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venerdì 4 luglio 2025

 Domani a VANEDDRA IN FESTA, mia testimonianza poetica sul tema del lavoro in miniera.

Siamo impastati di ricordi che sanno di sale e di zolfo.

Non possiamo non ricordare i minatori e i carusi a cui idealmente diamo voce:
Surfaru surfaru, lacrimi di sali Agghiorna, scura, sempri a travagliari.
Surfaru, surfaru, sangu di cristiani, cuniglia ncunigliati nni li tani.
Piersi nni li vudeddra di la terra Assaccavamu làstimi e lamenti.
Cantavamu a cuorpi di picuna, Na vota, ora nuddru cchiù nni senti.



lunedì 17 agosto 2020

DI CHI SONO GLI "APPUNTI DI ZOOLOGIA E MINERALOGIA" DEL 1888, RITROVATI A RACALMUTO? Manoscritto di uno studente del Liceo Perez: una proposta

Racalmuto nella seconda metà dell'Ottocento si basava su un'economia agricolo-pastorale e mineraria, ricca com'era di masserie, miniere di sale e zolfo,  cave di gesso e giacimenti di alabastro: era naturale che  qualcuno, presumibilmente di Racalmuto, dove sono stati ritrovati gli Appunti, nonché della classe agiata, studiasse zoologia e mineralogia, funzionalmente magari agli interessi di famiglia. Ma tant'è. 

Sarebbe interessante trascrivere gli appunti del 1888 e confrontare il contenuto con le successive  acquisizioni nonché il modo didattico e linguistico di ammannirlo. 
Magari in una tesi di laurea. 










sabato 30 novembre 2019

ANCHE LA SICILINCONIA SOTTO SALE NELLE SCULTURE DI DAMIANO SABATINO. Miniera di Petralia Soprana in contrada Raffo






LA MINIERA DI SALE DI PETRALIA SOPRANA
Di Roberta Zaccarini Fazio
Uno strano sentimento  pervade il visitatore in questo antro della terra.
Siamo sopra il sale, sotto il sale, dentro il sale che qui si è originato sei milioni di anni fa. Nella penombra il bianco è il colore  prevalente. Siamo dentro ad uno tra i più grandi giacimenti di sale d’Europa.
“Coltivare una miniera è come costruire un gran palazzo, qui siamo al primo di 11 piani scavati dentro al sale. Ogni piano ha 20 metri di spessore e pilastri  di 15 metri che sorreggono le gallerie intorno a noi,  che si estendono per 40 km e fino ad una profondità di 380 metri “. Ci racconta il giovane dell’Associazione Sotto Sale che il sabato permette di visitare la Miniera di Sale di Petralia Sottana che ancora oggi è un sito produttivo.
Il processo di estrazione del sale è molto affascinante infatti tutto  avviene in modo meccanizzato. Dal minatore continuo, l’enorme macchina che sbriciola il sale dalle pareti, fino al confezionamento tutto si svolge sotto terra e in maniera automatizzata. Qui 3.000 tonnellate al giorno lasciano le pareti per trasformarsi nel sale che useremo per molteplici attività.
Il primo uomo che tocca il sale, dopo seimila anni, è il consumatore. Tra le sue mani questo prezioso elemento vedrà di nuovo il sole!
Dopo aver ascoltato i racconti del sito produttivo visitiamo le gallerie e  scopriamo un mondo fantastico che ha dato vita al  Museo di Arte Contemporanea SottoSale.
Tanti artisti vengono qui per la biennale e con il sale creano le loro opere.  Fanno uscire fuori da questi enormi cristalli di sale Opere Artistiche di una bellezza struggente. L’occhio sulla parete mi guarda ed è cosi reale che stento a credere che sia fatto solo di sale. E  Tutto intorno nelle gallerie opere di artisti noti e meno noti  fanno entrare il visitatore in contatto con il sale. Una mano che stringe un grappolo d’uva, una Sicilia dal nome eloquente “Sicilinconia”. Un grande blocco con al centro un incavo che rappresenta il ventre materno, messo davanti ad una fessura della parete creata da un’infiltrazione d’acqua, rappresentano il Ventre materno e  il Ventre della terra.
Le suggestioni avvolgono l’osservatore che affascinato contempla tanta bellezza. E lo sguardo viene attratto anche dalle antiche macchine che un tempo lavoravano il sale e oggi sono tutte coperte dalla ruggine e creano un percorso di archeologia industriale tra le opere e le istallazioni di arte contemporanea.
Avviandoci all’uscita un vento forte ci prende come se la grotta che ci ha accolto ora ci spinga fuori per tornare alla luce del sole che comunque li sotto non ci è mancata. Eravamo come in un bozzolo senza ne caldo ne freddo avvolti da una surreale atmosfera. Un’esperienza molto interessante che ci ha fatto conoscere come una realtà mineraria molto attiva possa essere allo stesso tempo un luogo fruibile per l’arte e la comunità.
MACSS – Museo di Arte contemporanea SottoSale – Petralia Soprana
Visitabile su prenotazione il Sabato
per maggiori info: www.sottosale.eu
Foto di Vincenzo Fazio e Roberta Zaccarini Fazio




scheen shot: www.sottosale.eu


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POST CORRELATI
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Testimonianza di Damiano Sabatino e poesie declamate da Agostino Messineo Alfiere


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Mia riflessione e proposta 
Anche a Racalmuto le miniere di sale si potrebbero valorizzare artisticamente. Occorrerebbe la volontà e la sinergia dell'amministrazione comunale e dell'Italkali. Sicilinconie a parte.

domenica 26 agosto 2018

POESIE SOTTO SALE: SICILINCONIA. Foto e video di Angela Lauricella in contrada Raffo a Petralia Soprana

È un'emozione ogni volta che ricevo affettuosi riscontri da amici che si recano a visitate le miniere di salgemma a Petralia Soprana, in contrada Raffo, e, tra le varie sculture e installazioni saline, si imbattono con sorpresa, e compiacimento, dinanzi alla scultura realizzata dallo scultore Damiano Sabatino che si è voluto ispirare a due mie poesie sulla "sicilincònia" o "sicilinconìa". Grazie.





Il video postato su facebook



Foto e video di Angela Lauricella

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Un precedente video postato su you tube  con la testimonianza di Damiano Sabatino
e la lettura  di Agostino Messineo  delle poesie sulla Sicilinconia:





Le poesie


fuocu addiventa o chjantu ngusciatu Sicilincúnia veni di ncúnia. Sicilincunìa veni di pena. Ncapu la ncúnia ncoccia lu firraru ccu lu martieddru lu fierru ancora callu e lu fa addivintari nzoccu voli: chjavi di porta o fierru di cavaddru. Chjanci la matri lu figliu ch’è n guerra. Chjanci lu figliu partutu surdatu. Chjanciva lu minaturi, lu viddranu, ora cu parti o è disoccupatu. Sicilincúnia o sicilincunìa? Si pati o s’arripiglia lu distinu? Cancia l’accentu, allegru o ammartucatu: fuocu addiventa o chjantu ngusciatu. Sicilincónia viene da incudine. / Sicilinconìa deriva da pena. / Sopra l’incudine batte il fabbro / con il martello il ferro ancora caldo / e lo forgia secondo quel che vuole: / chiavi di porta o ferro di cavallo. / Piange la madre il figlio ch’è in guerra / pian- ge il figlio che va a fare il soldato. / Piangeva il minatore, il contadino / ora chi parte o è disoccupato. / Sicilincónia o sici- linconìa? Si subisce o si modifica, il destino? / Cambia l’accen- to / allegro o malinconico: / diventa fuoco / o / pianto a dirotto. *



mbriacatu di sicilincunia Sutta lu cielu sbruogliu pinzera, gruppa di firnicii. Calu l’uocchji, talìu si tornanu li cunti. Nun tornanu ppi mia, forsi ppi tia. Ti nni jisti luntanu, iu ristavu. Forsi tu arriniscisti, iu fallivu? Tu cu l’arma sbinnuta a la stranìa, iu mbriacatu di sicilincunia. Sotto il cielo sbroglio / pensieri, groppi / di almanaccamenti. / Abbasso gli occhi, vedo / se tornano i conti. / Non tornano per me, / forse per te. / Te ne sei andato lontano, / io son rimasto. / Forse tu ce l’hai fatta, io ho fallito? / Tu con l’anima svenduta in terra straniera, / io imbriacato di sicilinconia.


Da: Piero Carbone, Venti di Sicilinconia, Medinova, Favara 2009


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sabato 1 aprile 2017

venerdì 9 dicembre 2016

DALLE VISCERE DELLA TERRA: SALE A PALAZZO RISO. Passeggiando in Corso Vittorio Emanuele a Palermo





Palazzo Belmonte Riso dei Principi Ventimiglia di Belmonte, ubicato nell'antico Cassaro, dirimpetto all'ariosa e ritrovata Piazza Bologni, ospita il Museo regionale d'Arte contemporanea, e spesso attrae l'attenzione dei passanti, ora più rilassati e bendisposti a farsi attrarre da storiche facciate di vetusti palazzi e accattivanti vetrine, soprattutto da quando Corso Vittorio  Emanuele è diventato isola pedonale, ebbene, tra le altre, si distinguono le vetrate di Palazzo Riso  per le vere e proprie installazioni che offrono.

Ieri, un bel blocco di cristalli di sale faceva bella mostra di sé. Poteva non colpirmi, potevo non fotografarlo, provenendo da uno dei paesi della Fossa di Caltanissetta le cui viscere rigurgitano di "brillanti" così detti ovvero cristalli di sale, di zolfo,  di ricchezza sfruttata, di sofferenze patite, di potenzialità represse, di letteratura?

Mi è venuto spontaneo pensare alle sculture di sale realizzate nelle miniere del Raffo a Petralia  Soprana.
Ma si potrebbero realizzare anche altrove dove le miniere fungerebbero da musei a cielo aperto, quel cielo che agli iridescenti cristalli di sale e zolfo è negato nelle nere viscere della terra.







Sculture di sale a Petralia



Museo Riso









domenica 20 marzo 2016

3. I "QUADRI PARLATI" DI RENZO COLLURA. Sale e zolfo

Con la serie dei "Quadri parlati" si vuole marcare l'attesa di un grande evento che avrà luogo prossimamente ai Musei Civici di Pavia presso il Castello Visconteo: protagonista, l'opera pittorica di Renzo Collura.
Finalmente!
Come siciliano, amante dell'arte, amico ed estimatore di Renzo Collura, con riconoscente gioia, ai promotori dell'evento, ai suoi sostenitori, agli operatori culturali dei Musei Civici, unitamente ad Athos, mi sento di dire: Grazie.

Renzo Collura, "Sale e zolfo" (olio su tela, cm. 60 x 50, 1989)


Il soggetto: colate di giallo zolfo frammiste a impurità terrose. 

Sulla bianca superficie salina - il bianco sale: sale che condisce, sale della terra, dell'intelligenza, che esaspera le carni  sulle ferite o le lenisce nei pediluvi - si allunga indicativamente l'ombra di un panciuto campanile. 

E' quello dell'amata chiesa del Monte.



Dal catalogo
“Renzo Collura. Memorie e fantasmi”, Racalmuto 1990, 
a cura di Piero Carbone, Athos Collura, Nicolò D'Alessandro





sabato 15 settembre 2012

LA CONTESSA CE L'HA

Scultura di sale di Damiano Sabatino

Il sale e i siciliani, il sale e la Sicilia, il sale in Sicilia. Insula deriva da sale? “Salitudine. Insolitudine”. Il comisano Gesualdo Bufalino ci ha teorizzato sopra: “In realtà, dovunque ci si volga in Sicilia il sale appare una forza, una condizione e un destino”. Presente nei riti e nelle superstizioni: sale dietro la porta, contro la jettatura, lanciarlo a spaglio sull’olio versato per neutralizzarne spaventi di disgrazie.
Si vada a scavare in quel capitoletto delle Parrocchie di Regalpetra dedicato a ciò che intorno a sé il sale muove, ai titolari delle concessioni, alle condizioni a dir poco precarie, al mondo di scavata pena, di fresca bianchezza e di molteplice utilità. Asciutta neve. Umida bambagia. Mondo che genera un sentimento a raggiera. “Sale sulla piaga” doveva essere titolo al libro campato sulle piaghe di un paese.
Il sale, connaturale all’ambiente, è come connaturato alla storia e alla cultura  dei regalpetresi. È diventato linguaggio.
Bòtta di sali! Si dice, “colpo di sale!”, nell’augurare a qualcuno un malanno derivante dall’uso smodato del cloruro di sodio. “Paese del sale” e controdenominato Regalpetra, con storica antonomasia.
Che il prete abbia messo poco sale, essere “senza sale”, ‘nsalanùtu, si dice di chi abbia poco cervello. “Mangiare sette salme di sale” occorre per conoscere l’amico vero. Una zucca la si può condire quanto si vuole, anche con una bisaccia di sale, ma resta sempre zucca: per dire invariabilità di una cosa vanamente e variamente camuffata.
Al contrario, “avere sale” si dice quando si hanno giudizio, saggezza e un’intelligenza non disgiunta da altre qualità tipiche del savoir-faire: una miscela istintivamente dosata di esprit de finesse e di spagnola acuidad. Avere sale overro essere sagacemente pronti e lucidamente “pratici”. Come i regalpetresi, appunto, e le regalpetresi.
La tradizione vuole che un servo, destinato a sicura morte per aver preso a colpi di archibugio il Conte suo padrone, sia stato salvato e nascosto dalla graziosa Contessa, testé vedova. Gli armigeri lo ricercarono invano nel contado mentre quello si trovava al sicuro nel castello. Quando finalmente lo scovarono e volevano arrestarlo, la contessa si oppose con le seguenti parole:
“La morte del servo non fa tornare in vita il padrone”.
E alzò l’ampia veste in segno di protezione.
Avere sale, ecco il punto: l’ingegno che salta fuori in un baleno quando al dolore per la perdita del marito si sarebbero aggiunte le sofferenze di altre privazioni. In una Contessa di ventiquattro anni colpisce tanta magnanimità in favore di un povero servo, e giovane, che pur l’aveva orbata del suo caro, anziano consorte. Il morto era morto, ma il servo con i suoi servigi poteva distrarla dal dolore.



Il sale fisico si spiritualizza sublimando le sue qualità: si trasmuta, trasforma, transustanzia in altro da sé, in frutto d’intelligenza pratica, teorica, applicata. Di quest’ultimo tipo d’intelligenza è Sciascia a confermarne l’esistenza, la vitalità, rispondendo ad una domanda di Domenico Porzio.
“Com’è questa storia che il pino di Pirandello sta morendo? È una malattia?”.
“Sta morendo perché è vecchio. Ma si può salvare, con tutti gli accorgimenti tecnici che ci sono oggi. Soprattutto occorre liberarlo dal selciato: le radici non respirano, l’acqua non penetra. E poi bisogna affidarlo alle cure di uno specialista. C’è un giovane che è molto bravo in queste cose, è di Racalmuto e insegna alla Facoltà di agraria. Mi ha detto che l’amministrazione comunale non risponde a queste sollecitazioni: perché si sono messi in testa di sostiruirlo con un pino di plastica”.
Le origini della salina sapidità (salipidità?) si perdono nella notte dei tempi.


Il brano è tratto da Eretici a Regalpetra, Ettore Grillo Editore, Enna 1997.                             Vincenzo Consolo, nel ringraziarmi, con una bella e preziosa lettera, per il libro inviatogli, della categoria degli “insalanùti” ne fa un criterio di giudizio: 


Milano, 29 ottobre 2000
Caro Carbone, 
con molto ritardo ho finalmente letto il suo godibilissimo "Eretici a Regalpetra". Mi sento onorato di essere stato accomunato agli abitanti di Regalpetra, che hanno "l'eresia scritta nei geroglifici del sangue". Mi sono appassionato ai notai, preti, gesuiti, farmacisti, medici, contadini di questo straordinario paese del sale, così diverso dal mio S. Agata "insalanùtu". Cordiali saluti. 
Vincenzo Consolo

martedì 28 agosto 2012

SCULTURE DI SALE



"Sicilinconia", scultura di sale di Damiano Sabatino (2012) ispirata ad una mia poesia.
Lodevole iniziativa quella di valorizzare con l'arte le storicissime e radicatissime miniere di sale siciliane.


Foto fornite dagli organizzatori





Testo di Mario Li Puma pubblicato su 

http://www.madonielive.com/?id=17043


Successo per la XXII Sagra del sale. La manifestazione ha avuto consensi di pubblico e di critica dei tanti visitatori che in questi giorni sono giunti, da tutta la Sicilia ed oltre, nella piccola frazione di Raffo di Petralia Soprana. Un appuntamento, organizzato dall’Associazione Raffo Sport Club, ormai consolidato e di grande richiamo come dimostrano i contatti, provenienti da varie parti d’Italia, ricevuti dagli organizzatori e alcune presenze della provincia di Savona che ormai da qualche anno scelgono la Sagra del sale per passare alcuni  giorni in Sicilia.

 L’edizione di quest’anno, la numero XXII che si è tenuta dal 19 al 26 agosto, ha proposto un programma  fitto di appuntamenti che hanno interessato una intera settimana. Non è mancato nulla: arte, sport, musica, mostre, laboratori per bambini, incontri  e dibattiti, degustazioni e soprattutto il salgemma proveniente dalla vicina miniera Italkali.

 Di grande attrazione è stato l’appuntamento pomeridiano “Sale-lab”, curato dall’associazione SottoSale, che ha coinvolto studiosi, bambini e gente comune con un laboratorio nel quale sono stati sperimentati i vari usi del  sale esaltando altresì l’identità storico culturale della comunità. Stupore hanno creato le bellissime sculture di salgemma eseguite dagli artisti:  Momò Calascibetta, Gianfranco Macaluso, Mariano Brusca, Enzo Rinaldi e Damiano Sabatino. 

Ogni giorno che passava il blocco di sale che era stato consegnato ad ogni artista prendeva forma sotto gli occhi di tanti visitatori che sono anche ritornati più volte per scoprire l’idea dell’artista . Così come ogni giorno, nel laboratorio “Sale-Lab” sono stati presenti più di venti bambini che, grazie alle attività organizzate dall’assistete sociale Rina Santangelo e l’assistente all’infanzia Rosa Li Puma, hanno scoperto e maneggiato il salgemma, alimento millenario dai 14 mila usi. 

Curioso è stato l’appuntamento con il “Volley on Salt”, curato dal professore Vittorio Macaluso,  che ha visto gareggiare in incontri di pallavolo,  su un campo dove la base non era di sabbia ma di sale, tanti ragazzi provenienti da vari paesi delle Madonie. Tra gli appuntamenti infrasettimanali si è tenuto anche con i sindaci delle alte Madonie per ragionare sulle problematiche e sui temi che oggi interessano da vicini il territorio madonita. L’incontro dibattito “Pensiamo … alle Madonie” era inserito nel solco che ormai è stato scavato a Raffo trasformando la  piccola borgata anche in laboratorio politico-sociale grazie alle iniziative del Centro Studi Epifanio Li Puma che promuove attività legate al valore della memoria, della legalità, della politica e dell’ambiente nel nome del sindacalista che ha dato il nome al Centro. 

Tutte le sere c’è stata musica e la possibilità di degustare prodotti locali all’insegna della serenità e del buon vivere. A metà settimana, al centro dell’attenzione, sono passati i gruppi folkloristici di Romania, Brasile e Argentina che hanno dato vita, assieme al gruppo locale Gurafo, al XII Raduno del Folklore “Petralia Soprana Città del Sale” chiudendo l’intera manifestazione. 

Sabato sera la vera e propria Sagra con degustazioni di salsiccia, ceci ed altri prodotti e la distribuzione del sale. Una autentica invasione di gente che ha goduto della splendida serata passeggiando lungo la strada, di stand in stand, mangiando e ballando fino alla distribuzione del salgemma che quest’anno è stata avviata dal “Rito del Sale”,  una breve rappresentazione sull’utilizzo del salgemma. 

Altra novità di questa edizione è stata la 1^ estemporanea di pittura a tema libero alla quale hanno partecipato gli artisti madoniti Giuseppe Farinella, Marco Bellina, Sebastiano Zafonti, Andrea Di Gangi, Gianluca Bellina, Leonardo Inguaggiato, Giusi Russo e Gianni Prisinzano. 
Ogni artista ha realizzato a Raffo, nella giornata di domenica, una propria opera scegliendo liberamente la tecnica e il tema. I premi sono andati: a Leonardo Inguaggiato classificatosi terzo, Giusi Russo seconda e Gianni Prisinzano primo.


Testo di Mario Li Puma pubblicato su 

http://www.madonielive.com/?id=16962


Il sale continua ad essere protagonista nelle Madonie.

Dopo sculture di sale che lo scorso anno hanno incuriosito e colpito tanta gente, questa edizione propone la sperimentazione, attraverso un laboratorio, dei vari usi di questo alimento millenario. L’appuntamento, curato dall’associazione SottoSale, ha già avuto grande successo.

Studiosi, bambini e gente comune da qualche giorno invadono la sede dell’Associazione Raffo Sport Club alla scoperta delle sculture e del sale da poter toccare, manipolare, colorare, scolpire e da utilizzare in svariati modi. “Sale –Lab” è inserita nel programma della XXII sagra del sale che si concluderà domenica prossima con il raduno internazionale del folklore.

Nel laboratorio vengono anche sperimentati i vari usi del sale al fine di far conoscere meglio questo minerale, alimento millenario, e allo stesso tempo consolidare l’identità storico-culturale della comunità di Raffo.

Protagonisti di questo evento sono gli artisti Momò Calascibetta, Gianfranco Macaluso, Mariano Brusca, Enzo Rinaldi e Damiano Sabatino. Assieme a loro, ad animare la fantasia dei bambini che giornalmente partecipano al laboratorio sono l’assistete sociale Rina Sanfilippo e l’assistente all’infanzia Rosa Li Puma.

I lavori sui blocchi di sale vengono realizzati in appositi spazi che sono diventati luoghi di produzione e fruizione ed anche di intreccio di differenti esperienze artistiche in un clima di collaborazione e contaminazione. Il progetto artistico promuove la realizzazione di arte e forme di espressione tramite performance, progettazione di sculture, installazioni e fotografia tutto naturalmente con un unico soggetto: il sale. “L’obiettivo di “sale lab” – affermano gli organizzatori – è quello di valorizzare il sale come elemento d’arte e al contempo quello di trasformare Petralia Soprana in un luogo dove sia possibile produrre cultura legata al sale sviluppando anche aspetti quali la gastronomia, salute e benessere, testimonianza e memoria storica, usi e tradizioni”.

Per tutta la settimana il visitatore potrà toccare con mano il salgemma che da milioni di anni è conservato nel territorio madonita con una storia tutta da raccontare e valorizzare.

Tra le memorie geologiche c’è il deposito di salgemma in contrada Raffo: una montagna di sale che oggi è diventata la cava da cui viene estratto il sale da parte della società Italkali, un giacimento di salgemma, patrimonio geologico naturale di grande valore, unico nel suo genere come l’esperienza del laboratorio Sale-Lab.