venerdì 31 agosto 2018

DOMANI A SANTA MARGHERITA BELICE PILLOLE DI POESIA PER LA BUONA SALUTE DEL DIALETTO. II Edizione "Salva la tua lingua locale"


Domani a Santa Margherita Belice
Teatro "S. Alessandro" - ore 8.30

Evento organizzato dalla Pro Loco presieduta da Erina Montalbano. Gli amici che potranno venire, saranno i benvenuti. 

Pillole di poesia in dialetto "somministrate" dagli stessi autori. 

Interventi musicali di Giana Guaiana e Pippo Barrile; 
eseguiranno anche la mia canzone Lu mari si l’agliutti.


giovedì 30 agosto 2018

LIRICA SOTTO LE STELLE A GROTTE. Premio Giovane Promessa al racalmutese Lillo Bellomo. Ricordati i tenori Puma e Infantino. E il Teatro (chiuso) di Racalmuto resta a guardare

Nell'Atrio comunale di Grotte, XI edizione  di “Lirica sotto le Stelle” a cura dell’associazione "G.Rossini" con il maestro Salvatore Salvaggio e la conduzione di Carmelo Arnone.

Soprani Federica Faldetta e Makie Nomoto. 

 Premio alla Carriera "Lirica sotto le stelle" al pianista accompagnatore Salvatore Scinaldi. 

Premio Giovane Promessa "Lirica sotto le stelle" a Lillo Bellomo che ha cantato un'aria di Donizetti e Granada.

Vent'anni fa, , Salvatore Salvaggio, quale giovane promessa, esordiva a Racalmuto ricevendo il Premio "Luigi Infantino". Quel Premio, presieduto da Raina Infantino Nicolova, ha segnato l'inizio di una brillante carriera.

In omaggio al tenore Luigi Infantino, Salvatore Salvaggio ha cantato i due brani siciliani di infantiniani  "Serenata a Saruzza" e "A la Strafalaria".

Nutrita, tra  l'attento e folto pubblico,  la presenza racalmutese.
Richiesta di bis e di tris alla fine e conclusione festosa e plaudente con il "brindisi" verdiano:

Libiamo, libiamo ne' lieti calici che...  la musica infiora!























ph e fermo immagine ©piero carbone

martedì 28 agosto 2018

APRITE LE PORTE AI SOGNI. Foto agrigentina, poesia di José Hierro. C F non so chi sia








Jesé Hierro, "Poniente"
 in Poesia spagnola del Novecento 2 vll, a cura di Oreste Macrì, Garzanti, Milano 1985




ph ©piero carbone, Agrigento 2017




lunedì 27 agosto 2018

BARBA E CAPELLI LI PAGHI, LA POESIA È GRATIS. Così fa da oltre vent'anni il barbiere-poeta Gaetano Capuano a Milano. Vasamulimanu!


Una conversazione su fb 



Sul giornale, per "colpa" di Loi
di 
Gaetano Capuano

Non so se è il caso, non credo al caso, piuttosto credo che le cose succedono perché ognuno lascia delle scie, delle tracce, come in questo articolo della giornalista Stefania Consenti, del quotidiano "Il Giorno". 
Si reca per intervistare Franco Loi, e lui parla del suo barbiere, oltre che del mio lavoro, mette al corrente della mia passione poetica e lo fa così in maniera affettuosa, altresì generosa di lodi, che la giornalista si mette in contatto ieri e questa pagina è ciò che ha voluto realizzare. 
Un grazie particolare a Stefania Consenti per aver saputo organizzare un articolo non prettamente pubblicitario sulla mia professione ma piuttosto mettendo in luce le mie sincere risposte alle sue domande. 
E al caro amico Poeta Franco Loi perché il merito soprattutto, ritengo, è tutto suo.
Buona giornata a tutti e Vasamulimanu.

Il Giorno, venerdì 24 agosto 2018

  
 Congratulazioni!

 Grazie Piero da Racalmuto, ogni tanto, come vedi, vinco un premio, dato che partecipo a pochi premi dove nessuno partecipa. Sono contento perché il tutto è avvenuto con mia grande sorpresa e gradimento. Un abbraccio forte e Vasamulimanu

 sono questi i migliori premi; condivido il tuo pensiero perché è il mio; ma se vengo a Milano a farmi fare barba e capelli dal barbiere-poeta, posso guadagnarci qualcosa come tuo cliente? (Ti abbraccio, sdrammatizziamo, vah!)

ti farei leggere le poesie dei tuoi libri che ho in negozio.

 appostosiamo!

Sai che io vivo di barbe e capelli ma credimi la gente comune piace la poesia più di quel che credono i poeti. Il problema è che le poesie bisogna veicolarle con semplicità e senza posa di pavoni. Questo la gente lo apprezza sicuramente. Credimi


quando si è veri e si comunica ciò che si è, la gente trae le conclusioni e sceglie a chi concedere apprezzamenti; lasciami ancora dire che Loi è stato grandiosamente generoso nel far trapelare la tua bravura, non sempre, come sai, è così, neanche tra coloro che vengono reputati grandi o che sono famosi e il successo loro lo hanno conseguito e ne godono
1

Loi è un poeta umilissimo e quello che dice mi fa arrossire. Mi fa tenerezza perché non vede quasi più ma se avesse avuto l'opportunità avrebbe scritto una recensione. Ma per me lo ha già fatto solo con il suo affettuoso pensiero inerente la mia poetica. Credimi.



Il Giorno, venerdì 24 agosto 2018


***

Post correlati
*
*
*

domenica 26 agosto 2018

POESIE SOTTO SALE: SICILINCONIA. Foto e video di Angela Lauricella in contrada Raffo a Petralia Soprana

È un'emozione ogni volta che ricevo affettuosi riscontri da amici che si recano a visitate le miniere di salgemma a Petralia Soprana, in contrada Raffo, e, tra le varie sculture e installazioni saline, si imbattono con sorpresa, e compiacimento, dinanzi alla scultura realizzata dallo scultore Damiano Sabatino che si è voluto ispirare a due mie poesie sulla "sicilincònia" o "sicilinconìa". Grazie.





Il video postato su facebook



Foto e video di Angela Lauricella

*

Un precedente video postato su you tube  con la testimonianza di Damiano Sabatino
e la lettura  di Agostino Messineo  delle poesie sulla Sicilinconia:





Le poesie


fuocu addiventa o chjantu ngusciatu Sicilincúnia veni di ncúnia. Sicilincunìa veni di pena. Ncapu la ncúnia ncoccia lu firraru ccu lu martieddru lu fierru ancora callu e lu fa addivintari nzoccu voli: chjavi di porta o fierru di cavaddru. Chjanci la matri lu figliu ch’è n guerra. Chjanci lu figliu partutu surdatu. Chjanciva lu minaturi, lu viddranu, ora cu parti o è disoccupatu. Sicilincúnia o sicilincunìa? Si pati o s’arripiglia lu distinu? Cancia l’accentu, allegru o ammartucatu: fuocu addiventa o chjantu ngusciatu. Sicilincónia viene da incudine. / Sicilinconìa deriva da pena. / Sopra l’incudine batte il fabbro / con il martello il ferro ancora caldo / e lo forgia secondo quel che vuole: / chiavi di porta o ferro di cavallo. / Piange la madre il figlio ch’è in guerra / pian- ge il figlio che va a fare il soldato. / Piangeva il minatore, il contadino / ora chi parte o è disoccupato. / Sicilincónia o sici- linconìa? Si subisce o si modifica, il destino? / Cambia l’accen- to / allegro o malinconico: / diventa fuoco / o / pianto a dirotto. *



mbriacatu di sicilincunia Sutta lu cielu sbruogliu pinzera, gruppa di firnicii. Calu l’uocchji, talìu si tornanu li cunti. Nun tornanu ppi mia, forsi ppi tia. Ti nni jisti luntanu, iu ristavu. Forsi tu arriniscisti, iu fallivu? Tu cu l’arma sbinnuta a la stranìa, iu mbriacatu di sicilincunia. Sotto il cielo sbroglio / pensieri, groppi / di almanaccamenti. / Abbasso gli occhi, vedo / se tornano i conti. / Non tornano per me, / forse per te. / Te ne sei andato lontano, / io son rimasto. / Forse tu ce l’hai fatta, io ho fallito? / Tu con l’anima svenduta in terra straniera, / io imbriacato di sicilinconia.


Da: Piero Carbone, Venti di Sicilinconia, Medinova, Favara 2009


Post correlato:




sabato 25 agosto 2018

REQUIEM PER LA COLONNA CADUTA DELL'ANTICA PESCHERIA

E la colonna dell'ottocentesca pescheria? 
Non c'è più.

Interessa a qualcuno?

E coloro che dovrebbero interessarsene 

per dovere di informazione?

per dovere di amministrazione?

per dovere di conservazione?

Non fiori ma... alibi.




Aleggia come spettro un'implicita risposta:

"Ma chi se ne fotte!"

Eppure, chissà quante altre "colonne" 
sono cadute e svanite nel tempo! 
E quante ne cadranno!

Non ci si può esimere da qualche riflessioncella.
La storia si può abradere in tanti modi:
c'è chi - con furore "religioso" - ricorre alla dinamite, 
e c'è chi, meno cruentemente, all'incuria.
Il risultato è lo stesso.

Eppure, non si potrà dire "non sapevo": 
ci passavamo accanto,
segnali erano stati lanciati nel tempo, 
ma lasciati cadere nel vuoto, 
nel vuoto dell'abbandono del silenzio dell'oblio,
 come la colonna appunto. 

Che terribile insegnamento ci dà però questa colonna
svanita senza lai né pianti!

E se fossimo noi quella colonna?


Link:
*
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/07/salviamo-la-sineddoche-di-racalmuto.html
*
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/12/e-caduta-una-colonna-racalmuto-metafora.html
*
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2012/10/la-colonna-non-infame_7.html
*


giovedì 23 agosto 2018

VIRGILIO E MARINETTI? SE NON LO SONO, LO SIANO. Partiamo dalle "teste" di Athos



Teste di scena realizzate da Athos Collura.
Potrebbero impiegarsi nel "Dialogo nel bosco". 
Manca il terzo personaggio, conteso dai due, il poeta-pecoraio Giacomo Giardina





Un frammento del Dialogo nel bosco
Atto unico che prevede
 recitazione musica danza canto proiezione 

Virgilio:
Se ti chiedo – cos’è un fiore? – 
mi rispondi, nel Duemila:
- E’ un fungo alto nel cielo 

che ricopre la terra di morte -.
Se ti chiedo 
– cos’è un bosco un’ara un fonte? –
mi rispondi:
- E’ una fabbrica d’acciaio! -.

Se ti chiedo – cos’è un mito 
il mistero il vento il mare? – 
mi rispondi: - Non lo so.

Coro:
Facciata di metallo congegnato 
circuito smarrito
ormai è la vita
in Occidente.


Marinetti:
E’ un altro tempo, ormai, 
che noi viviamo,
un’altra era.
Del presente gioiamo 

senza rammarichi, 
l’orgoglio nostro. 
Respiriamo benzene,
non lamenti.
Cantiamo il tempo nostro
 senza rimpianti d’Arcadie.


Coro:
Nuovo Eden, Signore! 
Nuovo Eden, Signore!
 Possibilmente...
senza un nuovo Caino.


Giardina:
Uno mi incanta, 
l'altro mi appassiona!
...





ph ©athos collura

martedì 21 agosto 2018

E GLI DEI A SELINUNTE FURONO SVEGLIATI NEL SONNO. MA ANCHE GLI UMANI. Alba artistica con "Napordu" di Ezio Noto e la carovana di cantanti musicisti attori performers... "orchestrati" da Giacomo Bonagiuso


Ezio Noto,  all'alba  del 19 agosto, con la sua carovana di artisti, complice Giacomo Bonagiuso, davanti al tempio di Hera ci ha sorpresi tutti sorprendendo l'alba selinuntina con sonorità modernissime e ancestrali per darci suggestioni e indurci a meditativi pensamenti... "pi liberi pinsari e iberi cantari... Sicilia... Sicilia... terra giarna arsa di suli... terra nivura arsa di focu... accumenza la magia...". P. C.








































L'annuncio su:



All’alba (ore 05.30) di domenica 19 agosto, al Tempio di Hera, si terrà lo spettacolo “Napordu” di Ezio Noto. 

Il Napordu (Onopordo, Onopordum Illyricum) è una pianta, una spina che resiste verde e rigoglioso quando tutto in Sicilia è arso, nero, giallo, secco, “paschera”. 
Spinoso, lo devi maneggiare con cura, sbucciandolo e mangiando il suo cuore verde, ti toglie lo stimolo della fame e ti disseta. Ha un bellissimo fiore in testa. 

Per me è la metafora perfetta di chi resiste a fare arte in questa terra arsa, per chi cerca la bellezza nell’arte. 
Il Festival della luce è una crepa che riesce a far passare la luce. “C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce” Leonard Cohen. 

Napordu è un progetto creativo pensato per il Festival della Luce 2018 che prevede la partecipazione di musicisti, un pittore, uno scultore, una danzatrice e alcuni attori: sulle musiche di Ezio Noto dal vivo, si esprimeranno dal vivo i diversi artisti in una esplosione di creatività, consapevolezza, incoscienza, improvvisazione. 

Singolarmente, a sezioni, tutti in ensemble. 
Un “tappeto” sonoro che accoglierà tutti in una “fusione”, “contaminazione” di arti: musica, teatro, danza, pittura, scultura.


L'annuncio su facebook




Sintesi e riflessione di e con Raimondo Moncada



Anche un'altra volta Ezio Noto si rese "colpevole" di un coinvolgente evento artistico
 che ho avuto la ventura di seguire:
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/08/tintinnabula-burgio-per-il-dedalo.html


ph ©piero carbone