sabato 7 maggio 2016

IL FALCONCINI RITROVATO (E RIPUBBLICATO). Quelle telefonate di Enzo Sellerio



 

Ora Google ci ha abituati ad avere a disposizione, anche se in versione digitalizzata, libri antichi e libri rari, ma una volta non era così. Ogni singola copia aveva la sua storia e poteva animare un'epopea. Posso portare un esempio.


Enzo Sellerio, che frequentai con una certa familiarità negli Anni Novanta del secolo scorso, prima di ripubblicarla, diverse volte mi telefonò credendo di averla prestata a me, la copia del Falconcini: me ne fa ricordare ora involontariamente Calogero Taverna che, veramente, ne ha scritto tempo fa, ma soltanto ora faccio mente locale:
"domenica 13 gennaio 2013 
Il 1862 a Racalmuto secondo una nostra ricognizione di una diecina di anni fa * 
Una quindicina di anni fa andammo in cerca del libro del Falconcini; risultava irreperibile. La copia al senato, smarrita. Finalmente in una biblioteca specializzata di Roma quel libro lo trovammo; a mano ne trascrivemmo delle pagine. Credevamo di avere l'esclusiva: dopo a Racalmuto la introvabile copia venne fuori, pare per disponibilità del Sindaco Petrotto che pare l'abbia avuta dallo Sciascia. Ne fu fatta pubblicazione."

Non solo in generale ma c'era un motivo in particolare per cui il libro pubblicato dall'ex Prefetto Enrico Falconcini poteva interessare i racalmutesi: il capitolo sui "Vandalici fatti consumati a Racalmuto".
In effetti il libro verrà citato diverse volte da Sciascia. I fatti narrati offrono spunti.

Ricordo il compiacimento di Enzo nel mostrare a me e a Nicolò D'Alessandro, dispiegandola con delicatezza, la tavola con l'illustrazione delle gallerie scavate in carcere dai 127 detenuti evasi dalle "prigioni centrali di Girgenti" la notte tra il 24 e 25 dicembre del 1862.

Dispiegamenti di tavole illustrative e riferimenti racalmutesi a parte, ricordo che quando venne pubblicato, anzi ripubblicato, me ne rallegrai. Prima della pubblicazione infatti mi inquietò qualche richiesta telefonica.
Di quelle telefonate ho un ricordo vivo.

- Pronto. Chi è?
- Sono Enzo Sellerio. Sai, la copia del Falconcini che ti avevo prestato... volevo chiederti... 
- Ma non l'hai prestata a me. 
- Pensavo di avertela prestata, l'altro giorno, quando l'abbiamo guardata insieme...
- No, Enzo, l'avrai prestata a un altro, a me, no.
- Credevo di averla prestata a te.
- No, Enzo, assolutamente.

Queste le battute del dialogo telefonico: tra inquietudine e disagio ne ero ogni volta dispiaciuto anche perché dal tono della voce coglievo un pungente rammarico animato dal desiderio di riavere indietro quella copia per vari motivi. E lo capisco, Enzo era un bibliofilo; inoltre, da editore ricercato qual era poteva progettarne la riedizione, come in effetti da lì a qualche anno sarebbe avvenuto e del libro con prefazione del Camilleri e arricchito con parecchie foto, dove con piacere lessi del ringraziamento dei racalmutesi Giovanni Di Falco, Giuseppe Di Falco, Pietro Tulumello e Salvatore Restivo Pantalone, me ne fece anche dono. 
Questa, confesso, è l'unica copia che ho.
P. C.







1 commento:

  1. Commento al post postato con link su facebook:

    Nicolò D'Alessandro:

    Leggo con piacere il tuo ricordo legato a Falconcini, libro, che ho impaginato poi io. Conosco bene l'episodio che ti riguarda. Enzo era fermamente convinto che il libro l'avesse prestato a te. Libro che rIspuntò puntualmente sotto una pila di libri sul mio tavolo di lavoro. Quanti anni, quante esperienze, caro Piero, passano come un fiume sotto un ponte molte volte in comproprietà delle esperienze comuni.

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