martedì 28 giugno 2016

SICILIA... CHE? La proposta di Nicola Romano, oltre "voragini" ed "appigli"

Neo-logismi accesi o parole come neon spenti?
E per parafrasare il titolo dell'ultimo suo libro di poesie,
credo che la proposta non abbia la pretesa
 di essere un "appiglio" per colmare semantiche "voragini" di sorta o altrui,
semmai c'è a monte tanta sapienza e ironia e autoironia da intenderla però seriamente
senza alcuna intenzione censoria o pretesa esclusiva o "esclusivizzante".
Di che si tratta?
Il poeta Nicola Romano ha lanciato una proposta su 
 LETTERATURA DELLA SICILIANITUDINE
Gruppo facebook ideato e promosso da Pietro Ciccarelli:





 Ringrazio l'amico Nicola per l'affettuosa citazione e in omaggio alla proposta cito 
dal suo penultimo libro pubblicato, che ho molto apprezzato,
 la poesia "Sole"
perché, al di là dei nomi, la Sicilia è come il "suo" sole
da cui ognuno rapisce un raggio
e lo frantuma "in mille aghi"
per giungere all'estremo "tornante del viale"
per comprendere "i segni del viaggio"
e dunque
i termini geminati dalla parola "Sicilia" 
diventati a loro volta sostantivi quasi autonomi
- sicilitudine sicilinconia sicilianitudine - 
etc. etc. etc.
veicolano in fondo significati
riconducibili alla parola-madre che li ha generati
per rimanerne, la Sicilia-Sole, a sua volta infarinata
dal pulviscolo di esperienze sentimenti immagini idee individuali.








Nicola Romano declama una sua poesia in occasione della presentazione a Sciacca 
del libro recentemente pubblicato
 Voragini ed appigli, Pungitopo edizioni, Patti 2016

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