domenica 26 febbraio 2017

QUELLE LASTRE DI MARMO... E LA MEMORIA "SCOLLATA". Segnalazione di Lorella Farrauto, presidente dell'Associazione "Cristalli di Sale"

Lorella Farrauto mi invia alcune foto con una nota molto accorata.


Caro Piero, vorrei segnalare tramite il tuo blog lo stato in cui versa un nostro monumento.
Oltre che come cittadina di un Paese che del "sale" si è nutrito in abbondanza, anche come Presidente dell'Associazione socio-culturale no-profit «CRISTALLI DI SALE» (non Onlus), esprimo il mio rammarico per l'incuria in cui versa il monumento ai «CADUTI SUL LAVORO» tra i quali si annoverano molti lavoratori delle nostre miniere di zolfo e di sale: lastre e iscrizioni, distaccate dal basamento del monumento da chissà quanto tempo!, giacciono ammonticchiate a terra; non mi pare dignitoso ricordare in questo modo i nostri defunti! Non è rispettoso per un aspetto importante della nostra storia.
Lorella Farrauto 
presidente dell'Associazione socio-culturale "Cristalli di Sale"

Cara Lorella, 
so che già da qualche mese è stato preso l'impegno 
da parte dell'amministrazione di ripristinare le lastre 
di marmo distaccate: auguriamoci che l'interessamento
 e la partecipazione dei cittadini sia in questo come 
in tanti altri casi un utile sprone.

sabato 25 febbraio 2017

UN DOPPIO APPELLO. Quello del MuDiPa (Museo Diocesano di Palermo) e il Nostro: ritornino i quadri al loro posto

Apprendo da facebook e ne faccio eco anche sul blog, raddoppiando, o triplicando...


schermata facebook
 https://www.facebook.com/profile.php?id=100011596489725


L'appello del Museo Diocesano di Palermo

"A proposito dell'oratorio della Madonna della Grazie alla Meschita di via Calderai, da poco tempo concesso alla comunità ebraica, ecco purtroppo una tela settecentesca trafugata nel 2008 e dedicata al Cuore Sacro della Vergine e la SS. Trinità, iconografia legata alla congregazione di Gesù e Maria che utilizzò quell'oratorio dal 1839. Condividiamola il più possibile, potremmo contribuire a farla ritrovare."



...e il Nostro

giacché ci siamo, facciamo ritornare a Racalmuto il quadro di Pippo Bonanno prestato (sic!) dall'amministrazione comunale  precedente il quinquennio 2007-2012, che non ne ha curato la restituzione, e mai più restituito;



...e il Nostro bis

e giacché ci siamo, si collochi nella nuova sede del Gabinetto del Sindaco anche il quadro donato nel 1990 dagli eredi di Renzo Collura appositamente per tale destinazione. 

giovedì 23 febbraio 2017

A PROPOSITO DI UNA RECENTE SCOPERTA. Carmelo Falco dice la sua e pensa al suo osservatorio.



archivio e pensamenti: LE STELLE A RACALMUTO. Carmelo Falco e il suo osservatorio
Bisogna capire l'estrema vicinanza alla stella a quale "bombardamento" di raggi X sottopone questi pianeti e che campo magnetico hanno gli stessi e se hanno una atmosfera adeguata per la vita.

La cosa certa è che una stella così piccola e fredda ha una vita tra le più lunghe possibili come pure una estrema stabilità.

A pelle direi che è una scoperta clamorosa anche alla luce di una distanza estremamente ridotta per le distanze nell'universo.

Aggiungo un dettaglio: molte volte oggetti che orbitano così vicini tendono a "stabilizzarsi" su rotazioni sincrone (in parole povere mostrano sempre la stessa faccia) che non favoriscono molto la vita o meglio in risonanza orbitale.

Comunque sia ci sarà tanto da studiare e la cosa è oltremodo eccitante :>
Mi riprometto di riprendere Trappist-1 col mio telescopio. È di magnitudine 19, fattibilissima.
Penso che il nuovo James Webb Telescope potrà dirci moltissime cose sia per le sue dimensioni sia per la sua specializzazione nell'infrarosso ❤️

Viva la scienza astronomica!


Le schermate che seguono sono ricavate da: 
















Nel ringraziare per il richiamo ad un vecchio post e per la pubblicazione del commento alla recentissima scoperta di sette nuovi pianeti allineati dove forse è possibile la vita, Carmelo Falco ha fatto seguire, sempre su facebook, con tono colloquiale, alcune riflessioni che sviluppano e completano il precedente commento. Credo valga la pena proporlo anche qui.



Leggere da qui le lancette di un orologio a New York

di

Carmelo Falco

Grazie, Piero, per la risonanza.

In realtà si potrebbero dire altre cose importanti su questa scoperta e non è un caso che la NASA abbia dato così tanto risalto a questa scoperta.
Tra le cose che posso dire per integrare la mia opinione:

- questa giovane stella ha la massa critica appena sufficiente per innescare le reazioni termonucleari tipiche delle stelle. Questo le da estrema stabilità e la vita più lunga possibile per una stella.

- con buona certezza è una stella di seconda o terza generazione, lo dice il suo profilo spettrografico, per cui i pianeti che le ruotano attorno hanno una composizione chimica "ricca" simile a quelli del nostro sistema

- è un sistema molto vicino a noi, 40 anni luce sono pochissimi in termini astronomici. Pensa che questa stellina pur essendo così vicina ha una luminosità estremamente bassa. Nei fatti è un micro sistema solare, un sistema come il nostro in miniatura. O meglio un sistema gioviano un po' più grande;

Se mi chiedi una opinione riguardo alla presenza di vita posso dirti che questo sistema è troppo giovane per la vita evoluta e probabilmente è ancora in una fase in cui la stella si è stabilizzata da poco (ha un decimo della vita del nostro sole, ma vivrà molto ma molto più a lungo) come pure i pianeti che le ruotano attorno.
Tanto è vero che gli studi si concentreranno sulla presenza o meno di elementi propedeutici alla vita come ossigeno, acqua, carbonio, ecc

Aggiungo un ultimo appunto: ho quasi 40 anni e da ragazzo ricordo le pellicole, strumenti che oggi sembrano archeologia.

Allo stesso modo, con le dovute proporzioni, la ricerca istituzionale ha fatto dei passi in avanti inimmaginabili.

Riuscire a "leggere" un sistema dalle dimensioni simili a quello gioviano a una distanza di 40 anni luce è qualcosa che al solo pensiero mi fa sussultare e emozionare grandemente.
Non so se riuscite a cogliere la grandiosità di questi risultati ma credetemi sulla fiducia, è qualcosa di epocale.

Per farvi un esempio terra terra è come se con uno strumento posizionato in Sicilia riuscissi a leggere le lancette di un orologio a New York.

Un caro saluto a tutti.



-1:22

POVERO CONVENTO DI SANT'ANNA. L'amico Di Chiara ha scoperto che...

...sono pure alcuni huomini che si dicono elcanesin, i quali attendono a cercar tesori, che essi credono che siano sepolti nelle fondamenta delle antiche ruine.

Cit. da: Giovan Battista Ramusio, Delle navigationi et viaggi

Non è il caso del nostro amico che, anzi, le rovine apprezza e per esse si commuove.





Così Nino Di Chiara, su fb, ci ragguaglia sull'ennesima esplorazione sicana: 

Oggi pomeriggio escursione fuori porta, meta stabilita Giuliana, alla ricerca del dimenticato convento di Sant'Anna; ecco lo squallore e l'abbandono che ci ha mortalmente colpiti: un manufatto religioso, anche se precisiamo di proprietà privata, letteralmente sommerso da spine e rovi; l'incuria umana sta provocando danni irreparabili al nostro patrimonio culturale.

Commenti al post su fb:
Angelo Cutaia si potrebbe ancora portare ai volumi iniziali, ma ci vogliono parecchi soldi.

Piero Carbone invece di via delle meraviglie, come dovrebbero essere, queste esplorazioni risultano a volte, e tristemente, tante viae crucis




ph ©nino di chiara

martedì 21 febbraio 2017

LAVORI (MUSICALI) IN CORSO. Ci sarà anche il violoncello!



Un compositore ha musicato un mio testo (non posso dire di più). 
Sono commosso, grato e onorato. 
A lavoro ultimato e incisione avvenuta condividerò con gioia la notizia. 
W la musica!

lunedì 20 febbraio 2017

SCRIVERE PER DIFENDERSI. Tacere per comunicare meglio


Maria Zambrano, Verso un sapere dell'anima, Trad. di E. Nobili, Raffaello Cortina, Milano, pag. 25,
cit. in
Anna Burgio, Di schiena. Jeanne Hébuterne senza Modigliani, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2016, pag. 74.



ph ©piero carbone (Caltanissetta, Palazzo Moncada, 17 dicembre 2016)

domenica 19 febbraio 2017

COLLEGAMENTO A "SGARBI PROPONE: LUIGI RUSSO E STEFANO VILARDO NELLA - STRADA DEGLI SCRITTORI -". Considerazioni critiche in un'antica Tesi di Laurea

 archivio e pensamenti SGARBI PROPONE: LUIGI RUSSO E STEFANO VILARDO NELLA - STRADA DEGLI SCRITTORI





Introduzione della mia tesi di laurea a.a. 1984/1985


Parafrasando un giudizio del Guellemin su Voltaire, si potrebbe provocatoriamente dire del Russo: “La pensée esthétique de Luigi Russo, ça n’existe pas” (1), gli si potrebbe riconoscere, tutt’al più, la formulazione e l’esercizio sicuro di una metodologia critica (non del tutto originalmente elaborata) (2).

            L’accostamento a Voltaire non avviene per banale analogia col filosofo francese essendo stato, il Russo, un “Voltaire siciliano” (3), l’analogia, semmai, vuole richiamare la funzione svolta da Russo in Italia nei confronti dello storicismo, analoga a quella svolta da Voltaire, in campo europeo, con le nuove idee filosofiche maturate in Inghilterra.

            Impegnato sul doppio fronte letterario e civile, il critico di Delia, vero polemista di eccezione, suscitò attorno a sé entusiastici ammiratori (4) e avversari irriducibili (5), fu la sua amicizia sincera e il suo giudizio implacabile, anche con gli amici (6).

Non ebbe mai la pretesa di essere un innovatore a tutti i costi, volle realizzare, piuttosto, l’ideale dell’uomo letterato che sa armonizzare le esigenze di un rigore ascetico, tipico dello studioso, con l’impegno etico-politico, secondo il più schietto insegnamento gentiliano e desanctisiano (7), dando esempio in sé del tramonto del letterato “sequestrato” dalla vita (8).

         Accettò il ruolo del critico e commentatore di testi non come un ruolo subordinato e secondario, ma con piena coscienza della dignità “autonoma” della critica (9).

       L’arrovello degli idoli polemici, da una parte, e l’appassionamento per i “suoi”  autori e per le sue idee, dall’altra, gli facilitarono l’individuazione di un mondo d’interessi ben caratterizzato e la creazione di uno stile originale (10).

    Nonostante il tono vivace della polemica, la “reattività morale” (11) lo preservò sempre dalla retorica e diede forza di convinzione alle sue metafore.

     Animatore del dibattito letterario e politico, è stato uno dei punti di riferimento della vita culturale italiana per oltre un cinquantennio; si sentì investito di una missione di rigenerazione morale e si fece assertore dei valori della ragione e della storia in un momento in cui si era volontaristi in politica, frammentisti nella critica, estetizzanti in arte; in un secondo momento, si fece teorico e sostenitore di un cristianesimo laico quando gli parve che gli animi e le menti, invece di esercitarsi liberamente, si piegassero, sotto l’autorità ecclesiastica, al moralismo gesuitico, perché sempre paventò il ritorno di un nuovo oscurantismo controriformistico (12).

            Non privo di contraddizioni e di incertezze nella definizione delle proprie scelte filosofiche e politiche (13), rappresenta una figura di intellettuale da studiare e da capire ulteriormente se si vuole approfondire la conoscenza del panorama culturale della prima metà del Novecento (14).

            Lo scopo del presente lavoro, pertanto, mira a meglio delineare lo specifico del pensiero russiano nel dialogo con i maestri e gli avversari, e a determinare in che misura si tradusse in metodologia critica (15).



            Nella disponibilità a ridefinire le proprie idee va individuata una traccia del sistema critico-filosofico russiano: “E se qualcuno ci domandasse: ma quale il vostro punto di vista nuovo? quale la vostra critica? noi risponderemmo che il nuovo per il nuovo non è stata mai una ricerca scientifica o artistica valida e fruttuosa, e che, nel campo della critica, il nuovo è nel continuo porre nuovi problemi su nuove esperienze, e concretamente risolverli” (16).

            Ma sarebbe riduttivo vedere nel Russo l’occasionale riecheggiatore di temi e motivi trafugati or da questo or da quel pensatore, piuttosto, vorremmo dire il sistema di idee russiano un sistema aperto o composito proteso, senza averne la boria, a risolvere elementi filosofico-estetici desanctisiani, vichiani, crociani e gentiliani. 

Da qui l’importanza che riveste la sua opera (17). 

Non è possibile, infatti, avere scienza ed esercitare scienza, qual è la critica, con un apparato frammentario di idee non bene organato e senza un nucleo teorico che spieghi coerentemente quelle idee e se stesso.

            Certo, sarebbe più corretto parlare di metodo e non di sistema a proposito del Russo e della critica, ma, d’altra parte, sarebbe riduttivo affrontare uno studio su di lui sottolineando preventivamente le sue scarse attitudini speculative (18). L’indicazione, invece, del “sistema virtuale” nel Nostro, più che una suggestione, vorrebbe essere un concreto orientamento di ricerca.

            Quanto egli sia stato uno spirito sistematico si cercherà di precisare, sicuramente non è stato un frammentista alla De Robertis. L’itinerario mentale e umano dell’“irrequieto” Russo risulta, alla fine, una lunga fedeltà a se stesso pur nel difficile compito di revisione delle sue scelte culturali e politiche.

            Le valutazioni dell’opera complessiva e della personalità russiane sono state finora oggetto di disparati e opposti giudizi, oscillano da un Russo psittacus crocianus (così veniva definito in periodo fascista e da fascisti) a un Russo “reincarnazione gentiliana” (accusa rivoltagli dai crociani ortodossi), a un Russo “scrittore brillante e originale” ma poco originale come critico, a un Russo “maestro di vita e di metodologia critico-letteraria”, a un Russo “fossile della critica” (quest’ultimo, il più sommario e sbrigativo tra i giudizi finora registrati).

            Sul piano più prettamente politico è stato definito un “liberale di sinistra”, un “compagno di strada”, uno “storicista militante”, un “animatore della cultura d’opposizione”, il “campione della borghesia più intelligente e progressiva”, etc..

            Ripercorrere il cammino storico-formativo del Russo, ed analizzarne i risultati più maturi e le concrete scelte politiche, porterà naturalmente ad acconsentire con l’una o l’altra delle valutazioni che finora sono state approntate dai vari studiosi sull’opera e sulla personalità del critico siciliano.




            Piuttosto che tentare di dare una nuova formula definitoria, si preferisce studiare le ragioni che hanno portato alle definizioni già esistenti. 

Il giudizio finale, con cui al termine dell’indagine si converrà, non sarà più, forse, e come dice il Croce, “l’antico e il comune”.

venerdì 17 febbraio 2017

PER CALOGERO MARRONE A PALERMO. Echi sulla stampa e sul web

http://www.ragusaoggi.it/77713/scuola
*





http://www.newsicilia.it/scuola/flash-mob-per-ricordare-calogero-marrone-salvatore-centinaia-ebrei/214883
*


*

http://palermo.repubblica.it/societa/2017/02/15/news/mercoledi_fra_musica_e_libri_gli_appuntamenti_del_15_febbraio-158291393/

*


*
http://www.favaraweb.com/2017/02/12/palermo-un-corteo-per-la-via-ritrovata-calogero-marrone/

*


*


*