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giovedì 26 gennaio 2023

SE N'È ANDATO MARIO GALLO. Ci resta il profumo del suo ricordo

Ci ha lasciati Mario Gallo, un signore e fine letterato. Punto di riferimento e stimolatore culturale soprattutto con la sua rivista siculo-fiorentina “Lumìe di Sicilia”. Un amico speciale come lui sapeva essere. Ammirevole, sotto il profilo umano e culturale. Con la sua ironia e i suoi aforismi ci regalava sapienti riflessioni. Sapeva guardare lontano. 

Una grande perdita. Nel ricordarlo mettiamo a frutto il suo esempio. Non disperdiamo la sua eredità. Un pensiero va alla sua adorata Maria Teresa che qualche anno fa l'ha preceduto e con la quale ha vissuto un'armoniosa storia d'amore e di condivisione. 

Qui di seguito, la delicata e panoramica testimonianza del figlio Giampiero.



  

Mario Gallo 14 aprile 1930 - 26 gennaio 2023



…fu sorpreso dai suoi novant’anni e con la vita avrebbe ancora giocato
Una lunga vita, ancora da giocare, visto che il 17 dicembre aveva “chiuso” l’ultimo numero, il 170, della rivista Lumie di Sicilia, inviata ai suoi collaboratori e lettori quando era già in ospedale.
Una lunga vita, soprattutto avendone vissuto tre, la maggior parte insieme alla sua compagna di cinquantasette anni meno un giorno, "scendendo, dandole il braccio, almeno un milione di scale".

La prima, nella culla trapanese, da una stirpe di maestri calafati provenienti nel Seicento da Genova, che ha sempre considerato con orgoglio i suoi quarti di nobiltà, sul cui blasone raffigurava le mani di suo nonno, spaccate dalla pece bollente e le balle di stoppa su cui "Mastru Petru" lo faceva addormentare.

A Trapani ha scoperto e coltivato il suo spirito curioso, ha sviluppato il suo intelletto: maturato a 16 anni al Liceo Ginnasio Ximenes, laureato a 20 in Giurisprudenza. Ma, soprattutto, è stato elemento integrale di quella stagione felice del repubblicanesimo trapanese animata da giovani idealisti, intraprendenti, innovatori, di Borgo Annunziata: una stagione della quale è stato custode geloso e cantore appassionato.

Queste sono state le amicizie di una vita, una tra tutti, quella con Nino Montanti, l’unico che menzioni qui per includere tutti quei quattru picciotti del “Passo dei ladri” riuniti al Circolo Mazzini per dargli il saluto verso la Scuola di Commissariato militare settant’anni fa, una carta costituente alla quale è riandato costantemente negli anni per rinsaldare lealtà alla fede laica, per confermare un’identità di rigore intellettuale.

La seconda, quella dell’esilio e di un lavoro mal sopportato, ma svolto con integrità e competenza fino a quel titolo di Generale che in fondo viveva con ironia, è stata animata dalla consapevolezza che nella vita si stringono i denti e si va avanti. Sacrifici da fare – loro, progenie di generazioni abituate alle privazioni - risultati da ottenere, con poco spazio alla gentilezza verso se stessi e nessuna concessione all’autocommiserazione.

Una vita di peregrinazione, questa seconda vita, in quelle che ha sempre considerato terre straniere, Bolzano, Verona, di nuovo Bolzano e poi Firenze, questa – ebbe a dire – scelta su spinta di mia madre, perché potesse offrire maggiori opportunità per me. Ha provato, per dirla alla rovescia di Dante, come il pane altrui non sapesse del sale delle sue Saline, e che solo allo sbarco dal traghetto della Tirrenia tutto riguadagnasse sapore e colore.

La terza, quella della rinascita, gli ha permesso, dal 1989, di potersi dedicare alla passione di una vita, la scrittura e lo scrivere di quegli ideali giovanili e di quella terra, nella cui lingua ha sempre sognato. La scrittura gli ha permesso di esplorare il mondo digitale, addentrandosi a volte in cose impegnative, dalle quali lo districavo con rimproveri che mai ne intaccavano la curiosità. Un digitale quasi nativo, scherzavamo, anche in questi ultimi giorni legato a WhatsApp e al Web.

In questa terza vita, condotta, poi negli ultimi dieci anni sentendo il vuoto ad ogni gradino - sempre citando Montale, ha ristretto e concentrato i suoi interessi e il suo perimetro, rifugiandosi nelle tre-quattro attività che lo facessero sentire vivo, tra tutte la sua rivista arrivata a 170 numeri, artigianali ma interessanti, il guizzo negli occhi ogni qualvolta ci fosse una novità siciliana o una visita di nipoti, e le partite di burraco a Baglio Augugliaro o online (con quelli più bravi, per scelta sfidante); progressivamente angustiandosi delle cose del mondo, dalla pandemia alla guerra, al vedere un ritorno di quei fascismi contro i quali si era permanentemente vaccinato in tempi di adolescenza. 
La Sicilia era una metafora, per dirla con Sciascia, non solo un luogo, ma anche un modo di essere, uno stato d’animo che lo ha accompagnato, lo ha identificato: un siciliano un po’ calvinista, formato da una mazziniana idea che i diritti sono frutto dei doveri compiuti.

A conclusione, ma forse a sintesi, di queste tre vite, da ultimo, da non credente, ha dato testimonianza dell’umanesimo che animava la sua visione: abbiamo una evoluzione che ha un inizio e una fine e, quando hora ruit, è inutile affannarsi a prolungare una parabola; per quello che andava fatto, il tempo è stato riempito e, aggiungo io, è stato riempito bene. 
"Aiutami ad uscire da qui", ma prima ha voluto giocare “alla memoria” richiamare alla mente persone e situazioni, una sorta di chiamata intorno al proprio letto per essere accompagnato a questa uscita, compiuta con grande dignità e dando a noi la possibilità di renderci conto di quanto stava accadendo.

Dov’è Mario? dorme, anche lui, sulla Collina.

giovedì 4 gennaio 2018

"SORCI VERDI" PER MODO DI DIRE. Stralcio tradotto del romanzo di Ben Morreale per "Lumìe di Sicilia"






*

Nota
La traduzione letterale dall'americano in italiano in effetti è di Rosaria Nuccio, l'associazione del mio nome si riferisce all'intervento di fisime stilistiche e alla proposizione dell'anticipazione  del romanzo concessami da Ben Morreale con cui per un certo periodo ho fraternizzato in un paio di suoi soggiorni siciliani.



giovedì 20 aprile 2017

PUNGERE E PUNZECCHIAR... "I vespi siciliani" di Mario Gallo




* Analisi del sangue = la carta di circolazione 

* Polifemo ai suoi = vi raccomando, non ci sono per Nessuno! 

* L’atteggiamento del cittadino di fronte alla “bo vinità” burocratica = rassegnato obtorto bollo

*Il ruolo del padre di famiglia = il prestanome. 

*Cherchez la femme = la zizza connection. 

*La visita medica del nonnino = acciacchi nella media stagionale.

*Il meteorologo = l’agente atmosferico.

*Il regno dei cieli = il celeste impero.

*Il debito pubblico = l’emorragia interna.

* “Settare”, nel senso di collocare, dall’inglese to set!
= altro idiotismo settato nel vocabolario italiano dalla congregazione degli inutili idioti

* Un’altra perla, di autorevole provenienza ( la Ministra della Pubblica Istruzione!): sta staffandosi, pare nel senso che stia costituendo il suo staff
= noi comuni mortali, ci stiamo stuffando, anzi stiamo per perdere le staffe

*Questo viene dalla TV: è microfonato? cioè
lei ha un microfono? = ce l’hanno, hanno pure il microcefalo!

* Affannosa vita di città = il trammi-tram mi
quotidiano 

* k.o. dopo una gragnuola di colpi = la quiete dopo la tempesta

*Proverbi siculi: Megghiu riri "chi sacciu" (esprimere cioè dubbi)
chi diri "si sapìa".
- Morti e patruni 'un sai quannu vennu.

*Sono sul punto di divorziare = i compromessi sposi. 

*Da Bruca a Trapani = donne in corriera. 



*Nella metropoli lombarda dopo "Mani Pulite" = con la collaudata efficienza meneghina, nel giro di poche settimane, proprio là dove sorgeva il centro raccolta e smistamento grandi unzioni, è stato costruito un modernissimo centro grandi ustioni.

*Dal callista = operazione piedi puliti.

*Il pettine del calvo = il monumento ai caduti.

*Balbettante corrispondenza d’amore on line = io te www.vurria.vasa.it 

* Pensionato esaurito = è soggetto a pensione nervosa



* Convegni sull'agricoltura = su' cchiù li vuci ca li nuci


ph ©pierocarbone

lunedì 8 agosto 2016

COME PUNGONO LE VESPE DEL GALLO! E Mario si diverte con i calembours





*La bolletta Enel = un elettroshock 

*E quella dell'acqua? = una doccia fredda

*Il giocatore del lotto = ha una notte da smorfiare, per filo e per sogno 

*La pollastra invecchia = spia allo specchio le prime zampe di gallina

*Bellezza acqua e sapone - trattata senza coloranti e conservanti.

*Il giardiniere offre da bere a tutti = è stato assunto dal Comune in pianta stabile. 

*Chi non é con me e contro di me = il morto della mafia. 

*La patacca in similoro = l'el-dorado. 

*L’Etna = la lavatrice a gettoni.

*Marito compiacente, chiude un occhio = ci trova il suo cornaconto. 

*A Trapani non si parla più della soluzione del problema idrico = et de hoc sitis.

*Diagnosi medica = la mal-dicenza. 

*Il purista = non ha peli sulla lingua.

*Mancano gli infermieri? = si farà ricorso all' iniezione elettronica. 

*La passione = il motore a combustione interna.

*Patito della chitarra = il primo amore non si scorda mai.

*Aumentano le tariffe catastali = è un conseguenza dell'aumento della catasta di pratiche del Catasto. 

*Il sergente si sposa? = per ora, niente di ufficiale 

*Il vecchio istituto della dote nuziale = la prova d’acquisto. 

*La riforma della riforma sanitaria va per le lunghe = si prevede un altro provvedimento "tampone" 

*Dio, Patria, Famiglia = i valori "‘bollati”, ovverosia "non c’è più religione!” 

*Il vino del Conte Tasca = va consumato a temperatura abbiente 

*Il caro-taxi = fermate il conto, voglio scendere! 

*Hai mai vinto al lotto? = io? Nemmeno per... sogno! 

*Compito in casa = l'assegno integrativo 

*In molti cimiteri = si scopron le tombe, si levano i morti 

*Fecondazione artificiale = la corsa all'ovo 

*Lastra tombale = la pietra serena 

*La giuria al Giro d’Italia = ci vediamo doping!

Mario Gallo, I vespi siciliani, in "Lumìe di Sicilia", n 86 (n 1 on line) gennaio 2016 

domenica 1 maggio 2016

IL SONNO DI GORGIA. Evocato da Cardillo


Giuseppe Cardillo, dal testo integrale in "Lumìe di Sicilia", n. 79, ottobre 2013. 
Direttore Mario Gallo




Oh, verità! Mimi e cavalieri.
Sempre a proposito di Gorgia

Palamede fu colui che smascherò Ulisse che si finse pazzo per non partecipare alla guerra di Troia. Ulisse si sarebbe vendicato facendolo condannare a morte come traditore dei Greci.


"Palamede, prima di essere condannato a morte, durante la guerra di Troia, avrebbe esclamato - Oh, verità, tu sei morta prima di noi! - 
Anche per Gorgia la verità è morta prima degli uomini. Anzi, è stata uccisa da questi, che vi hanno sostituito le loro fallaci opinioni."
***
"Si dirà poi a Roma: - Chi mimo si fa, cavaliere più non torna. Ora i sofisti si giocarono il titolo di cavalieri del pensiero. Scesero a terra, si appiedarono e si confusero con gli appiedati, con il popolo." 

Fortunato Pasqualino, Introduzione a Gorgia, Encomio di Elena e altri scritti, Edizione Paoline, Bari 1962.




giovedì 28 gennaio 2016

ADDIO A "LUMIE DI SICILIA" CIOÈ ARRIVEDERCI. Le ragioni di Mario Gallo, inossidabile Direttore

Mario Gallo (a sinistra) con Mimmo Staltari, presidente dell'ANPOSDI
(Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali).

Un plauso a Mario Gallo che non demorde e rilancia. 
Da parte mia, un grazie per l'accoglienza in 
"Lumìe di Sicilia" 

avviso per i Lettori di Lumie di Sicilia

Dal prossimo numero Lumie di Sicilia sarà pubblicato esclusivamente in versione online
Per riceverla, gli abituali destinatari dell'edizione cartacea, che dispongano del servizio di posta elettronica, vorrano comunicare il loro indirizzo email a:

Invitiamo poi tutti a segnalarci indirizzi email di altri possibili lettori

Il nuovo formato, ovviamente, offre maggiore "capienza" e può anche avvalersi di una diversa veste tipografica per grandezza dei caratteri e colori delle immagini. 
Contiamo quindi su vecchi e nuovi collaboratori perché non ci facciano mancare il loro insostituibile apporto con articoli, immagini e quant'altro ritenuto confacente con le caratteristiche della pubblicazione.
Grazie, Lumie di Sicilia

la raccolta degli 85 numeri pubblicati è disponibile:
- presso le Biblioteche Nazionale e Marucelliana di Firenze
- su internet: http://www.trapaninostra.it/wp/rassegna-stampa/ edicola http://www.sicilia-firenze.it/
_________________________________________________________________________________ Lumie di Sicilia – rivista periodica ACUSIF -Associazione Culturale Sicilia Firenze - Casella Postale 2127 – 50100 Firenze Ferrovia
Registrazione n. 3705 del 9.5.1988 Tribunale di Firenze
Spedizione in abbonamento postale (art. 2, comma 20/CL.662/96 – Filiale di Firenze
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Correva l'anno del Signore 1988 quando, nel segno della comunanza delle "radici", demmo vita a questa nostra Associazione: un'aggregazione volta a "ravvivare ed arricchire la conoscenza delle tradizioni e della cultura siciliane, nelle loro variegate espressioni e localizzazioni" (art. 2 dello statuto). Sono trascorsi ventisette anni, un lungo cammino, gratificante, percorso insieme, con la guida appassionata di Ennio Motta e Giuseppe Cardillo.

Ora cala il sipario: un mesto epilogo, segnato dall'irrefrenabile moto di commozione che ha colto Cardillo -nel corso dell'assemblea dei soci del 29 dicembre- all'atto della dichiarazione di scioglimento dell'Associazione. Con l'Associazione, quindi, anche "Lumie di Sicilia", che ho avuto il privilegio di curare ininterrottamente in questi ventisette anni, chiude i battenti, nella sua versione cartacea (i particolari, in ultima di copertina).

Una pubblicazione, il giornalino del circolo siciliano, nata in uno con l'Associazione, "battezzata" col titolo di una novella del 1910 di Luigi Pirandello, tradotta poi in lavoro teatrale: le lumie, limoni dolci, profumatissimi, il cui nome di per se evoca profumi, colori e luci, solari, siciliani a chiare noteNella presentazione del primo numero (novembre 1988) ci proponevamo di assicurare alla pubblicazione: "pluralità di voci, veste organica, indirizzo coerente, alieno dalla pedanteria, dal velleitarismo, dall'astrattismo paludato come dalla pacchianeria strapaesana, dallo spirito di clan imbevuto di becero intento revanscista come -per contro- da pedissequi complessi reverenziali; intonazione non "seriosa" ma briosa, ironica quando occorra, sempre composta, lontana cioè dal tono encomiastico-cronachistico del (absit etc.) foglio parrocchiale di periferia".

Rimaneva fuori la politica, possibile fomentatrice di...discordia nell'ambito dell'Associazione, ma comunque si respingeva fermamente la dilagante linea del "vittimismo" e di una fuorviante ricostruzione pseudo-storica delle vicende vissute dalla Sicilia dopo la spedizione dei Mille di Garibaldi, "avanzi di galera". Un mosaico con tessere di colori diversi volte a comporre un quadretto di storia di Sicilia "incontaminata", nelle sue varie espressioni: storia che è natura, che è arte, che è lavoro, che è mito, che è lingua, che è costume, che è tradizione, che è vita.

Le note umoristiche (ricordiamo qui il ridendo castigat mores de “i vespi siciliani”) si alternavano con temi ben più seri come quello della mafia. Di fronte agli interessati “distinguo”, alla pervicace negazione della realtà, alla cortina fumogena della retorica, al silenzio, alle ritorsioni o alle diversioni, si rivendicava la linea "chirurgica"della consapevolezza responsabile.

Obbiettivi che abbiamo perseguito in umiltà e continuità, con risultati (ardua sentenza?) che rimandiamo al benevolo giudizio dei...posteri.
Un giornalino letteralmente "fatto in casa": di cui mi piace qui ripercorrere le fasi della "fabbricazione". In primis, la raccolta degli articoli, frutto della generosa collaborazione di tante persone, soprattutto dalla...madrepatria.

Seguiva la "funambolesca" costruzione del menabò, in lotta con la "tirannia" dello spazio disponibile, condizionato dal costo della stampa (successivamente passata alla fotocopiatura) del giornale, gravante in misura sensibile sul bilancio dell'Associazione editrice. La scelta delle immagini, poi, era condizionata dalla compatibilità con la riproduzione in bianco e nero, essendo ovviamente esclusa la possibilità della stampa a colori.

Arrivata alfine la consueta...sospirata nota (gli "appunti") del Presidente dell'Associazione, il giornalino poteva trovare la sua veste definitiva, puntualmente offerta in anteprima ( mi sia consentita questa nota personale) alla lettura ( una sorta di imprimatur familiare) della padrona di casa, la quale immancabilmente "approvava" (bontà sua) rammaricandosi quando capitava di non vedere - oltre la consueta rubrica de "i vespi siciliani" (per la quale lei stessa aveva disegnato il logo: due vespe con coppola storta)- uno scritto del suo... autore preferito.

Seguiva la fase materiale: la stampa, l'etichettatura, l'impacchettamento, la reggettatura, e infine la consegna... liberatoria all'ufficio postale, in compagnia del cav. Domenico Buono, "siciliano" laboris causa (titolo condiviso con la tesoriera Luciana Fortini Macaluso), che di fatto per tanti anni ha provveduto con scrupolo e precisione a tutte le incombenze di segreteria dell'Associazione.

L'indomani si ricominciava per il numero successivo, e così per ottantacinque volte. In questo ultimo numero una pagina riproduce le immagini di copertina di alcuni numeri del periodico; un'altra elenca tutte le persone che hanno collaborato alla redazione del giornale alle quali - unitamente ai tanti altri che hanno espresso la loro "simpatia" con un contributo economico- va la nostra gratitudine.

Parafrasando il saluto festoso di un noto presentatore siciliano, l'indimenticato Nunzio Filogamo, mi piace concludere questa nota con un:
"Miei cari lettori vicini e lontani, buona fortuna, ovunque voi siate!

                                                                                                       Mario Gallo






Siti dove sono reperibili in pdf gli 85 numeri di Lumìe di Sicilia  pubblicati su supporto cartaceo





Foto di Mario Gallo con Mimmo Staltari ©piero carbone (Racalmuto, 3 agosto 2014)

sabato 3 ottobre 2015

LU MANTU DI MARIA. Scongiuri nostrani e orazioni varie

Orazioni e scongiuri


Corrispondenza con Mario Gallo,  direttore di "Lumìe di Sicilia"

 

Lumie di Sicilia n. 17 - 1993




L'orazione "Lu verbu sacciu" mi è stata riferita dal sig. Angelo Franco detto "zi Ginu", le altre orazioni e gli scongiuri mi sono stati riferiti dalla signora Puma (non ricordo il nome), detta "la Nispulina", sposata col farmacista Argento. Le interviste risalgono agli Anni Ottanta.



sabato 15 agosto 2015

venerdì 14 agosto 2015

TRA FIRENZE E SANT'ANDREA, MARIO GALLO PUNZECCHIA BARBIERI E MACELLAI. Su "Lumìe di Sicilia"






Mario Gallo, I vespi siciliani, in "Lumìe di Sicilia", n. 25 - ottobre 1995 (Firenze)




dalla collezione privata di Mario Gallo in Sant'Andrea di Bonagia (TP)

mercoledì 21 gennaio 2015