venerdì 7 agosto 2020

A PROPOSITO DI RENZO COLLURA SU "TEMPO E ARTE". Nel 2016 una sua mostra negli spazi espositivi del Broletto di Pavia destinati all'arte contemporanea




Tempoearte - Direttore Responsabile: Riccardo Panigada // Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 2307 del 22-01-2013
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N. 16 2016 [ III ]
A proposito di Renzo Collura
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Renzo Collura non poteva saperlo. 
E non può quindi aver orientato scientemente la propria ricerca artistica alla gestione della sua memoria cosciente in funzione di un’analisi neuroestetica orientata alla creatività, inseguendo cioè con l’intùito il percorso dei sensi tra le connessioni che attivano aree cerebrali distinte, a seconda che la mente selezioni l’attenzione sul colore, piuttosto che sulla forma, e individui un significante intrinseco alle reminiscenze, o alla percezione contestuale, o alla propria genealogia, e ne metta a fuoco un significato simbolico.

Lui vivente, né la risonanza magnetica funzionale, aveva ancora dimostrato tutto quanto oggi si può ammirare della fisiologia del pensiero in seguito a stimoli sensoriali o della volontà, né si potevano ancora immaginare sotto quanti aspetti l’epigenetica potesse condizionare la progenie. Meglio così. 

Meglio, perché Renzo Collura oggi risulta un antesignano naturale e spontaneo di quella ricerca artistica che oggi si direbbe vocata anche alle neuroscienze. 
I suoi quadri risultano infatti materiale di estremo interesse per essere studiati sotto un profilo culturale completo, quello in cui la scienza non può prescindere dall’arte e viceversa. 

La sua è un’arte figurativa, fortemente cromatica, la lettura eidetica ne risulta immediata, mentre i suoi spesso provocatori giochi tra distorsioni formali, forti contrapposizioni tematiche, e iperbolici paradossi, obbligano l’osservatore a individuare il messaggio intrinseco all’eloquenza metaforica dell’opera, per risalire al pensiero che lo ha generato in modo tanto sicuro, bello, e ricco sotto il profilo concettuale e storico-culturale.

Sensazioni, percezioni, pensiero autologo, linguaggio artistico, memorie personali e intellettuali, tracce storiche e filosofiche, è tutto così ben distinto, e al contempo amalgamato nei dipinti di Renzo Collura, che il loro impianto unitario, sempre profondamente emozionale, accompagna nella lettura dei quadri, facilitandne la fruizione attraverso molte chiavi di lettura, naturalmente disponibili a seconda di quelle di volta in volta accessibili all’osservatore. 

Il disegno delle forme segue uno stile figurativo classico, ma assolutamente originale, da cui emerge chiaramente la raffinata personalità dell’autore. Si trattava di un uomo che riusciva, e riesce tuttoggi, mediante la sua imperitura opera artistica, a indurre serenità, talora attraverso un’ironia palese, ma delicata perfino nella raffigurazione di più che mai espliciti teschi che rappresentano sulla scena pittorica la prolixitas mortis.

Pavia, negli spazi espositivi del Broletto destinati all’arte contemporanea, dedica a Renzo Collura dal 4 al 19 giugno una mostra retrospettiva, che sarà inaugurata il giorno precedente all’apertura, e il cui percorso espositivo si snoda attraverso settanta opere (suddivise tra disegni e pitture), realizzate dagli anni ’70 al 1989.

“Renzo Collura (1920 – 1989) – Una retrospettiva”, organizzata e
promossa dal Centro Studi Milano ‘900 in collaborazione con il
Settore Cultura del Comune di Pavia, e il patrocinio del Comune di
Palermo, è curata da Rolando Bellini, il catalogo edito da “I
Quaderni” del Centro Studi Milano ‘900, riporta contributi critici
di: Rolando Bellini, Piero Carbone, Philippe Daverio, Marco Marinacci, Erica Tamborini, Susanna Zatti.


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