venerdì 1 settembre 2017

QUI SICILIA: L'ESEMPIO DI UNA FAVARA VIRTUOSA, SE SI VUOLE (TRAMITE LA FARM CULTURAL PARK). Corrispondenza tra i protagonisti: Antonio Liotta, Andrea Bartoli, Florinda Saieva

DALLA BACHECA FACEBOOK DI ANTONIO LIOTTA. 
Condivido con piacere, anzi, lo ritengo un dovere morale intendendo la cultura in un certo modo.
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LETTERA APERTA

 DI ANTONIO LIOTTA

ad Andrea Bartolii, Florinda Saieva, al Primo Cittadino Sindaco Anna Alba, a Commercianti, Imprenditori, Operatori Culturali Politici Sindacali e Comunità tutta.

In qualità di Cittadino a cui il 17 ottobre 2009 è stato conferito (Sindaco l'Avv. Domenico Russello) il "Premio Benemerenza Città di Favara" "per il costante e generoso impegno profuso alla collettività favarese come medico e uomo di cultura".. mi rivolgo coralmente per esprimere alcune riflessioni sulla FARM CULTURAL PARK e sul rapporto con la Città.

Ho avuto modo si scrivere più volte che la FARM è "il luogo del cambiamento permanente"; oggi aggiungo "la piattaforma del cambiamento".
Le istituzioni culturali ed artistiche di tutto il mondo -oltre ad apprezzare e riconoscere il ruolo culturale della FARM- studiano anche dal punto si vista sociologico il "fenomeno FARM" ponendo in analisi le ricadute economiche e le dinamiche di sviluppo che ne sono conseguite ed affermando il concetto della FARM come reale "piattaforma di cambiamento". 

Favara otto anni fa registrava la presenza di otto posti di B&B, una Piazza Cavour vuota e malridotta, una economia stagnante.

Oggi sono presenti un flusso turistico secondo solo alla Valle dei Templi, una ricchezza di iniziative culturali di livello e qualità internazionali ed un conseguente indotto che porta la dotazione di B&B a superare i 150 posti, la presenza di in prestigioso Hotel a quattro stelle, compravendita di abitazioni da ristrutturare, valorizzazione del centro storico, possibilità di incontrare e sperimentare presenze ed esperienze di e con artisti come mai si è verificato.

Chiedo a tutti: pensate che senza la FARM tutto ciò sarebbe successo? E pensate che se la FARM dovesse chiudere le attività commerciali continuerebbero a lavorare come oggi?

Senza la FARM tutto si fermerà.

Credo sia arrivato il momento di stabilire un PATTO SOCIALE ED ETICO tra la FARM e la Città di Favara.
Diritti e doveri che devono essere rispettati nella salvaguardia dello sviluppo sociale e culturale.

Una pubblica Amministrazione che deve essere amica e sostenitrice dell'iniziativa privata che deve essere sostenuta ed agevolata sul piano fiscale ed organizzativo.
La FARM oggi è iscritta nel Registro del Patrimonio delle Eredità Immateriali.. ottimo riconoscimento ma che non porta finanziamenti utili alla gestione di una attività onerosa dei Sette Cortili.

La FARM è un patrimonio non solo di questa Città, ma dell'intera Umanità e come tale va difeso, valorizzato, sviluppato e custodito.
È utile fare pagare un "contributo di solidarietà" per la FARM? Sotto quale forma? Perché non pensare al modello FAI?

Quanti cittadini hanno effettuato una donazione per la realizzazione del Children's Museum? Museo che va fatto se vogliamo dare un senso al progetto culturale della FARM.

Quanti cittadini sono disposti a superare le critiche sterili e spesso gratuite ed incompetenti che sanno fare solo danno? 

Oggi ci aspettiamo fatti e non parole, ognuno con il proprio ruolo, le proprie competenze e funzioni in una ottica di superamento di puerili visioni e con l'obiettivo di una crescita collettiva che porterà benessere e sviluppo nel nome della CULTURA e della sua bellezza.

Il tavolo consiliare con gli incontri tra le diverse parti sociali è un buon inizio.
Chiedo, infine, pochi minuti di attenzione per la lettura dei due documenti che seguono.
Antonio Liotta
con Alessandro CacciatoDaniela FrennaDaniela SpalancaAntonio AlbaGianni Di MatteoLinda MinioGabriele MaseraMaurizio CartaLillo Giglia,  Pro Loco FavaraGianni Schultz FaillaValentina PiscopoGiuseppe Moscato,  Diego Angelo Romeo..
FARM CULTURAL PARK
Nella provincia di Agrigento e nell'ambito della medicina lo conoscono tutti il dottore Liotta.
Sempre disponibile per tutti, pronto ad ascoltarti per qualsiasi malanno e immediatamente preparato a darti sollievo.
Con la sua gentilezza, con la sua professionalità, con il suo amore per gli altri, con i suoi cerottini miracolosi.
Parte da Agrigento e porta la sua firma la lotta contro il dolore.
In silenzio, senza proclami e protagonismi, ma solo e sempre con grande umiltà e spirito di servizio.
Ma il nostro Antonio Liotta non è solo un grande professionista e un "Campione di Umanità"; è anche un fine e colto intellettuale.
La sua vita privata e il suo tempo libero sono per il libri, la musica, l'arte, la cultura e l'impegno sociale.
La casa editrice Medinova, il Centro Studi Antonio Russello, l'animazione culturale di Palazzo Cafisi e di Farm Cultural Park, la costruzione di "visione di futuro" per la città di Favara con la Cooperativa Farmidabile.
Mai in affanno, mai nervoso, mai arrabbiato, mai stanco.
E adesso la sfida delle sfide: Farm Childrens Museum; come ha detto Antonio " la scuola per insegnare ai nostri bambini a diventare uomini".
E noi caro Antonio, nel ringraziarti di cuore per l'amore, l'affetto e il sostegno paragonabile solo a quello di un fratello più grande, ci auguriamo che Farm Children's Museum diventi la scuola per insegnare ai nostri bambini a diventare Uomini come te, Antonio, con la U maiuscola, colti, etici e generosi.
segue lettera di Antonio
Carissimi Florinda ed Andrea,
nel chiedere scusa per il ritardo con cui sto rispondendo alla Vostra Preg.ma lettera del 25 luglio, comunico che ieri ho perfezionato il versamento/donazione (euro cinquemila) finalizzato alla realizzazione del del “Progetto Farm Children’s Museum”.
Sapete benissimo che sono stato con Voi e con la Farm sin dalla sua nascita. Purtroppo, per quasi due anni (2012 e parte del 2013) non ho potuto dare il mio contributo operativo, che fortunatamente- si è sempre più consolidato e realizzato.
La Farm è ormai un patrimonio culturale che appartiene all’Umanità. Sì, e non esagero. Il modello organizzativo trova sviluppo attraverso una progettualità che coinvolge in forma diretta Artisti, Creativi vari, Centri di ricerca, Università, Associazioni di molteplici tipi ed interessi, ed attiva processi di cambiamento e trasformazione territoriale ed ambientale che possiamo definirli assolutamente CULTURALI.
Tutto ciò rientra nella logica del FARE..: non aspettare che qualcuno agisca per tua delega, che l’Ente pubblico progetti e realizzi, che la burocrazia faccia precipitare nelle paludi stagnanti e destabilizzanti delle attese e dei rinvii. 
Quindi FARE: Fiducia, in primo luogo in se stessi, nell’ideazione progettuale, nella sua visionarietà ‘utopica’; Azione diretta, frontale, operativa che ha come sbocco il raggiungimento degli obiettivi previsti in forma interdisciplinare; Resistenza, di fronte alle difficoltà operative, economiche, tecniche, agli attacchi
strumentali, alle incomprensioni; Efficacia, Efficienza, Elettività, Economicità, Esperienza, Esempio che coprono ogni tassello metodologico ed operativo.
La Farm si identifica con il FARE, così è nella realtà concreta e non teorica; ha scompaginato giochi ammuffiti e superati; ha generato energia contaminante che si è tradotta in un vero cambiamento sociale ed economico tenendo al centro di tutto la CULTURA.
A completare questo quadro, doveva esserci, necessariamente l’attenzione ai ragazzi.. Nasce così il “Progetto Farm Children’s Museum”, attraverso cui “..insegneremo ai Bambini come diventare Uomini”.
Questa è l’idea vincente che pone le basi per una trasformazione democratica della Società e che non può essere chiusa tra poche anche se sicure mura.
Tutto questo mi ha convinto e mi convince ogni giorno di più che è necessario fare parte attiva di un cambiamento storico che ha tracciato il suo inarrestabile corso.
Contribuire -anche economicamente- è segno della volontà del FARE in un insieme che vede costruire una montagna partendo da piccoli granelli di pietra. Costruiamo allora tutti insieme questa grande pietra, modelliamola secondo le esigenze che sono più vicine alle nuove generazioni, rendiamola suggestiva nella
forma e nei contenuti, poniamola al centro del cambiamento possibile, perché cambiare si può.
Chiudo, fiducioso e motivato, sapendo che la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa, ma consapevole della qualità progettuale.. e dalla ‘utopica’ certezza del positivo risultato.
Con profonda e forte stima, con solida e vera amicizia, un caro affettuoso abbraccio
Antonio

Antonio Liotta ha condiviso la foto di FARM CULTURAL PARK.

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