venerdì 16 maggio 2014

I SETTE SINDACI DI RACALÒ



Confesso, ho barato, barato nel titolo, perché i sindaci non erano sette ma tredici e la località non era Racalò, nome di pura fantasia, ma San Cataldo, un comune della provincia di Caltanissetta.

Solo nel titolo, però, ho barato, anzi, nel numero e nel nome; il resto è stato lasciato come nella versione originale, compreso l'autore ovviamente, quel tal Francesco Lanza, carrapipano, che ha immortalato tipi e aneddoti sapidissimi di tante contrade della Sicilia.

Son appunto tante le contrade mentovate che risultano relative; importanti rimangono invece i caratteri, gli incredibili aneddoti che vorrebbero insegnare o alludere a qualcosa, talmente incredibili da sembrare inventati. 

E come nel caso della piccola folla di sindaci da eleggere a Racalò, viene con tutto il cuore da esclamare: - E meno male che questi aneddoti sono inventati!








I sette sindaci di Racalò (titolo parafrasato)
di 
Francesco Lanza


A Racalò dovevano fare il sindaco. Misero la bandiera al balcone, e la sera i sette consiglieri si radunarono al municipio. Ma, giunti al fatto, non potevano mettersi d'accordo. Chi voleva questo chi quello, e quando l'uno era pronto l'altro spuntava, e ci trovavano subito i difetti, e i se e i ma.

Tutt'e sette, ognuno diceva la sua, perché così e così il popolo voleva un sindaco e non un càntaro con la sciarpa.

Consumarono tutta la saliva che avevano in bocca,e a mezzanotte non avevano ancora concluso nulla. Finalmente la folla, che assisteva pigiandosi come le sardelle in un barile, stanca gridò:
Votazione, votazione!

I sette si sedettero; e sputacchiavano e spurgandosi per darsi dignità, ognuno scriveva il proprio nella  polizza, e con sussiego andava a deporla nell'urna, dicendo verso la folla, con una mano sul petto:
- Questo lo faccio per il bene del popolo.

E quelli battevan le mani.

Così, a scrutinio finito, i racalesi si ebbero sette sindaci.



da Mimi Siciliani, Brancato Editore, Catania 2001 


1 commento:

  1. LA STORIA DI RACALO’

    Chista è la storia di Racalò
    Unni lu Conti nun fu chiu’ dò

    Pusà lu scettru e dissi di no!
    Ognunu turnassi a la casa so

    C’era un paisi ‘ntra quattru mura
    Sei sinnaceddri e tanti scrittura

    Tutti dicivanu ca Racalò
    Era un piezzu di cori sò

    Rispusi lu Re, buonu adiratu
    Sprimiennu la forza di lu so ‘ciatu

    Cu piglia un turcu ci pari sò!
    Nenti diciti pi Racalò?

    E di lu purpitu parlà lu ‘ngignieri
    Di Racalò ni fazzu un cantieri

    Cu li ma cunti vi torna la vista
    Dissi lu sinnacu commercialista

    Forza gridà lu palermitanu
    Mustrannu na pinnula pi lu suvranu

    Lu pugnu susì lu bieddru abbucatu
    Futtiennusinni di quali latu

    Parlà lu sinnacu di la stiddra spuntata
    Cincu li punti e mancu una ammulata

    E quannu fu l’ura di don Cocò
    La cruna a lu Re prestu livò

    Basta ordinò so maestà
    Nun mi pariti nuddru di cà

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