Comune di Sciacca, Sala Blasco
25 Gennaio 2019, ore 18,00
Afferma Maurizio Piscopo:
"Ho scritto questo racconto al termine della mia carriera di maestro.
Oggi la società sta diventando veramente più cattiva, il nuovo Vangelo è quello di maltrattare gli emigranti, umiliare i poveri, incolparli di tutti i problemi del mondo.
Come maestro ho sentito il dovere di gridare ai genitori di non creare inutili paure ai bambini, di aiutarli a crescere dicendo loro la verità e farli camminare con le loro gambe".
Il racconto è racchiuso in un pugno di pagine, poco più di una decina, ma le motivazioni dichiarate e i messaggi lanciati dall'autore potrebbero impegnare tomi ben più ponderosi.
In particolare colpisce il destino del protagonista condizionato dalle chiacchiere di paese sul suo conto, salvo poi scoprire che la realtà è tutt'altra e di segno opposto.
Il vecchio, contrariamente alla diceria, non rubava i bambini, anzi, li aiutava regalando loro libri e sani insegnamenti.
E allora perché condannare un innocente a vivere con una immaginaria maschera terribile e disonorevole?
E' un'ingiustizia imperdonabile per l'autore quella bugia a cui ricorrevano i genitori per ammonire i figli per le marachelle e il poco studio: "Attenti a quel vecchio, state lontani. E' uno senza cuore che nel sacco infila i bambini cattivi, li porta via e nessuno li rivedrà mai più".
Non c'è alcun ripiego umoristico, seppure amaro e tragico, come nella Patente pirandelliana. La diceria è un'ngiustizia bella e buona senza scuse e senza appello. "Anche nel Vangelo c'è scritto di non giudicare". Perfino quello che potrebbe sembrare un ammiccamento alla comicità di Nino Martoglio smorfiando i casi della vita traducendoli in numeri da giocare al lotto, nel caso del vecchio a cui si è incendiata la falegnameria rivela un insensibile cinismo nei suoi confronti : "fuoco 8, San Giuseppe 19, popolazione 32, spavento 90".
La "parabola" di Piscopo sulla diceria, pur nella sua semplicità, è uno stimolo per autonomi rimandi anche attuali o attualizzanti, basti pensare al metodo Boffo utilizzato dai giornalisti per denigrare calunniosamente qualcuno, o, scorrendo qualche secolo addietro, ai famosi untori della peste manzoniana o, per approdare al mondo classico, al caso di Elena che avrebbe scatenato la guerra di Troia per avere abbandonato il marito spartano Menelao e avere seguito Paride sennonché Euripide, in una sua tragedia, ci dice che Elena rimase fedele al marito Menelao per tutto il tempo dell'assedio alla città di Troia durato dieci anni non essendo mai andata con Paride.
Elena in carne ed ossa, ci dice Euripide, è rimata nascosta e illibata in Egitto mentre quella che avevano visto dalle parti di Troia era una bambola fatta di aria, costruita dalla cattiveria di qualche dea invidiosa, insomma non era Elena, quella vera, ma aveva semplicemente le sue forme. E allora perché tanti lutti? tanto sangue? tante distruzioni di uomini e cose?
In fondo si trattava di aria colorata. Eppure, tanto può una infondata diceria.
Nel Vecchio che rubava i bambini non si adombrano tragici e luttuosi interrogativi perché l'ingiusta diceria, non scevra da conseguenze e sofferenze personali, viene riscattata dal comportamento e dalla vita stessa di chi l'aveva subita, anche se "nei paesi, certe volte, la gente è cattiva, ignorante, crudele".
Il vecchio, con la sua fluente barba bianca, viene descritto quasi come una figura ieratica. Un saggio che si trasmuta da vittima in esempio di tolleranza e di umanità.
"Nel sacco aveva infilato la sola ricchezza che possedeva: tutti i libri che si erano salvati dall'incendio e che ricordavano sua vita passata, quelli che gli avevano permesso di apprendere l'alfabeto, consentito di capire il mondo e non l'avevano mai tradito né umiliato. Come fanno, a volte, gli uomini! E oltre ai suoi, aveva recuperato i libri che la gente buttava nella spazzatura, quelli chiusi nelle soffitte o accatastati nelle bancarelle. Li aveva raccolti perché i libri non hanno scadenza, sono sempre utili".
Come questo racconto che, nella sua brevità e leggerezza, adombra grandi insegnamenti nella loro essenzialità.
Un colpo di fulmine, insomma, un coup de foudre, che nella sua brevità temporale, fende per un attimo l'invadente oscurità. P. C.
Giuseppe Maurizio Piscopo Il vecchio che rubava i bambini,
Aulino Editore, Sciacca 2019.
"Coup de foudre" collana curata dal giornalista e scrittore Accursio Soldano.
Libri a tiratura limitata: vengono stampate soltanto 40 copie.
Converseranno con l'Autore: Piero Carbone, Gisella Mondino e Simona Zangla.
Letture di Antonella Ciaccio e Pippo Graffeo.
Saranno presenti i bambini di una classe della scuola elementare di Sciacca.
Alla fine il maestro Piscopo,
accompagnandosi con la fisarmonica,
eseguirà musiche popolari.