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venerdì 14 marzo 2014

MIETITORI SULLA PIAZZETTA

La realtà è come la città di Leibniz, cambia prospettiva a seconda del punto in cui ci si posiziona per guardarla, per ammirarla. 


Tanti sguardi diversi ci restituiscono altrettante sfaccettature e sfumature della stessa città. Sfaccettature e sfumature diverse, osservate da chi è vicino, da chi è lontano, nel tempo o nelle distanze chilometriche, ma alla fine convergenti. 


Come avviene per la Piazzetta e i mietitori di una volta, trasformati in ricordo. 



Cartolina dei primi del Novecento. In primo piano la Piazzetta



Sulla piazzetta
di
 Calogero Restivo


Ora e tempo che sulla piazzetta, al mio paese. Le spalle appoggiate al muro di vento, che scende dalla chiesa di Sant'Anna, in attesa di acquirenti per poche lire in vendita, grumi di stanchezza sotto il sole. Mietitori. Stanno. misto di afa e sudore, la falce appesa alla spalla cotta dal sole, una "bunaca" per cuscino, ammantati di malinconia e mistero, in silenzio.


in Calogero Restivo, Poesie di volti e memorie, Prova d'Autore, Catania 2013.

Bunàca è l'antico nome della giacca.





NOTIZIE

Calogero Restivo, insegnante in pensione, è nato a Racalmuto (Agrigento), attualmente vive e opera a Riposto (CT). Tra Ie sue opere di poesie: Sogno e risveglio (Roma, 2008); Primi

venerdì 22 marzo 2013

PER IL SI' E PER IL NO


  Rileggere vecchi appunti è come ritrovare tracce di sé. E non è solo una questione sentimentale, a volte si ritrovano riflessioni e spunti che vale la pena di rimeditare. Come quelli sul linguaggio degli scrittori: tutto un lavorio sulla lingua che la rende propria, unica: uno stile.









LANZA, Francesco
Mimi siciliani. Novelle e altro ancora
Brancato Editore, 2001
Collana: Biblioteca delle Tradizioni Popolari


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Finalmente lo sto leggendo sistematicamente, nel maggio 2005. Mi era notissimo, lo trovavo citatissimo specialmente dagli autori siciliani.

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Prosa musicale. Nel lavorio stilistico il dialetto si sente ma come assorbito in una lingua italianissima, costruita con rigore, con geometria, con gusto.

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 I contenuti: furbizia, dabbenaggine, religione e riferimenti al sesso.

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Mi pare che nel sentire, erede del Lanza, sia Antonio Castelli con il suo Ombelichi tenui.


CESTA DELL’AUTORE

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se n’era ito, p.8
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s’ebbe un posto sur un naviglio, p.8
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mi sento ricreare, p.9 [= rinfrescarsi, rinascere, sentirsi rinato]
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spigava, p.9 [riferito a campo, cioè crescevano le spighe, es.: il campo spiga] [#verbi]
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a prendersi spasso, p. 10 [= divertirsi, es.: andare in un posto a prendersi spasso]
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la spesa era assai, p. 14 [= costava molto] [#avverbio per l’aggettivo]
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retoni di paglia, p.18 [= in dialetto “rutùna”]
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restarono alluciati a mirarla, p. 20
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fino alle nasche, p. 20
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nessuno se la voleva dar persa, p. 20 [= nessuno si voleva arrendere]
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-       O voi, messere, è quello il sole, o la luna?
E il piazzese:
-       Ahbo’, io forestiero sono! p.20 (“La luna e il piazzese”)
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Passa or passa poi,  p. 22
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per il sì e per il no, p.25
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datemi abento, p.27
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lemme lemme, p. 30
*fatti [= maturi, detto soprattutto di frutto, ma anche metaforicamente] p.39
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Nel più crudo verno, p.40
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La sperlinghese, il marito le era andato lontano, p.48 
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la stimò rubata, p.50

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parlare con la bocca di dietro, p. 56 
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merdicelle di colombi, p.59
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“Tatièb, tatièb, tatièb! o roccapalumbesi, maschi, femmine e d’ogni specie, correte tutti con carabine, schioppi e pistole, che le colombe cacarono in testa allo Spirito Santo vecchio, e s’ha da fare vendetta". p.59
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santiare [= bestemmiare] p.61
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“Te’, te’, la scellerata! – le gridava la ma’ – ancora non è del tutto impennata, e bestemmia come suo pa’.” 






Foto di Louise Hamilton Caico, primi del 1900, attualmente in mostra a Montedoro, a cura di Calogero Messana