giovedì 14 marzo 2019

FONDAZIONE SCIASCIA: "SPACCHETTAMENTO" SÌ, "SPACCHETTAMENTO" NO. E LE DIMISSIONI? Sulla proposta del prof. Antonio Di Grado


Doppio busillis sulla proposta del prof. Antonio Di Grado di spacchettare la Fondazione Sciascia: l'anima della Fondazione altrove, l'edificio come museo o mausoleo a Racalmuto. 
La fa in quanto direttore letterario in carica, già dimissionario. 

Ma il prof. Di Grado non si era dimesso coram Facebook, con tanto di motivazioni e di interviste a radio e giornali,   dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sciascia di cui ha fatto parte per oltre vent'anni e da Direttore letterario a cui l'aveva designato lo stesso Leonardo Sciascia all'interno del Comitato Scientifico di Organizzazione e Vigilanza? 
Tutto loro decidevano, Comitato scientifico e Consiglio di amministrazione. 
Contro chi prendersela? 
Si possono autospacchettare le responsabilità? 

Inoltre: perché tanta imprecisione nonostante i tanti giornalisti professionisti impegnati in prima persona a gestire la notizia delle dimissioni  con tanto di articoli firmati prima, durante e dopo?

Non sarebbe forse il caso che la Fondazione Sciascia si dotasse di un proprio organo per la divulgazione delle notizie che la riguardano o che tali notizie diramasse a tutti i giornali, attraverso canonici e inequivoci comunicati stampa? Sarebbe una prassi  più equa nel rispetto di altre testate giornalistiche e più democratica. L'eventuale imprecisione di una sarebbe corretta dalla precisazione di un'altra.


DATE E DATI IN FILA
in ordine crescente
A
4 aprile 2016, intorno alle ore 09:00

Il prof. Di Grado fa sapere di essersi dimesso dalla Fondazione Sciascia, 
tramite una comunicazione pubblicata su fb

"Mi sono dimesso dalla Fondazione Sciascia, che ho diretto per 25 anni: decisamente troppi, per chi come me crede nell'avvicendamento e nel ricambio generazionale pur sentendo il dovere di mantenere fede a un mandato conferito, prima della scomparsa, dal grande scrittore che mi onorò della sua amicizia e della sua fiducia. Non credo nelle cariche a vita così come nutro riserve sul radicamento racalmutese della Fondazione, effetto di una nobile e generosa illusione di Sciascia ma causa di marginalità e di insabbiamento nelle secche delle faide strapaesane. Auguro agli amici buon lavoro e un sollecito rilancio di quella bellissima istituzione." 
B
4 aprile 2016
Il prof. Antonio Di Grado motiva le proprie dimissioni dalla Fondazione Sciascia.
Intervista a Radio Radicale


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C
4 aprile 2016.
Intervista di "Malgrado tutto" sulle dimissioni
 "da direttore letterario e consigliere di amministrazione della Fondazione"

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D
11 settembre 2018
Videoregistrazione di Radio radicale.
Anniversario dell'Affaire Moro.
Intervento del prof. Di Grado in quanto "direttore scientifico della Fondazione"
(Inconsueto che ad organizzare e  coordinare l'incontro letterario
 sia stato il giornalista Felice Cavallaro,
 in quanto consigliere segretario e tesoriere del Consiglio di Amministrazione della Fondazione,
e non invece il "Direttore letterario": probabilmente avrebbe invitato anche l'editore Sellerio
 che l'Affaire Moro aveva pubblicato)


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E
12 settembre 2018
Cronaca di Malgrado tutto:
"...interventi animati da Antonio Di Grado, direttore scientifico della Fondazione, Massimo Bordin, notista politico del pianeta radicale, e Adriano Sofri, il fondatore di Lotta Continua oggi commentatore e inviato per reportage nei Sud del mondo."

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F
6 marzo 2019
Proposta spacchettamento della Fondazione Sciascia del prof Antonio Di Grado in quanto 
"direttore letterario della Fondazione Sciascia"

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G
9 marzo 2019
Il Sindaco di Racalmuto Emilio Messana controbatte la proposta del prof Di Grado

Alcuni passaggi della risposta del Sindaco di Racalmuto nonché Presidente della Fondazione "Leonardo Sciascia:
"Ora, per venire al punto, nessuno ha mai visto l’istituzione di Viale della Vittoria alla stregua di un villaggio turistico. Né ho mai scorto la presenza – contrapposta – di due anime: quella locale e quella scientifica. Per fare convivere tutte le spinte esiste un consiglio di amministrazione che agisce disinteressatamente nel suo complesso e a favore della comunità letteraria e dello sviluppo della diffusione dell’opera e del pensiero sciasciano.
Inutile nascondersi, problemi non sono mancati. Ma Comune ed eredi, secondo me, hanno sempre cooperato, dando piena esecuzione all’atto costitutivo.
Il Comune ha concesso i locali dell’ex Centrale Enel e versato un miliardo delle vecchie lire per dotare la Fondazione di un robusto capitale. Gli eredi hanno consegnato la collezione di ritratti di scrittori, i libri, le lettere."
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Mio P. S. 
Colgo l'occasione per sollecitare il Presidente della Fondazione Sciascia di dare risposta alla richiesta prot. n. 17 del 18 luglio 2014 (sic!) tramite la quale si chiedono i verbali dei consigli di amministrazione ai quali ho partecipato in quanto assessore alla cultura tra il 2007 e il 2008, se previsto dai regolamenti ovviamente, ma una risposta qualsiasi si dia cortesemente.

Mi dispiace notare queste "piccole" inadempienze proprio nell'anno in cui, in paese, mi aspettavo di trovare programmi e fermenti culturali e organizzativi per celebrare il trentennale della morte di Sciascia e mi sono trovato invece ad apprendere da "voci" di piazza nonché da autorevoli rappresentanti della politica locale che, addirittura, la famiglia dello Scrittore ancora attende la delibera comunale con la nomina a consigliere segretario e tesoriere eletto del giornalista Felice Cavallaro.

Se si può, si recuperi il tempo perduto. 
Certe eredità vanno meritate, senza scadenza temporale. 
Noblesse oblige. O si tratta in fondo, come sostiene il prof. Di Grado, che tra l'altro ringrazio per i generosi giudizi su alcuni miei antichi scritti, soltanto  di una "generosa illusione" da parte di Sciascia nei confronti della comunità di suoi concittadini? 
Rinnovo intanto il mio dispiacere per le dimissioni, purtroppo inequivoche, del prof. Salvatore Fodale dalla Fondazione Sciascia, precedute dalle schermaglie polemiche con i giornalisti, non racalmutesi, Gaetano Savatteri e Felice Cavallaro, che nell'esprimere le loro opinioni lo facevano a titolo esclusivamente personale e non rappresentavano il sentire dei racalmutesi.  Certamente non il mio.
P. C.

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Post del 4 aprile 2016 sulle dimissioni annunciate:



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