giovedì 30 gennaio 2014

STIAMO ANCORA ASPETTANDO



Una perdita. L'attesa. Un telefono che non squilla. Il poeta interpreta quel silenzio, e lo riempie a suo modo. O forse l'amplifica: Stanley Barkan ci prova, con parole inglesi; Marco Scalabrino le volge in siciliano. Ma si può tradurre il silenzio?













STILL WAITING FOR THE PHONE TO RING

“Call us as soon as you get there,”

her father said,

the last to hug and kiss her

before she left for the bus station,

the transit point for all the just-graduated,

on their way to country’s duty.

Everyone must serve

when there’s a state of siege.

Yes, even young girls like her.

Just a teen.

Just out of high school.

Just starting out on her life’s journey.

No, she had not yet loved.

No, she had not married.

No, she had not had her own children.

She was just a child herself.

Now, where is she?

—Where is that litlle girl he carried?—

Oh, some may be content

with the prayer

so devoutly to be wished

that she was taken so young

to be the most beautiful angel,

that the loss—too soon—to this world

was the gain of the other world,

to be among the brightest stars

in that overplace we call Heaven.

But he, the father,

and yes, she, the mother,

and we, all the brothers and sisters,


are still waiting for the phone to ring.

Stanley H. Barkan




STAMU ANCORA ASPITTANNU

“Telefona, appena arrivi”

ci dissi so patri

l’ultimu chi l’abbrazzau e la vasau

a la firmata di l’autobus,

passaggiu ubblicatu 

pi ogni lauriatu friscu 

chi va a sèrviri la Patria. 

Tutti hannu a jiri surdati

quannu c’è bisognu, tutti,

puru na picciuttedda comu a idda. 


Giustu na carusa.

Sciuta ora ora di la scola.

Partuta appena pi lu viaggiu di la vita.

Idda nun canuscìa l’amuri.

Nun era maritata.

Nun avìa figghi.

Idda stissa era na picciridda.

E ora, unni è?

- Chi fini fici ssa jarzunedda? -

Napocu si cunòrtanu prijannu

e disiannu chi idda 

fu pigghiata accussì giuvini

pi essiri l’ancilu chiù beddu,

pi stari tra li stiddi chiù lucenti,

chi la perdita - troppu prestu - pi stu munnu

fu guadagnu chinu pi l’autru munnu,

ddu postu luntanu chi chiamamu Paradisu.

Ma so patri,

so matri

e tutti nuatri frati e soru

stamu ancora aspittannu

chi idda telefona.

Traduzione di Marco Scalabrino





Stanley H. Barkan, RAISINS WITH ALMONDS. "Pàssuli cu ménnuli" nel siciliano di Marco Scalabrino, Legas 2013





TESTIMONIANZA DI STANLEY H. BARKAN

Devo all’interesse e alla generosità di Gaetano Cipolla, la pubblicazione, finalmente, dopo un vuoto di 13 anni, da quando Marco Scalabrino tradusse le poesie e Giuseppe Mineo scattò le foto, di questa raccolta bilingue. Sono sinceramente grato a tutti coloro che mi hanno ben accolto e introdotto nelle molteplici fonti di gioia offerte dalla cultura siciliana. Spero che le mie poesie possano essere un grato, valido tributo e possano incoraggiare i lettori ad andare a visitare e a godere dello splendore di quella reale e mitica isola a tre punte del Mediterraneo.




     
 DALLA PREFAzione DI GAETANO CIPOLLA


Stanley Barkan è associato ad Arba Sicula, organizzazione internazionale che promuove il linguaggio e la cultura della Sicilia, sin dagli inizi del 1979. Egli è un membro della organizzazione e ha pubblicato numerosi libri che trattano della poesia e della cultura siciliane. Il suo sodalizo con l’artista Nicolò D’Alessandro, col romanziere Ignazio Apolloni e col poeta Nat Scammacca, i quali tutti furono legati all’Antigruppo Siciliano, è stata una testimonianza del suo interesse nei riguardi della cultura siciliana. Benché, come editore della Cross-Cultural Communications, Stanley abbia ampiamente dimostrato il suo interesse verso le culture di tutto il mondo - a conti fatti, la sua casa editrice ha pubblicato oltre 400 titoli concernenti la poesia mondiale, coreana, russa, portoghese, eccetera - egli ha sempre avuto uno speciale feeling con il Siciliano, forse a motivo del suo diretto coinvolgimento in un certo numero di eventi che hanno focalizzato l’attenzione sulla Sicilia, quale quello della Conferenza sulle Origini Siciliane dell’Odissea, che ebbe luogo a Trapani nel 1990, o forse per la sua vicinanza con Nat Scammacca, che Barkan ammira tanto da imitarne spesso, nel leggere le proprie poesie, l’inconfondibile tono di voce e il modo di recitare.  

Per questa ragione, non sorprende che Barkan si accinga a pubblicare questa silloge di poesie intitolata Raisins with Almonds, con traduzione in  Siciliano di Marco Scalabrino.  [...]

L’anima ebraica di Barkan ha trovato in Sicilia una accogliente e materna atmosfera. Forse i suoi antenati furono fra coloro costretti a partire nel 1493 quando la Spagna li cacciò fuori dall’Isola che era stata la loro patria per oltre un millennio. Così queste poesie sono un ritono a casa, non a Gerusalemme, ma in Sicilia.


da sx: Marco Scalabrino e Stanley Barkan



Le immagini dei quadri di Orazio D'Emanuele sono riprodotte attraverso scannerizzazione 
 

1 commento:

  1. Mille GRAZIE Piero. Giralo a Stanley e a Gaetano. Un abbraccio, Marco.

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