I miei, ormai da parecchi decenni, sono stati appelli "per" la Fondazione Sciascia, non "contro". Disinteressatamente (mi hanno procurato soltanto "nemici" e porte chiuse, e cancellazioni di "amicizia" sui social).
Se non erano constatazioni su eventi, afferivano l'organizzazione dell'Ente funzionalmente all'attuazione delle sue finalità culturali e statutarie.
Eppure, da tanti sedicenti sciasciani pro Fondazione o sono stati ignorati o osteggiati.
Un bel giorno, dopo tanti e tanti anni, non si sa come e perché, o si sa benissimo, taluni, che prima negavano arrogantemente criticità e problemi vari, li scoprono di colpo. E ruggiscono.
Che dire? Che pensare? Era sincera miopia quella di ieri? E' sincero ravvedimento quello di oggi? Vien da pensare. Verrebbe da dire. Come sentenziò quel famoso avvocato "la meglia parola è chiddra ca nun si dici"? Chissà. Sia concessa una digressione linguistica.
A proposito di autoproclamatisi sciasciani pro Fondazione e alla luce dei fatti e degli sviluppi posteriori, non esclusi quelli derivati da carte bollate e vere proprie denunce, e a prescindere da assi ereditari, ruoli e cariche istituzionali, credo che sulla facciata della Fondazione si potrebbe apporre il cartello che si leggeva sulla facciata del manicomio di Agrigento a proposito dei pazzi "ospiti": NON TUTTI LO SONO, NON TUTTI CI SONO.
P.S.
Parafrasi sì, ma speriamo che l'epilogo della Fondazione Sciascia non sia analogo a quello dell'ex Manicomio di Agrigento. Che tristezza sarebbe! Che fallimento! Altro che cassandre! Altro che voci "clamanti" nel deserto!
Noticina
Vorrei corredare la suddetta riflessioncella con quanto da me asserito e proposto nelle sedute del consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia alle quali ho partecipato come membro di diritto in quanto assessore alla Cultura pro tempore del comune di Racalmuto. Richiesta dei verbali avanzata il 18.7.2014 prot. n. 17, reiterando una richiesta dell'anno precedente.