giovedì 6 dicembre 2018

IL CAMMINO ARTISTICO DI RENZO COLLURA. Dal catalogo della mostra di Pavia 2016

Nell'imminenza di un evento beneaugurale per il Maestro Renzo Collura di Grotte



IL CAMMINO ARTISTICO DI RENZO COLLURA
di
Piero Carbone


...πλούσιος με όσα κέρδισες στο δρόμο, μη προσδοκώντας πλούτη να σε δώσει η Ιθάκη 
                                         K. KAVAFIS

Nell’Auditorium “Santa Chiara” di Racalmuto, venne a scandire con passo cadenzato profondità e larghezza della sala per commisurare alla superficie delle pareti un numero consono di tele da esporre. 
Era l’estate del1989. 
In prospettiva dell’imminente mostra dipinse furiosamente, con una tavolozza di ripensate cromie, ma quella che poteva rappresentare l’ultima antologica si sarebbe trasformata nella prima retrospettiva a causa della malattia e della sopraggiunta morte.

Quei passi però non restarono infruttuosi, la mostra si fece lo stesso, e solennemente, nella primavera dell’anno successivo. Altri passi metaforici 
avrebbe continuato a fare l’altalenante “fortuna” di Renzo Collura tra episodici slanci e lunghe battute d’arresto. Altri passi il Nostro ha compiuto in tutta la sua vita. 
Nel ripercorrerli diacronicamente si scorgeranno i segni di un consapevole cammino.




Renzo Collura nasce a Grotte, in provincia di Agrigento, il 29 maggio 1920. 

Si forma tra Agrigento e Palermo, ma compie la sua educazione artistica a Torino.
In Grecia, durante l’occupazione italo-tedesca, ha modo di conoscere, oltre alle testimonianze dell’antichità classica, quelle dell’arte bizantina, nelle chiese ortodosse e nelle raccolte di Atene e Corinto. Si esercita anche nel restauro di antiche icone presso laboratori artigiani locali.
Passato successivamente in Albania, vi rimane, anche dopo la liberazione, 
quale “specializzato”, alle dipendenze del ministero per la Cultura popolare,





con l’incarico di organizzare e dirigere corsi di “avviamento artistico” a Skutari e a Durazzo, fino al rimpatrio avvenuto nel 1947.
A Palermo, dove si stabilirà, afferma la sua personalità poliedrica e compatta: riuscirà a essere, senza disperdersi, pittore metodico, attivo operatore culturale, pubblicista, studioso e critico d’arte fin dagli esordi.

Diversi suoi scritti si trovano negli atti di numerosi convegni specialistici nonché su svariati giornali e riviste, dove inizialmente si firmava con pseudonimi come Lorenzo Collura, Laurus, o Lauro di Grotte. Forse non è un caso se con quest’ultimo pseudonimo firma un articolo dedicato al poeta Achille Leto (“Sicilia del Popolo”, 21 luglio 1949).



Il giovane Collura prima di dedicarsi quasi esclusivamente alla pittura, alla sua promozione e alle riflessioni intorno alla pittura e alle opere d’arte in genere nonché alla conservazione e al recupero di beni artistici e monumentali, segue con avida e molteplice curiosità la vita culturale della città di Palermo, senza mai rinnegare però le origini: la sua Grotte, allora un piccolo centro agricolo e minerario nella remota provincia agrigentina, con i suoi riti, monumenti e personaggi sarà una costante della sua produzione.

Un punto centrale della sua attività artistica e culturale è il periodo legato alla Civica Galleria d’Arte di Palermo.




In mille modi, infatti, si prodiga, nel dopoguerra, per la ricostruzione e la riapertura della Galleria, e grazie alla certosina catalogazione delle opere, compila nel 1974 un’utilissima Guida illustrata. 
Sotto la sua direzione ventennale, la Galleria non fu un freddo museo di opere inerti bensì occasione di stimolanti incontri con artisti e studiosi, siciliani e non, tra i quali menzioniamo Pietro Consagra, Renato Guttuso, Maria Accascina, Corrado Cagli. 
Contemporaneamente, l’artista Renzo Collura dipinge, riscuotendo consensi.

Anche in questo periodo partecipa a numerose rassegne regionali e nazionali; cura la promozione di sé, della sua pittura, sempre attento all’evoluzione artistica dei suoi coetanei nonché degli esordienti di talento e dei giovani, mai trascurando la promozione e il potenziamento della Galleria, di cui resta direttore fino al 1977. 
Una volta libero da questo impegno, intensifica la sua attività pittorica ed espositiva, per merito della quale conseguirà ulteriori conferme e riconoscimenti.





L’ultima mostra, quasi premonitrice, intitolata “Processione delle Ombre”, viene tenuta nella chiesa di San Saverio, a Palermo, nel marzo del 1989, alla vigilia della sua morte, avvenuta, dopo un’improvvisa e tragica malattia, il 19 dicembre dello stesso anno.
Sue opere figurano, oltre che nella chiesa dei Francescani di Skutari, in raccolte pubbliche e private, in Italia e all’estero.

Il tema religioso è una costante nella pittura di Renzo Collura, sensibile alla commistione di sacro e profano negli aspetti liturgici e nei luoghi di culto del cattolicesimo.


Altri temi ricorrenti sono “processioni, archeologie, episodi dell’architettura arabo-normanna, luci meridiane, vespertine, terse vedute mattutine, solari composizioni in virtuale movimento caleidoscopico”, come dice Giorgio Segato, per il quale “il disegnare e il dipingere di Renzo Collura è stato un costante rinnovarsi della visione intima: insieme rivisitazione della realtà ed evocazione mnestica, ma di una memoria affettiva vigorosa, con radici profonde nei ritmi e nei segni della Sicilia”.




Città, paesi, gente illustre e cattedrali, dunque, monumenti e processioni sono le immagini preferite da Renzo Collura, ma un posto di rilievo occupano senza dubbio due paesi siciliani.
A Racalmuto egli si ritenne elettivamente legato per tanti motivi ma soprattutto perché fu la patria del secentesco Pietro D’Asaro detto l’Orbo di Racalmuto, un pittore serioso di scene sacre e di scene profane dall’alterna fortuna critica misurata sulla lunghezza dei secoli.


Con Grotte il pittore ebbe un intenso, scontroso rapporto di odio-amore, nutrendo un amore viscerale per il suo luogo natio ma riconoscendone la grettezza e l’arretratezza culturale.
Allo scopo di promuovere l’arte e la cultura nel paese, si adoperò 
nell’organizzazione di eventi significativi, tra i quali si ricordano la Via Crucis e la creazione di murales, entrambi realizzati con il concorso di noti pittori d’Italia che affluirono nel piccolo paese agrigentino.

Uno scampolo di fontana settecentesca, nella ex piazza della Fontana di Grotte, ricorre con ossessiva presenza nei suoi quadri quale simbolo di resistenza all’incuria e alla smemoratezza degli uomini. 
Nel decennale della morte, quella piazza gli è stata intitolata dall’amministrazione comunale.

Tuttavia questo rischia di rimanere un segno isolato, una tappa di un cammino di riappropriazione e valorizzazione dell’illustre concittadino che non ha mai avuto un adeguato seguito.

Neanche a Palermo, dove sarebbe stata doverosa e opportuna sede, si è mai concretizzata la retrospettiva periodicamente annunciata.


Ma come in vita Renzo Collura è voluto andare via dal suo paese per realizzare sogni e aspirazioni altrove, altrove per fortuna la sua pittura continua il suo cammino ideale.
Pavia rappresenta un punto di arrivo ma anche, di quel lontano cammino, una felice ripresa.


Palermo, 2016





TESTI DI RENZO COLLURA

Guida Illustrata: La Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo” Municipio di Palermo 1974
La Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”, nel periodico “Sicilia” n.44Editore S. F. Flaccovio, Palermo.
Opere plastiche e pittoriche inedite o poco note nel territorio dell’agrigentinoStampatori tipolitografici associati, Palermo 1986
Il ritratto palermitano nell’800Atti del convegno IX settimana nazionale dei musei, Palermo 1966.
Dai depositi della galleria d’arte moderna: opere inedite di artisti siciliani dal 1800 al 1950 Atti del convegno XIV settimana nazionale dei musei, Palermo 1971
Omaggio a Luigi Carmona, ass.to regionale beni culturali e della P. I., Palermo 1986
Le arti in Sicilia nel ‘700, Istituto di storia moderna, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università deglistudi di Palermo, 1985
Palermo 1900, a cura della Civica Galleria d’Arte Moderna “Empedocle Restivo”Società editrice Storia della Sicilia, 1981
Il poeta Achille Leto, Sicilia del Popolo, 21 luglio 1949
Relazione sulla conferenza del prof. Koliqi al Centro di studi albanesi di Palermo sull’epica popolare albanese di Giorgio Fishta, Sicilia del Popolo
Cronaca della commemorazione del poeta Giuseppe Longo, L’Ora, 30 maggio 1953
Sta scrivendo il be-pop un nuovo capitolo del jazz? Intervista con un autore di musica leggera.
Conversazione con Gino Delan, nome d’arte di Iginio Amato, Sicilia del Popolo, 12 aprile 1950
Padre Michele Maria Vinti predisse il giorno della sua morteSicilia del Popolo, 23 marzo 1950 (con lo pseudonimo Lauro di Grotte)
Una panoramica dei suoi interessi culturali ancor più articolata è confermata dalla quantità di articolie interventi rintracciabili in svariati giornali e riviste, tra cui: “Il Cenacolo”, “Il Duemilista”, “La Via”, “Sicilia Bella”, “Giornale di Sicilia”, “Gazzetta di Sicilia”, “L’Ora”, “Illustrazione Siciliana”, “Sicilia del Popolo”, “Sala d’Ercole”, “Antichità e Belle Arti”, Sicilia”, “Sintesi”, “Scena Illustrata”, “L’Unità”.






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