venerdì 16 agosto 2013

SCIASCIA E LA NOCE. OGGI



Un tratto della superveloce in territorio racalmutese


Sul finire degli Anni Novanta, la rivista padovana "Nuova Tribuna Letteraria", diretta dall'attivissimo Giacomo Luzzagni, inaugurò, senza alcuno scopo speculativo né prossimo né remoto, una rubrica che mirava ad approfondire, tramite studi e testimonianze, il rapporto degli scrittori e poeti con la loro terra, con i luoghi che li avevano visti nascere e crescere e da dove avevano tratto gli umori per formarsi come uomini e l'ispirazione di artisti per il componimento delle loro opere. 



"I luoghi della memoria" passati in rassegna erano disseminati lungo tuta la penisola: "Antonio Fogazaro tra i Colli Euganei e i Berici", "Il piemeontese Guido Gozzano", "D'Annunzio e Bergamo Alta", "Fabio Tombari e Fano/Frusaglia" e molti altri.    


Quando il direttore Luzzagni mi raggiunse telefonicamente per chiedermi di occuparmi dei luoghi sciasciani, provai emozione e stupore. Comunque, accettai, e dopo qualche tempo proposi il "pezzo" corredato da foto.


Da allora ne è passata acqua sotto i ponti, e meno male che almeno  i ponti hanno resistito, sebbene in parte: dalle parti delle contrade sciasciane, infatti, un progettato o semplicemente ipotizzato aeroporto ha rischiato di fare tabula rasa: più recentemente vi è stata tracciata un'ampia strada a quattro corsie che inevitabilmente ha modificato l'assetto rustico e antropico precedente, ammirato, descritto e calcato dallo stesso Sciascia, per cui quell'articolo rappresenta a sua volta la testimonianza di un mondo com'era: l'accesso alla stradella che conduceva in contrada Noce, nel nuovo assetto viario, è stato stravolto. 

Nel dare indicazioni all'amico Gianfranco Dioguardi per raggiungerlo in campagna, Sciascia gli ha scritto:"A sette-otto chilometri una tabella dice 'viadotto Noce', bisogna rallentare per imboccare una stradella sulla destra (c'è un segnale d'incrocio e una freccina che ormai illegibilmente dice 'Noce'". 

Oggi in quel punto bisogna piuttosto accelerare e per imboccare la stradella, a lavori ultimati della strada superveloce,   occorrerà  variare il percorso precedente indicato minuziosamente da Sciascia. In compenso,  nella nuova segnaletica comparirà probabilmente una grande e visibile "Noce". Questa variazione, in realtà, è stata soltanto rinviata, sol perché non si è attuato il precedente progetto dell'aeorporto. 

Per il paventato aeroporto, si sono mossi a suo tempo fior di opinionisti, non un cenno di rammarico di questo stravolgimento, invece, in un lungo, recente articolo del "Corriere della Sera" intento a celebrare e a promuovere i luoghi legati agli scrittori agrigentini e ad utilizzare l’effetto alone dei luoghi sciasciani per improbabili risurrezioni di convivi culturali se non altro per ragioni anagrafiche. E niente male se si veicolano intraprese turistico-commerciali, sospirate nel nostro depresso territorio. Lo scrittore della Noce sarebbe ben contento di questo pratico effetto collaterale.  
Ma si sa, in un paesaggio, naturale o umano poco importa, ognuno vede quello che vuol vedere, dalla prospettiva che più gli aggrada. Prospettiva personalissima, però.



L'articolo per "La Nuova Tribuna Letteraria"  del 1998 era sganciato da ogni finalità pratica, proteso eminentemente a testimoniare il legame speciale tra un uomo e i luoghi che hanno influenzato la sua scrittura, una scrittura che a sua volta ha sussunto e trasfigurato quei luoghi per conferire loro  una inconfondibile caratterizzazione ovvero un'identità letteraria. 

Strade e aeroporti possono stravolgere i luoghi fisici ma non alterare o cancellare la loro identità letteraria. 







La lettera sopra citata è riportata in G. Dioguardi, Ricordo di Leonardo Sciascia, Rovello 1993. 


Foto propria


Nessun commento:

Posta un commento