“348 anni, sei
mesi e 19 giorni or sono, i Parigini si svegliarono allo squillo di tutte le
campane che suonavano a distesa nella triplice cinta della città
vecchia...”.
Da
racalmutese, ho sempre creduto che i racalmutesi di cinquecento anni fa, si
siano svegliati, come i Parigini del
romanzo Notre Dame de Paris, allo squillo di tutte le campane esistenti
intorno al castello dei Del Carretto.
Ma
forse, anzi, sicuramente non è stato così, non possediamo un ragguaglio storico
coevo ed esatto dell’avvenimento per
cui avrebbero dovuto suonare le campane a distesa, eppure la “nostra” Madonna
del Monte è ricca di letteratura: testimonianze indirette ed espliciti testi
storici, inoltre: testi teologici, poetici, drammi, racconti, inni, cronache,
programmi di festeggiamenti, bolle, indulgenze, testamenti.
Col presente intervento, più rispondente al
titolo “Testi di vario genere sulla
Madonna del Monte di Racalmuto e di alcuni caratteri di essi”, si vuole offrire
una breve panoramica soprattutto di quel materiale inedito o poco conosciuto, per contribuire a
costituire una mappa da servirsene per autonomi e personali approfondimenti.
Invero,
il libro del Padre gesuita Girolamo Monreale, del 1986, rappresenta
un’autorevole sintesi delle più significative fonti afferenti la Madonna
del Monte di Racalmuto, tuttavia è suscettibile di integrazioni, non solo
perché altro materiale è stato prodotto dopo il 1986 ma anche perché, come
ipotizzava lo stesso Monreale, altre
scoperte si son venute facendo. L’ultima, recentissima, è annunciata con
enfasi e in parte riprodotta sul sito www.racalmuto.net.
Vi si apprende
che un “antichissimo libretto - cito - è stato rinvenuto dall’Ing. Angelo
Taverna nella soffitta dell’abitazione del canonico Mantione. Risale al 1764 e
può considerarsi il primo documento
scritto sulla saga della venuta della Madonna del Monte a Racalmuto. Nessun
accenno ai Gioeni di Castronovo; errato comunque il riferimento a “Lu Nobili
Conti di chista Cuntìa” : Ercole del Carretto nel 1503 era appena barone etc.
“Calogero
Taverna, dopo trent’anni di studi, contesta tutto e tutti”.
Fine della
citazione.
Sul contenuto
del libretto andiamo a dire brevemente, non meravigli invece la glossa
polemica, è storicamente provato che la contestazione negli uomini di penna
racalmutesi è una forma di attaccamento
dissimulato, a volte molto dissimulato, alle proprie radici .
Il titolo del
libretto rinvenuto, dunque, è Sagra
novena e coronelle delle sette allegreze in onore della nostra Signora Maria
Vergine sotto il prodigiosissimo titolo del Monte, Avvocata, e Protettrice
dell’Alma Fedelissima di Racalmuto composte dal P(adre). F. Emmanuello Maria
Catalanotto Agostiniano della Congregazione di Sicilia. Stampato in Palermo
nel 1764.
E’ vero che
nel libretto non si parla esplicitamente di un
Gioeni ma è pur vero che si accenna
alla leggenda dell’arrivo miracoloso del simulacro della Madonna a
Racalmuto e alla volontà della Madonna di rimanervi:
Ma prima ch’ija voghiu incuminciari
Stativi
attenti a chiddu chi dicu iu,
Pirchì ora vi voghiu raccuntari
In chiddi
tempi quantu succidia
Di Racalmutu si truvavu a passari
Certu divotu dottu,
santu, e piu,
Chi in Castrunovu ci duvìa purtari
La bedda Matri di lu grandi Diu.
Otttava IV.
Quali Terra o
Città si pò vantari
D’aviri avutu pri Spusa a Maria
Impignata a vulirisi
ristari
Comu tu Racalmutu genti pia?
Trapani , e Chiaramunti poi chiamari
Ntra la tò cara amata cumpagnia
Ma cu chissi Maria nun vosi fari
Comu a lu Munti s’impignau pir tia.
Ottava
XII.
Un canto
popolare recita: “Di Trapani affaccià Maria di Gèsu” e un altro:
Di ‘n capu
mari na navi vinìa
facennu festa e sparannu cannuna.
Ascontra Racarmutu pi
la via
Nei versi del
Catalanotto si fa riferimento sia a Trapani che a Chiaramonte, probabilmente
Chiaramonte Gulfi un paese di opposta ubicazione, nel ragusano, ma non per
indicare un complemento di provenienza o di moto da luogo, semplicemente per
indicare una diversità nella comunanza: sia Trapani che Chiaramonte Gulfi hanno
una statua di Madonna ma senza i prodigi di quella di Racalmuto:
Trapani , e
Chiaramunti poi chiamari
Ntra la tò cara amata cumpagnia
Ma cu chissi Maria
nun vosi fari
Comu a lu Munti s’impignau
pir tia.
Scoperta o
riscoperta a parte, il testo principale di riferimento è sempre stato quello
del Padre Bonaventura Caruselli da Lucca, intitolato Maria Vergine del Monte in Racalmuto. Dramma – Sacro preceduto da una
memoria storica sopra Racalmuto e la Vergine del Monte e seguito da altre sacre
poesie, pubblicato nel 1856 a Palermo ma composto nel 1848. Etc. etc. etc.
Incipit della relazione "LA MADONNA DEL MONTE NEI RIFERIMENTI TESTUALI. Testi di vario genere sulla Madonna del Monte di Racalmuto e di alcuni caratteri di essi", letta in occasione del convegno sull'anniversario del quinto centenario della "venuta" della statua della Madonna del Monte a Racalmuto. Gli Atti del suddetto convegno sono a tutt'oggi inediti.
Vedi http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/07/la-madonna-del-monte-attende-gli-atti.html
Vedi http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/07/la-madonna-del-monte-attende-gli-atti.html
Bandiera votiva del 1976 commissionata da Calogero Sardo inteso Sutera,
ricamata artigianalmente
Ph ©piero carbone (bandiere del cero o "ciliu")
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