opportune ricerche, è venuto fuori che… niente…nulla
di nulla… il certificato…
Apriti
cielo!
Sono
stato subissato da grida, da critiche, da ipotesi fantasiose: secondo alcuni
consiglieri pro Fondazione avrei tirato fuori la storia del certificato per
compiacere il sindaco e contraddirli, quasi fosse in mio potere far confezionare
a funzionari e dirigenti dell’Assessorato regionale certificati a mio
piacimento.
Mi stupii
del ragionamento che non verteva più sullo statuto del Teatro ma
sull’opportunità e la convenienza o meno di compiacere un sindaco. Cercai di
comunicare il mio stupore, ma la mia voce veniva schiacciata da altre voci,
emisi un urlo quasi ferino. Mi veniva difficile coniugare la dialettica
hegeliana fatta di tesi, antitesi e sintesi, studiata ai tempi dell’università,
con quest’altra della negazione preventiva e prevenuta senza tener conto
d’altro. Che fare?
Cercai di
essere più empirico. Invitai la segretaria verbalizzante ad esibire il
certificato ma non ce l’aveva a portata di mano, non l’aveva portato in
consiglio forse per una svista o per dimenticanza, richiesi allora coram populo si verbalizzasse di
allegarlo: il certificato venne cercato, tirato fuori, fotocopiato e
distribuito a tutti i signori consiglieri.
“E
allora,” conclusero alcuni irriducibili mal rassegnati, “visto che hai fatto
questa scoperta, vuol dire che da oggi in poi ti adopererai per fare
riconoscere giuridicamente la Fondazione Teatro! Tu sei l’assessore!”
“Va bene”
annuii.
Ma non
potei fare molto perché di lì a poco sarei stato estromesso come assessore, e
sinceramente in un tal mondo con un tal modo di ragionare mi sentivo un pesce
fuor d’acqua ed era naturale venissi percepito come un corpo estraneo.
I
sostenitori della Fondazione avrebbero potuto e dovuto continuare l’iter per il riconoscimento giuridico
tanto più che il mio successore è stato espresso da quei consiglieri dell’opposizione, transitati nel
frattempo nella maggioranza, che fortissimamente volevano la Fondazione.
I fatti
sopra narrati risalgono al periodo che va dall’autunno del 2007 alla primavera
del 2008. Siamo alla fine del 2012.
Pensavo
dopo tanti anni che la questione si fosse risolta, invece, negli ultimi tempi,
anche nell’era dei commissari regionali e prefettizi, si perpetua l’incertezza
terminologica, una volta viene indicato come Fondazione e un’altra semplicemente
come Teatro comunale.
Siccome
le parole indicano cose completamente diverse, visto che finora la politica non
c’è riuscita, è bene comunque chiarire lo status
giuridico attuale del Teatro perché nell’imminenza della definitiva riapertura,
dopo le esaustive certificazioni riguardanti la sicurezza, si appianino anche le
incertezze amministrative e contabili affinché il nostro caro Teatro, o come Fondazione o
come Ente comunale o come altro ancora, riapra i battenti e non li richiuda mai
più.
- Luigi
Scimè, Addio! Teatro comunale, in “La
Citalena”, aprile 2005, numero unico.
- Egidio
Terrana, “La situazione economica del
Comune è disastrosa”, in “Malgrado tutto” - anno XXXI, Luglio 2012.
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/gratis-no-grazie.html
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/10/il-bel-canto-e-la-macchina-parlante.html
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/09/assessore-sara-lei.html
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