lunedì 28 maggio 2018

MA PERCHÈ I SICILIANI NON SI RIAPPROPRIANO DI FILIPPO SCROPPO DI RIESI? Attilio Gerbino ci rammenta che è incluso tra i "Maestri del Novecento"


Filippo SCROPPO
(Riesi 1910 - Torre Pellice 1993)
Autoritratto, 1938
Olio su cartone intelato, cm 74 x 57
Galleria degli Uffizi, Firenze
 


Filippo Scroppo, un riesino doc tra i "Maestri del Novecento"
di 
Attilio Gerbino




Anniversari per palati fini.  
Riesi a Firenze: 1581, 1681, 1981.

Gli anniversari, si sa, sono un'occasione ghiotta per enti e istituzioni che, avendo a cuore l'identità storica della propria comunità, riescono a "risarcire", in tal modo, i "debiti" e le "dimenticanze", più o meno consapevoli, con la storia.

Nel 1581 - nell'edificio voluto dal primo Granduca di Toscana, Cosimo I de’ Medici, e commissionato al suo artista di fiducia, Giorgio Vasari, “in sul fiume e quasi in aria”, con quel corridoio che passerà alla storia come "vasariano" - per volere di Francesco I si allestisce il primo nucleo museografico della futura Galleria degli Uffizi, all'ultimo piano del complesso a due passi da Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio.

Mentre si delineava la magnifica futura Pinacoteca, nel corso del Seicento, il cardinal Leopoldo de' Medici dava vita alla collezione degli ritratti d'artista che oggi ospita anche due autoritratti del pittore di Riesi Filippo SCROPPO: uno del 1938, protagonista di questo post, e uno del 1942, la cui storia è narrata in un post di domenica 20 maggio 2018.

Nel 1681, nel primo centenario della Galleria, Cosimo III, con la sistematica catalogazione e nuove acquisizioni, da un notevole impulso alla collezione di autoritratti del cardinal Leopoldo e la destina proprio agli Uffizi.

Nel 1981, quarto centenario del Museo e terzo dell'ingresso in Galleria della collezione di autoritratti, entra in gioco, grazie ad una brillante intuizione di Luciano Berti (1922 - 2010), l'acquisizione del primo autoritratto, datato 1938, del pittore nato a Riesi 1910, Filippo SCROPPO.

Berti - importante storico dell'arte, già direttore del museo del Bargello a Firenze, dal 1969 al 1987 viene chiamato a dirigere gli Uffizi - per ampliare la collezione del Corridoio Vasariano proprio nel 1981 invita i maggiori artisti contemporanei a donare i loro autoritratti e, nel corso dell'anno, riceve un primo cospicuo gruppo di opere di alcune delle più grandi personalità del Novecento: da Renato Guttuso a Giorgio Morandi, da Giacomo Manzù a Robert Rauschenberg.

Filippo SCROPPO, oramai in pensione, in quei mesi tra il 1981 e l'82 si trova a Cambridge per ragioni famigliari mentre i primi centoquindici autoritratti sono esposti in una mostra, nella Sale della Niobe, a partire dal 19 dicembre 1981.

A Firenze, visto il successo dell'iniziativa, il lavoro di ricerca di nuove opere prosegue e nell'autunno del 1982, su segnalazione dello stesso Berti, tre ispettori del museo visitano SCROPPO e lo invitano a donare un autoritratto per la nuova collezione "Maestri del Novecento", destinata al Corridoio Vasariano su Ponte Vecchio: l''autoritratto del 1938 così, in un primo momento, viene esposto nella Sala della Niobe, nella mostra prolungata fino al 5 marzo 1983, quindi passa alla collezione permanente.

E questa è Storia di ieri, di oggi e destinata ad essere Storia di domani.






Filippo SCROPPO (Riesi 1910 - Torre Pellice 1993)
Autoritratto 1942
Olio su cartone, cm 42 x 35 - Galleria degli Uffizi, Firenze


POST DEL 20 MAGGIO 2018
Una storia per palati fini
di Attilio Gerbino


Riesi, Torino, Locarno e Firenze.

La Seconda Guerra Mondiale imperversava su Torino e l'Europa quando il pittore Filippo SCROPPO (Riesi 1910 - Torre Pellice 1993), come solevano fare tanti soldati nel clima di indefinita precarietà della guerra, donando il proprio ritratto al caro amico Bartolomeo Gallo (noto ingegnere torinese, autore di notevoli restauri su importanti edifici religiosi subalpini e appassionato cultore di fotografia nonché amico del Circolo degli Artisti di Torino) lo completa con una dedica che ancora si legge in basso a destra e che, nella sua essenzialità, "tradisce" tutta la forza del legame più duraturo che possa unire due persone: "A Gallo mio amico. F. Scroppo".

Gallo, colto e attento collezionista d'arte contemporanea, probabilmente tenne molto caro il ritratto dell'amico SCROPPO, ritratto che, alla sua morte nel 1970, con la dispersione della sua collezione passa da Torino a Locarno, nella Svizzera italiana, dove intanto andava maturando e crescendo un'importante collezione di autoritratti d'artista: quella del raffinato imprenditore ticinese Raimondo Rezzonico.

Nato nel 1920, Rezzonico, uomo concreto e dalle forti passioni, era anche un grande ottimista: soleva dire "solo alla morte non c'è rimedio". 

Nonostante l'impegno nell'azienda editoriale ereditata dal suocero, Rezzonico coltiva le sue passioni artistiche come il cinema (assumendo per vent'anni la presidenza del Festival Internazionale del Cinema di Locarno lo porterà ad essere il quarto al mondo, dopo Cannes, Venezia e Berlino) e il collezionismo artistico raccogliendo, tra gli altri, ben duecentonavantacinque autoritratti dei maggiori artisti italiani ed internazionali del Novecento tra i quali ... questo del pittore di Riesi Filippo SCROPPO.

Nel 2003, due anni dopo la morte inattesa di Rezzonico (2001), l'allora direttrice del Museo degli Uffizi, Annamaria Petrioli Tofani, raccoglie l'auspicio degli eredi dell'illuminato imprenditore ticinese affinché la collezione di ben duecentonovantacinque autoritratti pervenisse alla Galleria Fiorentina, riconoscendo così il grande valore culturale e storico dei dipinti e degli artisti rappresentati.

La trattativa, sostenuta anche da Antonio Paolucci - importante storico dell'arte italiano, già ministro per i beni culturali e ambientali, soprintendente per il Polo Museale Fiorentino e direttore dei Musei Vaticani - durerà circa due anni per concludersi positivamente nel 2005.

Con delibera del 14 settembre 2005, il Consiglio d'Amministrazione della Soprintendenza per il polo museale fiorentino approva la proposta di Paolucci e il Museo degli Uffizi si assicura la prestigiosa collezione di Raimondo Rezzonico portando la raccolta fiorentina (che già ospitava un altro autoritratto di Filippo SCROPPO protagonista di un prossimo post) a contare oltre milleseicento esemplari.

E arriviamo alla conclusione di questa storia "per palati fini", un tour che partendo da RIESI - dove SCROPPO nasce il primo gennaio del 1910 e vive fino al 1934 - ci ha portati a TORINO - dove il pittore, che vi si era trasferito, dipinge il suo autoritratto nel 1942 per l'amico Gallo - a LOCARNO - dove il raffinato collezionista Rezzonico, dopo l’acquisto, lo conserva fino alla morte - per arrivare a FIRENZE- dove il ritratto trova sede definitiva, nella più prestigiosa raccolta di autoritratti al mondo -.

Esporre contemporaneamente oltre milleseicento autoritratti è un'impresa che neanche gli Uffizi, al momento, possono permettersi per questioni di spazio. Da qui la decisione di destinare una selezione di solo quattrocento dipinti al luogo forse più magico di Firenze: il Corridoio del Vasari - per intenderci quel Giorgio Vasari, pittore e architetto, autore de "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori" pubblicato nel 1550 -.

Ancora oggi il Corridoio Vasariano scavalca l'Arno, a Firenze, per collegare la Galleria degli Uffizi al Palazzo Pitti portandosi "sul dorso" una selezione scelta di autoritratti e da oltre cinque anni anche Filippo SCROPPO - di Riesi - accoglie gli ospiti internazionali venuti ad ammirare le effigi dei maggiori artisti mondiali, dal XVI al XXI secolo.

Lui - Filippo SCROPPO - portando in didascalia "Riesi 1910" ha questo onore in compagnia di autori, tra gli altri, quali Giacomo Balla, Francesco Clemente, Giorgio De Chirico, André Derain, Jim Dine, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Oscar Kokoschka, Fernand Léger, Antonio Ligabue, Henri Matisse, Francis Picabia, Michelangelo Pistoletto, George Roualt, Mario Sironi, Victor Vasarely ... e questo è Storia di ieri, di oggi e di domani, al di là di chiunque sarà tanto accorto da saper comprendere e raccogliere ...





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