mercoledì 15 settembre 2021

RICORDARE IL POETA FRANCESCO SETTICASI RECITANDO LE SUE POESIE. In presenza e on line


Lunedì 13 settembre alle ore 19 al Terrazzo di bar Portapó di Agrigento è stata dedicata  una serata di poesia a Francesco Setticasi; ogni poeta intervenuto ha letto, in presenza o tramite collegamento telefonico, una propria poesia ed una di Francesco. 
Sollecitato dall'evento, ripubblico le foto di un incontro poetico musicale con Francesco Setticasi e Antonio Zarcone , organizzato nell'agosto del 2017 all'Arcosoli da Antonio Liotta in veste di editore e poeta egli stesso. 
Ringrazio per l'invito.
In omaggio al poeta Setticasi, da Palermo, telefonicamente, ho voluto leggere "Un amore", una delle poesie declamate da lui stesso il 20  d'agosto 2017 sotto il tempio di Giunone. 
A tal proposito ho pubblicato su fb il relativo filmato girato da mia figlia Laura. 
Un bel ricordo. 
Dopo il recital, amabile è stato il conversare a tavola; Francesco era con la sua adorata Rosellina, ispiratrice e destinataria di tante poesie d'amore.

Link:






Con Francesco Setticasi, Antonio Liotta e Antonio Zarcone
"Poeti nella Valle", 20 agosto 2017




venerdì 10 settembre 2021

IO NON CI STO. In occasione del famigerato centenario




Lo constatavo tra sciasciani e anti sciasciani nel 1989 ma a distanza di decenni, mutatis mutandis, tra gli stessi sedicenti sciasciani, non immaginavo si arrivasse a tanto. Nei noti territori, prima era latente o episodico ma per il centenario della nascita di Leonardo Sciascia (1921- 2021) si è raggiunto l'acme: intellettuali e liberi militanti culturali, scrittori e verseggiatori, giornali e giornalisti, amministratori della prima e dell'ultima ora, assessori e assessorati,  più o meno acquartierati in Fondazione Sciascia, Casa Sciascia, Strada degli Scrittori, Malgrado Tutto, (inizialmente nel Circolo Unione), Amministrazione Comunale... si fanno la guerra fra loro a forza di eventi contrapposti e reciprocamente escludentisi, nel nome di Sciascia naturalmente. O innaturalmente. 

Tra chi ignora, chi blandisce, chi lancia giavellotti e chi invita a schierarsi, io da semplice racalmutese non ci sto.

Forse temendo questi sviluppi, Claude Ambroise anticipatamente mise le mani avanti dichiarando che mai avrebbe voluto far parte del partito degli sciascisti radicali. 

Con questo intendimento ho riportato ne Il mio Sciascia, (Grifo editore, Palermo 1990; precedentemente in Nuove Effemeridi, n. 8 -1989) il seguente pensiero di Sciascia: "Quelli che la pensano come noi appunto sono quelli che non la pensano come noi"  (in Nero su Nero)


La foto

La foto è stata scattata nel 1980 in occasione della recita della Recita in un atto La vinuta di la Madonna di lu Munti a Racalmuto messa in scena nella sala consiliare appositamente per lo Scrittore che non l'aveva potuto vedere in precedenza in occasione  dei festeggiamenti della Madonna del Monte.

mercoledì 8 settembre 2021

TESTA DI TURCU. Ballata di Antonio Zarcone (musica) e Piero Carbone (parole)



TESTA DI TURCU. Ballata Parole di ©Piero Carbone - Musica e voce di ©Antonio Zarcone Presentata alla IV edizione di "Salva la tua lingua locale" (12 agosto 2021) a cura della Pro Loco di Santa Margherita Belice (Presidente Erina Montalbano). Video di Francesco Graffeo Testo in dialetto: Ritornello: Ti dissi "resta" e tu dicisti "no", Testa di Turcu e basilicò. L’amuri di luntanu nun mi vasta Di la tò crozza iu nni fazzu grasta. Ti dissi resta, tu dicisti no. Testa di Turcu e basilicò. Basilicò ci chiantu nni la grasta, lu vasu e l’accarizzu, già mi vasta. I Pi l’Africa tu scappi e iu p’amuri Cu tia scappari un pozzu, ccà a ristari. Amata, iu t’amavu e fummu amanti: la mmidia li sbampava a tanti e tanti. Di lacrimi l’assuppu ogni matina, su lacrimi d’amuri e di duluri. L’amuri tò fu farsu, di facciata, rigina mi cridiva e no criata. Rit. II P'amuri, Amuri, iu persi la testa. Tu pienzi a chiddra e mi vuò diri “Basta”. Tu eri sdatu e iu ti fici festa! Ma, scunzulata, a mia chi mi resta? A Castelbuonu è cosa ca si mancia. L’artista la fa bella e la stracancia. Caltagiruni, lu primatu è tò. Ognunu l’avi n capu lu comò Rit. III Di terracotta è fatta a Munriali. A Burgiu è virdi, si ci pò manciari. La fannu a Santu Stefanu giganti A Sciacca luci comu gran brillanti! Testa di Turcu, tu, di terracotta. Di terracotta a mia m’ann’a fari Allatu a tia, Amuri, anchi si morta, testa cu testa nn’amm’a taliari. Rit. Libera traduzione in italiana: Ritornello: Ho detto "rimani", tu rispondesti "no", Testa di Turco e pianta di basilico. L'amore da lontano non mi basta, del tuo teschio io ne ricavo un vaso. Ho detto "rimani", tu rispondesti "no", Testa di Turco e pianta di basilico. Basilico vi semino nel vaso, lo bacio e l'accarezzo, già mi appaga. I Per l'Africa fuggisti e io per amore con te fuggire non posso, devo rmanere. Amata, iu ti amai e fummo amanti: l'invidia li avvampava tanti e tanti. Di lacrime lo bagno ogni mattina, son lacrime d'amore e di dolore. L'amore tuo fu falso, di facciata, regina mi credevo, non una serva. Rit. II Per amore, Amore, ho perso la testa. Tu pensi a quella e mi vuoi dire "basta". Tu eri sbandato e ti ho accolto con festa! Ma, sconsolata, a me che cosa resta? A Castelbuono è dolce che si mangia. L'artista la fa bella e la trasforma. Caltagirone, il primato è tuo. Ciascuno la tiene sopra il comò. Rit. III Di terracotta è fatta a Monreale. A Burgio è verde, vi si può mangiare. La fanno a Santo Stefano gigante. Luccica a Sciacca come gran brillante. Testa di Turco, tu, di terracotta. Di terracotta mi devono fare. Accanto a te, Amore, anche se morta, testa con testa ci staremo a guardare. Rit.