- ▼ maggio (24)
- PADRE CIPOLLA VOLEVA DIMETTERSI
- I "TRASPORTI" NEL 1891
- NEL NOME DEI QUARTIERI
- UN CASTELLO IN MOSTRA
- RITORNO A RACALMUTO SUL LUOGO DELLO... SCATTO
- ANNUNCIO MISTERIOSO
- CHI DA PALERMO ORA VA A CAPACI
- AMARCORD CON GAETANO RESTIVO
- TE LE CANTO IN DIALETTO
- SCIURI SCIURI CHIAMA IL RAP: LU GIRU DI LI VILI. B...
- A SAMBUCA DI SICILIA SE LE MANGIANO
- SAPITI COMU FANNU A RACALÒ?
- I SETTE SINDACI DI RACALÒ
- "ARBA SICULA" E IL DIALETTO IN GIRO PER IL MONDO
- FILÀMA
- I NEGATIVI DELLA VERITÀ (FOTOGRAFICA) DI CHIAZZESE...
- PUPI, PUPARI E PIPINI. EZIO CANTA
- MÂ
- LA MINIERA DEI MODI DI DIRE A RACALMUTO 4 Lu munnu...
- DIECI PASSI AVANTI, DIECI PASSI INDIETRO. Racconto...
- LE ROSE DI MIO PADRE
- ROSE DI MAGGIO
- PADRE CIPOLLA, IL CASTELLUCCIO E I DOLCI DEL COLLE...
- DIECI PASSI AVANTI, DIECI PASSI INDIETRO?
Blog di Piero Carbone (da Racalmuto, vive a Palermo). Parole e immagini in "fricassea". Con qualche link. Sicilincónie. Sicilinconìe. Passeggiate tra le stelle. Letture tematiche, tramite i tags. Materiali propri, ©piero carbone, o di amici ospiti indicati di volta in volta. Non è una testata giornalistica. Regola: se si riportano materiali del blog, citare sempre la fonte con relativo link. Contatti: a.pensamenti@virgilio.it Commenti (non anonimi). Grazie
sabato 31 maggio 2014
PADRE CIPOLLA VOLEVA DIMETTERSI
Mi fa piacere del rinnovato interesse per Padre Cipolla anche grazie alla pubblicazione di alcuni documenti che lo riguardano, da me salvati in extremis poco prima del 1980. In seguito racconterò come.
Le lettere ritrovate sono state in gran parte digitate.
Del resto, a prescindere dalle carte, egli è vivo in quanto molte attività sociali si svolgono nel caseggiato di via Cesare Cantù, secondo precisi orientamenti testamentari. Anche se sarebbe stato opportuno conservare una stanza come una sorta di museo, con il mobilio e altri arredamenti vari tra cui la credenza dove i documenti sono stati in parte trovati.
Su padre Cipolla ho già scritto una tesi, ma riguardante la formazione e l'attività pastorale, e che doveva essere pubblicata da Mons. Cataldo Naro. L'avremmo presentata con un apposito convegno a Racalmuto secondo gli accordi presi con l'arciprete Alfonso Puma. Per vari motivi purtroppo non se n'è fatto nulla. Per fortuna ci sono segnali di interessamento anche da padre del nuovo arciprete Diego Martorana.
Mi riprometto di integrare lo studio iniziale, prima, si spera, della pubblicazione che intendo un atto dovuto alla memoria di Padre Cipolla, alla sensibilità di mons. Cataldo Naro che ha apprezzato la figura di Padre Cipolla e il lavoro di recupero svolto. Dovuto soprattutto alla verità, nei modi e nella misura in cui sarà possibile accertarla e affermarla. Piero Carbone
Petizione al “Beatissimo Padre”
(Racalmuto, 24 gennaio 1912) ?
Beatissimo Padre,
I
sottoscritti componenti il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa
Agricola Maria Ssma Immacolata fondata in Racalmuto, umilmente prostrati ai
piedi di Vostra Santità (1) espongono, che Cassiere di quest’Opera
economico-sociale è il Sac. Giuseppe Cipolla fu Alfonso, nominato
dall’Assemblea Generale dei Soci ad unanimità di voti.
Ossequentissimo (sic) il Sac. Giuseppe
Cipolla alla sovrana disposizione (2) della Santità Vostra del 18 Novembre
u.s., vuole rassegnare le dimissioni di tale carica.
Or gli esponenti, temendo che da
queste dimissioni la cooperativa possa (3) correr pericolo della sua stessa
esistenza, tanto necessaria al Comune di Racalmuto; si permettono implorare
dalla Santità Vostra la grazia, che il Sac. Cipolla possa rimanere nella carica
dall’Assemblea affidatagli.
Tanto sperano.
E implorando l’Apostolica
Benedizione, si raffermano
Racalmuto, ...
N.N. Presidente
N.N
Consigliere
“
“ “
1 spedita il giorno 20 Dicembre
1912 (4)
2 spedita il 24 Gennaio 1912
3 spedita Racalmuto 12 aprile 1917
4 spedita in Girgenti il 1 Novembre
1916
------------
(1) Espressione cassata: “si
permettono”.
(2) Espressione cassata: “
Pontificia del 18”.
(3) Espressione cassata:
“soffrire”.
(4) Le quattro date sono indicate
con diverso inchiostro o a matita in calce alla lettera.
(5) Sul retro del foglio vi sono le
seguenti annotazioni con grafia di Padre Cipolla: “Suor Gesù (?) Lentini Rimb: £ 235 – Lentini Marietta dep: £ 100 –
Tirone Vincenzo dep: £ 25. Scriverò Carrubba Maria fu Calogero £ 100 – Salvo
Paolo rimborsa £ 500 – Maria Rosina Dep: £ 500 Libro N. 151 – Carmela Marranca
fu Raff: Dep £ 700 Libro N 150”
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venerdì 30 maggio 2014
I "TRASPORTI" NEL 1891
13. Atto di appalto pel servizio di carrozza dal centro abitato di questo Comune di Racalmuto alla Stazione Ferroviaria omonima e viceversa in capo a Di Marco Francesco fu Francesco Paolo per il prezzo di £ 990.00 annue (22 ottobre 1891).
Tulumello
Salvatore Farmacista, assessore anziano “colle funzioni di Sindaco per la
mancanza del Titolare. Liborio Rao, Segretario. Testimoni: Carmelo Amella e
Alfonso Alfano.
La durata dell’appalto era di tre
anni: dal 1892 al 1894 incluso.
Dal
Capitolato d’appalto:
Art. 8. “Le carrozze dovranno essere
mantenute sempre in buono stato e decenti ed una di esse avrà la forma di
Omnibus e contare non meno di otto posti interni.”
Art. 9. “L’aggiudicatario avrà il
diritto di esigere da ogni passeggero Centesimi Trenta di giorno e centesimi
Quaranta di notte. Ogni personale che viaggia ha il diritto portare seco una
valigia o altro oggetto del peso non oltrepassanti i Chilogrammi trenta.”
Art. 11. “L’aggiudicatario non potrà
rifiutarsi con chicchessia a dargli il posto di passaggio finché vi saranno
posti disponibili in concorrenza del numero stabilito.”
Art. 12. “Il cocchiere dovrà vestire
decentemente e portare il berretto coll’insegne e lo stemma Municipale.”
Art. 14. “E’ obbligo
dell’aggiudicatario di far tutte le pratiche allo scopo di ottenere
dall’amministrazione delle Regie Poste il servizio del trasporto dei sacchi
postali.”
Foto: Stazione ferroviaria di Racalmuto postata da "Racalmuto ieri oggi" sul gruppo fb "Sali d'argento. Raccolta fotografica digitale di Racalmuto".
Documento citato in:
Foto: Stazione ferroviaria di Racalmuto postata da "Racalmuto ieri oggi" sul gruppo fb "Sali d'argento. Raccolta fotografica digitale di Racalmuto".
giovedì 29 maggio 2014
NEL NOME DEI QUARTIERI
Rimangano almeno le parole
Chi doveva dirlo che l'universalismo o globalizzazione, insomma il maggior nemico del localismo, sarebbe stato il suo maggiore alleato, come dire, l'omologante Mc Donald che fa rivalutare l'unicità del panino cu a meusa, l'OGM che fa rinverdire la tumminìa o l'universale e gassosa cocacola che fa apprezzare il passito di Pantelleria e la bontà delle cipolle rosse di Tropea!
L'universale che omologa e appiattisce spinge a rivalutare il particolare che conferisce identità, sia pure la sagra del cappero!
Insomma, se trasferiamo queste dinamiche alla cultura, alle tradizioni e al linguaggio possiamo dire di essere nella fase del ritorno, della riappropriazione di un mondo, del nostro, ognuno del proprio, il mondo dei sapori antichi, delle tradizioni dismesse, dei dialetti perduti. Internet docet: virtualmente si cerca di riaffermare il molecolare mondo delle varietà, delle particolarità, dei microcosmi, in particolare, dei linguaggi, dei dialetti, delle parlate.
Si vedano, a testimonianza abbondante di ciò, le endemiche iniziative dei gruppi fb:
- Sei di Campobello se... - Sei di Racalmuto se... - Sei di Carrapipi se... - Portiamo avanti la lingua siciliana e la poesia nei dialetti d'Italia - Proverbi e modi di dire dei paesi della provincia agrigentina, Proverbi popolari: Prizzi, etc etc etc.
O per non fare torto a nessuno, per omessa citazione, cercate su un motore di ricerca dove vi conducono le parole "siciliano" "poesie siciliane" "feste popolari siciliane" "sagre in Sicilia" "ricette siciliane". Vi troverete anche un Raduno di Cane da mannara noto come Mastino o Pastore siciliano.
La lingua siciliana e ciò che essa veicola non più pascolo per nostalgici o iniziati, poeti popolari o elitari accademici.
Ora sta diventando terreno fertile anche per la canzone moderna, come ci informa Roberto Sottile in una sua recente indagine, sostenendo di fatto lo "sdoganamento" del dialetto che poteva ritenersi fino a poco tempo fa limitato e quindi penalizzante.
Dal planetario inglese al dialetto locale, un bel salto. In avanti? All'indietro?
A seconda dei punti di vista.
Comunque sia, in qualche paese, questa riappropriazione coincide anche con la celebrazione dei nomi dei quartieri.
Forse, un messaggio: monumentiamo i nostri ricordi, il loro risveglio per un grande Palio della memoria ritrovata sarà possibile se questi ricordi troveranno una "casa" da inabitare e non la troveranno cancellata o abrasa del tutto.
Così è avvenuto a Sambuca di Sicilia (anche se il Palio nella realtà da qualche anno non si corre più), i nomi dei quartieri sembrano bandiere che attendono il vento della storia per sventolare.
Non a caso da qualche anno le scuole palermitane adottano anche i quartieri e non solo i monumenti: per non dimenticare, per riscoprire.
Ma ognuno ricordi e risvegli i propri:
Carminu
Guardia
Parma
Culleggiu
San Pasquali
Cuozzu di la Mannarocca
San Giulianu
San Franciscu
Funtana
Darriè li casi
Spina
Patreternu
Bastiuni
Sanghiriguoli
Hiurera
Matrici
Sant'Anna
Priatoriu
Acchianata di lu Signuri
Scinnuta di lu Signuri
Armi Santi
Stazzuni
...
Foto proprie, scattate a Sambuca di Sicilia, Maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
UN CASTELLO IN MOSTRA
In realtà è il Castello che ospita le mostre ma per noi il Castello, in ideale e visivo collegamento con il Castelluccio erto sull'omonimo monte, non è un neutro contenitore culturale, è principalmente se stesso: mentre ci offre sguardi di bellezza pittorica o fotografica rimanda compiaciuto alle proprie pietre, alla propria possanza, alla propria storia, alla propria "personalità".
Una condizione di vitalità molto lontana da quando agli inizi del secolo scorso era abbandonato e, come scriveva padre Cipolla al Principe Naselli di Aragona, "rifugio ai gufi e alle colombe".
Una condizione di vitalità molto lontana da quando agli inizi del secolo scorso era abbandonato e, come scriveva padre Cipolla al Principe Naselli di Aragona, "rifugio ai gufi e alle colombe".
INAUGURAZIONI DI MOSTRE IN ORDINE DI TEMPO
1 GIUGNO
5 GIUGNO
8 GIUGNO
post correlato:
lunedì 26 maggio 2014
RITORNO A RACALMUTO SUL LUOGO DELLO... SCATTO
Più di cento anni fa Louise Hamilton Caico fotografava il Castello e altri luoghi racalmutesi, quegli scatti appartengono ormai alla storia della fotografia:saranno in mostra dall'8 giugno.
sabato 24 maggio 2014
ANNUNCIO MISTERIOSO
Un po' di mistero non guasta
Un segno di stima da parte di chi li ha a me indirizzati, che ricambio.
Argomento? Top secret.
Ma appena il lavoro sarà pronto, avremo il piacere di condividerlo. Gli specializzandi infatti sono d'accordo.
Se poi si potesse avere la presenza anche del Professore che li ha indirizzati sul detto argomento, sarebbe un'occasione di riflessione ancora più ricca!
venerdì 23 maggio 2014
giovedì 22 maggio 2014
AMARCORD CON GAETANO RESTIVO
Con Leonardo Sciascia. Racalmuto, Sede del consiglio comunale, 1980
La conversazione, in realtà più diffusa, con Gaetano ha avuto luogo qualche mese addietro su "Sali d'Argento", il gruppo Facebook che si ripropone di raccogliere le foto storiche di Racalmuto e dei racalmutesi in vista di un Archivio fotografico digitale.
Gaetano Restivo
Intervengo su invito del caro amico Piero Carbone.
La prima ' recita ' fu nel Luglio del 1978, guidata da Eugenio Napoleone Messana - che ebbe poi, purtroppo, morte improvvisa appena due settimane dopo la prima...
Negli anni a seguire, grazie al prof. Nicolò Macaluso e a Piero Carbone, continuò a far parte della ' fiesta '; e continua tuttora. Il primo anno fu una sorta di evento. Eugenio Napoleone Messana era tornato da poco a Racalmuto ad insegnare alla scuola media. Ricordo che mise in piedi un gruppo teatrale scolastico. Era nata da poco la prima Pro Loco, c'era un certo fervore in paese, fervore che, all'inizio, prescindeva dalla presenza più costante di Leonardo Sciascia in paese.
Come fu e come non fu, la memoria mi tradisce, si pensò di ripristinare la recita per la festa, forse per iniziativa di qualcuno della Pro Loco e se ne parlò con 'Geniu, perché adattasse in siciliano la versione del Caruselli, mi pare. Ne fuentusiasta e in due tre settimane il testo era pronto. Ricordo una serata al Circolo di Cultura dove 'Geniu, per la prima volta, lesse quanto aveva magnificamente scritto. " Talia Firnandu quantu curtisii..."
Eravamo un centinaio e tutti con la bocca aperta. In quei versi c'era il paese, le sue memorie, la sua storia, la sua gente, martoriata dal duro lavoro e dalla povertà. E dall'emigrazione...Era fine Maggio mi pare. Bisognava scegliere gli, parola grossa, attori.
Quelli di noi già vicini alla Pro Loco si fecero avanti. Era il momento in cui ci siamo sentiti veramente racalmutesi, parte di una cosa importante per il nostro paese. Che entusiasmo !
Le prove le facevamo ogni sera alle sette a casa di 'Geniu, in cucina. Mandarla a memoria fu una questione di ore - per anni, e tuttora, chi ha partecipato è ancora in grado di recitarla quasi per intero a memoria. Ogni sera dalle 7 alle 9 lì a recitare, con 'Genio che ci guidava. Faceva persino lo spadaccino...
La prima volta io ero Fernando, lo scudiero di Piero Carbone, che interpretava Eugenio, Principe di Castronovo. E con Piero, mi sento sempre ancora un pò, tuttora, Fernando... Ricordo una foto del palco della prima recita in cui si vede, dietro, la testa pelata di 'Geniu, con barba e baffi, lì a fare da suggeritore.
Dopo la recita si doveva fare, come è d'uso da noi, un incontro per festeggiare, che poi sarebbe stato uno schiticchiu. Non ce ne fu il tempo, per l'improvvisa scomparsa di 'Geniu, che velò di malinconia quell'estate.
Per chi ha passato gli ...anta, e comincia a pensare a quello che mio zio Nicolò La Rocca chiamava ' sunset ' - anche se, con figli piccoli, si è costretti a vivere per almeno altri vent'anni... - ripensare quell'estate, e le successive, dà molta malinconia...
Ma Racalmuto ha bisogno di guardare anche avanti.
Negli anni a seguire, grazie al prof. Nicolò Macaluso e a Piero Carbone, continuò a far parte della ' fiesta '; e continua tuttora. Il primo anno fu una sorta di evento. Eugenio Napoleone Messana era tornato da poco a Racalmuto ad insegnare alla scuola media. Ricordo che mise in piedi un gruppo teatrale scolastico. Era nata da poco la prima Pro Loco, c'era un certo fervore in paese, fervore che, all'inizio, prescindeva dalla presenza più costante di Leonardo Sciascia in paese.
Come fu e come non fu, la memoria mi tradisce, si pensò di ripristinare la recita per la festa, forse per iniziativa di qualcuno della Pro Loco e se ne parlò con 'Geniu, perché adattasse in siciliano la versione del Caruselli, mi pare. Ne fuentusiasta e in due tre settimane il testo era pronto. Ricordo una serata al Circolo di Cultura dove 'Geniu, per la prima volta, lesse quanto aveva magnificamente scritto. " Talia Firnandu quantu curtisii..."
Eravamo un centinaio e tutti con la bocca aperta. In quei versi c'era il paese, le sue memorie, la sua storia, la sua gente, martoriata dal duro lavoro e dalla povertà. E dall'emigrazione...Era fine Maggio mi pare. Bisognava scegliere gli, parola grossa, attori.
Quelli di noi già vicini alla Pro Loco si fecero avanti. Era il momento in cui ci siamo sentiti veramente racalmutesi, parte di una cosa importante per il nostro paese. Che entusiasmo !
Le prove le facevamo ogni sera alle sette a casa di 'Geniu, in cucina. Mandarla a memoria fu una questione di ore - per anni, e tuttora, chi ha partecipato è ancora in grado di recitarla quasi per intero a memoria. Ogni sera dalle 7 alle 9 lì a recitare, con 'Genio che ci guidava. Faceva persino lo spadaccino...
La prima volta io ero Fernando, lo scudiero di Piero Carbone, che interpretava Eugenio, Principe di Castronovo. E con Piero, mi sento sempre ancora un pò, tuttora, Fernando... Ricordo una foto del palco della prima recita in cui si vede, dietro, la testa pelata di 'Geniu, con barba e baffi, lì a fare da suggeritore.
Dopo la recita si doveva fare, come è d'uso da noi, un incontro per festeggiare, che poi sarebbe stato uno schiticchiu. Non ce ne fu il tempo, per l'improvvisa scomparsa di 'Geniu, che velò di malinconia quell'estate.
Per chi ha passato gli ...anta, e comincia a pensare a quello che mio zio Nicolò La Rocca chiamava ' sunset ' - anche se, con figli piccoli, si è costretti a vivere per almeno altri vent'anni... - ripensare quell'estate, e le successive, dà molta malinconia...
Ma Racalmuto ha bisogno di guardare anche avanti.
Piero Carbone
Tamì, mi fai ricordare che dopo la prima recita del 1978 messa su dal prof Messana, che subito dopo venne meno, assieme, tu ed io, proponemmo al prof Macaluso di assumere la regia, se ti ricordi lo fermammo e glielo chiedemmo davanti alla Matrice, egli accettò e per alcuni anni, finché ci fu padre Mattina curò la recita per conto della Pro Loco, poi lasciò quando ci fu il cambio di reggenza al Monte, nel frattempo io ero più disponibile perché da poco laureato e curai la regia fino al 1988.
Dovresti conservare una copia in carta velina del testo battuto a macchina con inchiostro rosso della Recita da parte di Eugenio Messana.
Piccole cose, lo so, ma affettivamente grandi.
***
La foto, se non ricordo male, è di Alfonso Chiazzese.
mercoledì 21 maggio 2014
TE LE CANTO IN DIALETTO
Ieri, in occasione della presentazione, nell'ex convento di Sant'Antonino di Palermo, del libro di Roberto Sottile, Il dialetto nella canzone italiana degli ultimi venti anni, Aracne editrice, Roma 2013, è stato un bel ritrovarsi. Tra amici del dialetto: studiosi, autori, ascoltatori, interessati uditori.
Con la presenza di cantanti e gruppi musicali si è in parte materializzato quanto si legge nel libro (vuol dire che aggiorneremo il vecchio detto ovvero "tra il dire e il fare c'è di mezzo il cantare!):
“Il variegato e ampio panorama della canzone neodialettale
disegna un quadro dinamico e sfaccettato, all’interno del quale il codice
locale – più o meno arcaicizzante, più o meno italianeggiante, più o meno
mescidato all’italiano o ad altre lingue, più o meno “destrutturato” (cfr.
Berruto 2006) – emerge nel riuso artistico quale straordinaria possibilità
espressiva utile ad ampliare il “potenziale di variazione” (Moretti 2006) e a
soddisfare l”attesa di poesia” alla quale sono chiamate a rispondere tutte le
canzoni”. (Incipit dell'Introduzione)
Cronaca dell'evento
Un grazie agli artefici di questo inedito avvenimento:
Roberto Sottile, Mari D'Agostino, Grazia La Paglia, Giuseppe Paternostro, Vincenzo Pinello, Angela Castiglione, Liborio Barbarino, Francesco Giunta, Ezio Noto, Peppe Qbeta, Biagio Di Gesaro, Alessandra Macellaro La Franca, Pietro Mendolia Malanova, Cannatella Giovanni, Moffo Schimmenti, Francesco Anselmo, Nicola Pollina, Nanni Cicatello
Foto proprie tranne la seguente che è di Nicola Pollina:
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/05/pupi-pupari-e-pipini-ezio-canta.html
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