martedì 4 marzo 2014

SCINTILLE... FOTOGRAFICHE. Due fratelli di Montedoro per la stessa donna




Può capitare che due fratelli si innamorino della stessa donna e in armonia concorrano a coltivarne la memoria, gli interessi per la scrittura e la fotografia? 



I fratelli si chiamano Federico e Calogero Messana, diversi per indole ma egualmente ricchi d'interessi, la donna si chiama Louise Hamilton,  andata sposa al possidente montedorese Eugenio Caico, alla fine dell'Ottocento... Una donna straordinaria, una vita avventurosa.





Federico, con una laurea in Geologia, dalla sua Milano, dove si è trasferito oltre quarant'anni fa per lavoro occupandosi di impresa nel mondo dell'informatica,  la insegue da una vita, rintracciando documenti interessantissimi che riversa e collaziona nel suo sito www.messana.org,  dove pubblica ricerche e suoi testi  sia in prosa sia in poesia. 
E' un punto di riferimento per la memoria storica di Montedodoro. 


Federico è stato tra i promotori della traduzione del libro di Louise Hamilton Caico e ha fatto parte della delegazione recatasi, senza successo, da Sciascia, per chiederne la prefazione del libro tradotto e  che sarebbe stato pubblicato per la Epos edizioni nel 1983.



Calogero, è stato emigrato in casa, o quasi,  ha lavorato per una vita tra Caltanissetta ed Enna all'Enel nel settore commerciale, con un diploma di commercialista e a meno di sei materie per la laurea in fisica. Ha concluso la sua emigrazione interna approdando dall'astrofisica a Montedoro. 


Qui, da quando è a riposo, si fa per dire, si è inventato altre attività, riscoprendo sopiti interessi:  ha iniziato una raccolta civica di patrie memorie e, casualità del destino, si è incrociato con gli interessi coltivati da tanto tempo dal fratello, con la stessa Louise Hamilton Caico, non tanto per scorribande letterarie ma soprattutto per le foto. 







Solo recentemente, infatti, grazie al suo interessamento, son venute fuori le foto della Hamilton Caico, alcune delle quali erano state pubblicate dalla stessa autrice nell'edizione londinese del 1910. La restia signorina Giuseppina Ricotta, che le aveva finora tenute gelosamente conservate, e alcune le aveva prestate senza averne doverosa restituzione, di lui si fida e gliele affida. 

Come è avvenuto per la mostra di Caltagirone. 

Proprio per la mostra di Caltagirone, ancora in corso, Calogero e Federico hanno approntato alcune riflessioni che con piacere ripropongo.





Le foto di Luisa Caico
di 
Calogero Messana

La famiglia CAICO è stata una delle più facoltose di Montedoro. Proprietari terrieri e appaltatori di Feudi e Miniere fin dal Settecento. Nel Novecento le cose incominciano ad andare male al punto da dovere svendere le tante proprietà ed essere costretti a trasferirsi a Palermo e vivere di espedienti: Luisa scriveva per i giornale e faceva traduzioni, la figlia Lina insegnava saltuariamente lingua Inglese nei Licei, Federico si dice facesse la guida turistica e Letizia, suonatrice di violino, continuava a gestire la piccola proprietà rimasta in paese.

Si dice che nella casa di famiglia vi fossero 500 casse di documenti: subito dopo l’ultima guerra le carte di famiglia venivano vendute “a peso” ai commercianti insieme alle casse che le contenevano. Per strane vicende alcune di esse sono arrivate persino in Svizzera. In queste casse pare che siano state ritrovate molte fotografie della Luisa che finite in tante mani sono ormai disperse.
Nell’ultima abitazione di Letizia, assieme alle poche suppellettili, per fortuna, sono rimasti un certo numero di album con le raccolte di circa seicento scatti.

Per caso nel 1968, Giuseppina RICOTTA, la nuova proprietaria dell’immobile, ha avuto lo spirito di salvarle dalla spazzatura in cui erano stati abbandonati dai venditori, gente che ne era venuta in possesso, ma estranea alla famiglia CAICO. Molte foto erano state rovinate dallo stato di abbandono in mezzo a scarti vari, e alcune bruciacchiate per incuria, e infatti si racconta che Letizia leggeva e studiava a lume di candela.



Dopo il ritrovamento sono rimaste, fino allo scorso anno (2012), conservate gelosamente dalla nuova proprietaria finché non l’ho convinta che era importante farle conoscere. Adesso abbiamo la fortuna di ammirarle, anche se solo in parte, poiché da una mia stima ritengo dovessero essere tre volte tante.
Montedoro, 2013








P. S.

Nei prossimi giorni pubblicherò l'intervento di Federico Messana scritto appositamente per la mostra di Caltagirone, curata da Sebastiano Favitta e Attilio Gerbino.






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