martedì 18 settembre 2012

IMMAGINARIO DI UN ARTISTA TRA GROTTE E RACALMUTO


Paesaggio di Racalmuto (1989)


Mentre la politica discute di un probabile, imminente referendum per rivendicare una striscia di territorio, che ricade nel perimetro urbano di Grotte ma amministrativamente nel comune di Racalmuto, ritengo opportuno mettere distensivamente in evidenza quello che finora ha unito i due paesi e che nessun referendum a colpi di maggioranza numerica potrà dividere: la cultura comune, la memoria storica, le tradizioni e, si spera, i tanti matrimoni tra grottesi e racalmutesi.

Quella che segue è la testimonianza di Renzo Collura resa in occasione della mostra che l’amministrazione di Racalmuto gli stava preparando e che per la morte inaspettata del Maestro grottese avrebbe assunto il significato di una retrospettiva.
La mostra intitolata “Memorie e Fantasmi” si è tenuta presso l’Auditorium “Santa Chiara” di Racalmuto dal 7 al 22 aprile 1990.
Le cronache del tempo riferiscono che l’inaugurazione è stata qualificata e solenne, prima nella sala consiliare dove è stata analizzata l’attività artistica del Pittore da illustri studiosi e successivamente, nell'Auditorium "Santa Chiara",  con l’esibizione del coro polifonico diretto dal maestro Domenico Mannella e l’intervento del vescovo di Agrigento mons. Carmelo Ferraro nonché di artisti, intellettuali e amici provenienti da tutta la Sicilia.
Per l’occasione è stato proiettato un documentario realizzato da Alfredo Marsala Di Vita con un'intervista al Maestro Collura; sono stati realizzati il catalogo “Memorie e Fantasmi” e una cartella intitolata "Grotte e Racalmuto"
con le riproduzioni di due litografie inedite.
Nelle fasi preparatorie della mostra, Renzo Collura mostrò l’intenzione di donare un quadro al Comune di Racalmuto da esporsi nel Gabinetto del Sindaco.  La scelta cadde sul ritratto di Don Ciccu Burruano, accettando il   suggerimento di un racalmutese che la mostra aveva proposto.
                                                                                                                                   P. C.


Autoritratto (1978)


IL PAESE DEL CUORE E DELLA MEMORIA

A Garàmoli trascorsi gran parte della mia fanciullezza familiarizzando con quei passanti che erano soliti intrattenersi presso il “mulino”. E sul ciglio dell’alto serbatoio, costruito in pietra da taglio, mi arrampicavo sovente in cerca di nidi, mettendo a dura prova l’altrui sopportazione. Fino a quando una lunga serpe nera, su cui avevo inavvertitamente poggiato la mano nel salire, non mi si attorcigliò a spirale lungo il braccio… Alle mie urla di spavento accorse qualcuno che vide appena di sfuggita la brutta serpe sparire fra le pietre smozzicate dei gradini.
Rivedo ancora la figura alta e magra del maestro Baeri, mio insegnante di quinta elementare, che incontravo spesso a Garàmoli nel suo campicello.
A Garàmoli vidi una sola volta la severa e aristocratica figura del noto medico e filantropo don Ciccu Burruano chiamatovi per soccorre mia sorella afflitta da un forte attacco di malaria.
E vi incontrai ancora lu santu, Salvatore Lo Sardo inteso Viscuglia, analfabeta “guaritore” che esercitava in quel tempo le sue doti naturali con sincera vocazione al bene, ma che non riuscì mai ad "ipnotizzarmi”.
Grotte, agosto 1989
                                                                                                           Renzo Collura


                                                                     Vecchio Mulino (1989)






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