venerdì 30 novembre 2018

LA CITAZIONE IMPROPRIA. Commento rivolto al consigliere Guagliano che ha pubblicato il documento di sfiducia al Sindaco




Mio commento al Post di Giuseppe Guagliano in cui si pubblica il testo della mozione di sfiducia al Sindaco di Racalmuto e dopo l'articolo rabbioso, firmato soltanto da uno pseudonimo, di "Malgrado Tutto", di cui Savatteri è fondatore, redattore e una delle anime di riferimento. 


Nessun redattore o collaboratore del giornale ha preso le distanze con note o precisazioni pubbliche dagli articoli finora pubblicati con intenzioni palesemente volte a denigrarmi, concionando d'altro, inappropriatamente,  e non per smentire le  mie affermazioni, come mi sarei aspettato, ove ve ne fossero state fondate ragioni. 

Preciso che il mio appunto era rivolto a un politico e che, come lui ha ritenuto  opportuno addurre una citazione di un giornalista a rinforzo e sostegno delle sue tesi, io ho semplicemente ritenuto che politicamente quella citazione era inappropriata, anzi, addirittura inopportuna e controproducente.

MIO COMMENTO 2
"Nella mozione di sfiducia si cita Savatteri che cita il Lampedusa e io ho avuto da ridire non perché abbia nulla contro Savatteri (solo i “ragazzi” - così li chiama Cavallaro - di “Malgrado tutto” lo pensano, infondatamente, perché fa loro comodo: per sviare il discorso e “distrarre”) ma semplicemente perché Savatteri non è credibile fino a quando non esprime la sua posizione sulla gestione del Teatro Margherita, vicenda che ha visto te interpellato in procura, sol perché da cittadino chiedevi chiarimenti sulla gestione del Teatro comunale, mentre il consiglio di amministrazione dello stesso Teatro con Andrea Camilleri presidente e Di Pasquale direttore artistico, di cui facevano parte Savatteri come vicepresidente e Cavallaro come consigliere del c.d.a. della fantomatica Fondazione Teatro Regina Margherita, nulla mai pubblicamente ha chiarito. 

Insomma, come hanno amministrato un teatro vero, con attori veri, con soldi veri, con fondi pubblici, con pubblico pagante, attraverso una Fondazione i-ne-si-sten-te (inesistenza certificata dagli uffici competenti della Regione Siciliana)? 
La Procura ha archiviato il caso, è vero, le risposte però non sono state date, ma un politico, in un ragionamento politico credo che non possa additare ad altri prassi di buona politica comunale tramite ragionamenti di chi non ha chiarito propri comportamenti nella gestione di una istituzione culturale dello stesso comune risultata falsa." Piero Carbone

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DOCUMENTO INERENTE LA PRESENTAZIONE DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA



 Dalla bacheca Facebook di Giuseppe Guagliano, consigliere comunale P.D. ed ex Presidente del Consiglio
Al sig. Presidente del Consiglio Comunale di Racalmuto
Al sig. Segretario Generale
E.p.c. Al sig. Sindaco
OGGETTO: PRESENTAZIONE MOZIONE DI SFIDUCIA
Con il presente documento redatto ai sensi della L.R. n. 35 del 15/09/'97 art. 10, dell'art. 52 del Tuoel e dell'art. 62 dello Statuto Comunale, i sottoscritti Consiglieri Comunali di Racalmuto, intendono presentare Mozione di Sfiducia al sindaco Messana per gravi motivazioni di carattere politico, amministrativo e giuridico di seguito argomentati:

E' utile ricordare in premessa che il sindaco Messana, eletto a Maggio del 2014, da una compagine politica eterogenea, si fece garante di importanti e gravosi impegni programmatici sia di natura politica che amministrativa al cospetto di tutti i Racalmutesi. 

Ciò nonostante, da subito, apparve evidente una sua impostazione e un atteggiamento poco collaborativo, di distacco e chiusura nei confronti della macchina Burocratica comunale, della Politica e del Paese tutto; Atteggiamento che ancora persiste e che, inevitabilmente, ha finìto con il condizionare tuta la Giunta e chiunque gli sia stato accanto, determinando un'azione Amministrativa estremamente lenta, confusa, priva di programmazione e di entusiasmo, quasi sempre autoreferenziale.
Tutto questo è diventato un carattere identificativo nel tempo.

Se si aggiunge la cronica difficoltà del Sindaco ad intrattenere e “coltivare” positivi rapporti personali e di gruppo con le compagini sia di maggioranza che di opposizione, si capisce il perchè delle ricorrenti e gravi crisi politiche-amministrative, tanto da subire già alla fine del 2016 una mozione di sfiducia votata in consiglio, con motivazioni più che condivisibili e oggi ricorrenti.

La sfiducia non andò in porto per il “gioco delle parti”, ma causò uno stravolgimento degli equilibri scaturiti dal voto popolare che la politica a tuttoggi non è riuscita a recuperare. Anzi, il persistere di tale atteggiamento del Sindaco, ha assunto i connotati dell'arroganza, del cinismo e dell'indifferenza, tanto da indurre qualche giorno fa un importante giornalista (Racalmutese) GAETANO SAVATTERI, sensibile alle vicende che riguardano la comunità, a prendere posizione con un articolo, sul blog locale “MALGRADO TUTTO” di cui si cita un passagio significativo!

--Il Sindaco Messana come e più del Principe di Salina ( del Gattopardo)--.
< NON CREDE ALLA SICILIA, NON CREDE AI SICILIANI, NON CREDE A SCIASCIA E, PERTANTO, NON CREDE NEMMMENO ALLA FONDAZIONE SCIASCIA DI CUI E' ORA IL PRESIDENTE. E' IL SUO SEGRETO E LA SUA RICETTA PER SOPRAVVIVERE.> 
In questi anni di sindacatura, oltre a non credere a niente, il Sindaco ha dimostrato di non avere nessun interesse per RACALMUTO e per i RACALMUTESI e nessuna voglia di rispettare gli impegni, anche quelli che per proprie convenienze non ha esitato ad assumere.
-MOTIVI DI CARATTERE AMMINISTRATIVO:
*Mancato rispetto degli impegni programmatici assunti, in tutte le fasi dello sviluppo politico-amministrativo della legislatura, con tutte le conpagini che ha composto.
-MOTIVI DI CARATTERE GIURIDICO:
*Ha omesso di presentare, per tutti gli anni di governo, la relazione annuale sullo stato di attuazione del programma, come previsto dallo Statuto Comunale, nonché dalla L.R. 7/'92, e
successivamente modifica dalla L. R. 17/2004 comma 22 art. 127.
-MOTIVI POLITICI:
*Ha quasi sempre disatteso ogni indirizzo politico-amministrativo del Consiglio Comunale mortificando e svilendo il ruolo dell'Organo. 

*Non ha saputo o voluto coinvolgere il Consiglio, la politica e le parti sociali in un ragionamento di ampio respiro da cui sarebbe dovuta scaturire una seria programmazione delle cose da fare nell'interesse della comunità.  

*E' diventato sempre più, in questi anni, motivo di sfiducia verso la politica Racalmutese, rendendosi responsabile di un vero e proprio tradimento rispetto alle tante aspettative del post Commissariamento. 
CONCLUSIONI:
*In conclusione si ritiene che il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, ad un così grave degrado, rischiando di diventare complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni, a tutto danno dei Cittadini che in noi hanno riposto le proprie esigenze e aspettative di crescita culturale e sociale.

*Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri comunali, consapevoli della responsabilità assunta a seguito delle elezioni amministrative nei confronti di tutti i Cittadini, dell'impossibilità di adempiere ai doveri derivanti dal proprio mandato, considerato il progressivo deterioramento dello stato politico-amministrativo e convinti che è necessario ridare serenità al clima politico Racalmutese in prospettiva del ritorno al voto per le prossime elezioni amministrative, CHIEDONO al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione dell'apposita seduta del Consiglio Comunale, nei termini e modi di legge, al fine di discutere e deliberare in merito alla presente proposta di mozione di sfiducia al Sindaco. 
I Consiglieri Comunali sottocrittori:
E' giusto che ognuno esprima il suo pensiero. E' giusto che il Sindaco cerchi di difendersi. ( Gli chiediamo solo di dire la verità). Mi auguro che anche gli assessori lo facciano, uscendo fuori da questa condizione, ricorrente, di stretta tutela con cui il Sindaco li avvolge rischiando di asfissiarli. ( Ci ricorda la fasciatura che nelle famiglie si praticava -a danno dei neonati!- con la convinzione che potessero crescere dritti e forti! Certamente non più intelligenti!)
Ma è altrettanto giusto che si valutino le ragioni di chi ha trovato il coraggio di compiere questo atto politico forte, e dalle conseguenze politiche incerte per gli stessi proponenti!
Una decisione non presa, di certo, a cuor leggero. Si sono svolte, nei due anni successivi alla precedente mozione di sfiducia, decine e decine di incontri, ristretti, allargati, e di tutte le misure. Al Sindaco abbiamo rivolto Appelli in tutte le occasioni, nelle Commissioni Consiliari e nei Consigli Comunali, ad avere più rispetto verso l'Istituzione Consiliare, verso i singoli Consiglieri, verso la Politica e verso il Tessuto Sociale. Ad impegnarsi di più nella ricerca di quegli equilibri imprescindibili nelle dinamiche della vita sociale e politica. Ad essere più rapido e coraggioso nelle scelte amministrative. 
A gestire meglio il tempo per una più efficiente e produttiva programmazione. E per fare tutto questo, tutti noi, ci siamo messi totalmente e disposizione fin dal primo giorno di Governo della Città. E lo abbiamo fatto fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno utile per poter presentare la mozione. Dal Sindaco abbiamo solo e sempre ricevuto, rinvii, silenzi, al massimo mezze risposte. Tanti impegni faticosamente presi sono stati disattesi, spesso anche rinnegati. Capite che non era più una situazione sostenibile. Spiace, in queste ore, assistere al tentativo del Sindaco di nascondersi dietro i problemi e le difficoltà dei Cittadini, che in verità lui avrebbe dovuto risolvere o quanto meno affrontare. Nel periodo che manca alla votazione della sfiducia, sarebbe giusto fare una sorta di "OPERAZIONE VERITA'" in cui gli interessati e chiunque abbia qualcosa da dire lo faccia a beneficio del cittadini e della storia.           
FINE DEL DOCUMENTO RIGUARDANTE LA PRESENTAZIONE DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA

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DOCUMENTI.


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Fondazione sì

Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2


Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2

Malgrado tutto, a.XXXI, luglio 2012, n.2

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Fondazione no
"Con la presente si riscontra la nota prot. 11226del 22.11.2017, di pari oggetto, per comunicare che agli atti della  Scrivente Segreteria Generale, non risulta alcuna istanza di riconoscimento relativa alla fondazione in oggetto segnata"

Oggetto: Richiesta notizie fondazione "Teatro Margherita"


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Mia esperienza raccontata nel seguente Post:


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L'articolo di Malgrado tutto:


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Mio Post conseguente:





giovedì 29 novembre 2018

LO SCRIVEVA GIANCARLO MACALUSO NEL 2014, NON IO. Alcuni leggono una cosa e ne pensano un'altra

Nelle polemiche, 
c'è chi scambia buzzìchi pi lanterni;

c'è chi, invece di smentire puntualmente  affermazioni altrui con carte, date e fatti "alla mano", reagisce dilatando le froge  e scantonando con poca classe e molto livore (ma il livore è fumo, non arrosto: impuzza, annerisce e basta); 

c'è  chi, non avendo argomenti ad hoc, tenta di demolire per altre vie la credibilità altrui, nel vano sogno di fare sparire le nubi dal cielo disegnando sull'ombrello aperto un sole sorridente;

c'è chi, nel timore di dovere ribattere e controribattere  di persona, si nasconde molto "coraggiosamente", e poco lealmente, dietro uno pseudonimo (ma uno a chi risponde? all'aria? a nessuno?  al nom de plume?);

c'è chi, non sapendo dire altro, tenta disperatamente di minimizzare o ridicolizzare le attività e la creatività altrui (ma se non valgono nulla, non è meglio non evocarle? Evocarle significa riconoscerne l'esistenza! Ciò vale terribilmente anche per le persone, gli autori di qualcosa, etc.);

c'è chi cita e... comu veni la pena si cunta. P. C.




Giancarlo Macaluso in primo piano nel fermo immagine del filmato postato su you tube:

CARRETTIERI E LAVANDAIE. Rievocazione etnografica (1987)... 
Prima Parte


"Mi dispiace, io non ci sto. Non si può trascinare l'onore e la storia di un giornale nel pantano delle beghe politiche. [...]

Probabilmente stanno naugrafando tutte le certezze con cui in questi anni abbiamo svolto il nostro mestiere di giornalista: non avere un piede in due staffe, raccontare la politica ma non farla, evitare strane commistioni col potere.

Certo, si può cambiare opinione; ma mi resta, al fondo, una specie  di retrogusto amaro, una piega malinconica per come la cosa è stata ed è gestita. Sono deluso anche da tutto il contorno: Egidio Terrana, Salvatore Picone, Gigi Restivo, Felice Cavallaro e compagnia cantando. Il giornale da questa storia avrebbe dovuto rimanere fuori invece di ridursi a una sfiatata trombetta di potere, sia pure di uno che ama molto Racalmuto e di uno che quel giornale ha contribuito a nascere, crescere, rafforzarsi.

Evidentemente non c’è posto per me. Questo sicuramente è l’ultimo contributo che do al mio vecchio giornale, prendendone le distanze. 

Un amico poco fa mi ha telefonato dicendomi che è arrivato il momento di una nuova 'voce' a Racalmuto, di un nuovo giornale. Arriverà, presto, si chiamerà: Malgrado tutti."

Giancarlo Macaluso, Macaluso contro Savatteri: "Tieni fuori il giornale", Malgrado tutto web, 01/04/2014
Sulle scale del Municipio di Racalmuto,
in occasione della mostra di Pippo Bonanno a Racalmuto nel 1989.


ph ©archivio e pensamenti blog

mercoledì 28 novembre 2018

STANNO FLAGELLANDO IL SINDACO DI RACALMUTO

Francesco De Grandi, Flagellazione, 2016, Olio su tela, 18.5x24.5 cm (particolare

Quattordici su Quindici consiglieri presentano una mozione di sfiducia al Sindaco di Racalmuto, Emilio Messana, citando nel documento,  come accusa, la frase di un giornalista pubblicata su un giornale fazioso e inquisitorio, accusa, insita nella frase, precedentemente e altrove, rivolta allo stesso giornale e allo stesso giornalista. 

Ebbene, tutti costoro: consiglieri della maggioranza e dell'opposizione a tempo e a ruoli alternati, il giornalista e lo stesso giornale con relativa redazione, sono gli stessi che, nel tempo, hanno sostenuto il Sindaco o dal Sindaco sono stati sostenuti. 
Che coerenza! Che ingrati!

Forse, anzi, sicuramente, il Sindaco avrebbe dovuto rinunciare ad alcuni  insinceri  e innaturali sostenitori ieri, sebbene utili, per non ritrovarseli tutti nemici oggi.
La storia sarebbe stata un'altra. Forse migliore.

P. S.
Una volta ci sarebbero stati i manifesti murali. Ma oggi chi è rimasto ad avere carta e inchiostro per scriverli? e colla e pennelli per attaccarli?



Nota correlata 
pubblicata su Facebook questa notte


Screen shot

Roba da pazzi, mi giungono echi dal paesello dove i consiglieri comunali, 14 su 15, vorrebbero sfiduciare il sindaco ma citando (nella mozione di sfiducia, con tanto di protocollo) ragionamenti di personaggi sbagliati, come se avessero tirato fuori le corna per fare scantari il diavolo! Ma sono ciechi o soggiogati, codesti illuminati politici, al punto da non distinguere il diavolo dal suo corredo? Un po' deprimente a dire il vero per essere il paese della ragione, il paese di Sciascia etc etc etc

Francesco De Grandi, La prima notte, 2018, Olio su tela, 18.5x24.5 cm


Quadri fotografati alla RizzutiGallery
 in occasione della mostra "Come Creatura"
 15 Settembre - 4 novembre 2018
(prolungata fino al 17 novembre 2018)


martedì 27 novembre 2018

A PROPOSITO DI SCIASCIA: LA METAFORA DELLA CODA CHE TANTO PIACQUE A MATTEO COLLURA. Una lusinghiera citazione (acefala)

e venne il giorno della coda




La metafora della coda come categoria critica

"A Racalmuto usano dire di chi s'entusiasma, di chi si esalta e si diverte nel fare quello che sta facendo, che ci adduma la cuda (gli si accende la coda). A Sciascia si sarà certamente accesa la coda nello scrivere Le parrocchie di Regalpetra, Il giorno della civetta, Il Consiglio d'Egitto, Morte dell'inquisitore, A ciascuno il suo, La corda pazza: poi si dovrà trovare un altro modo di dire per rendere quel che avrà provato nello scrivere Il contesto, Todo modo, La scomparsa di Maiorana, Candido, L'L'affaire Moro, Porte aperte, Il cavaliere e la morte, Una storia semplice. E in questo caso non può bastare il colorito lessico dei racalmutesi".
Matteo Collura, Il Maestro di Regalpetra, Longanesi & C.  edizioni, Milano 1996.



Il Maestro di Regalpetra, pag. 73

"Il marito tentenna, Sciascia saggiamente sconsiglia, anche se i suoi occhi esprimono parere diverso, comunicano uno stato d'animo che per un racalmutese è quello di chi gli si 'accende la coda'".
Matteo Collura, Il Maestro di Regalpetra, Longanesi & C.  edizioni, Milano 1996.

Il Maestro di Regalpetra, pag. 218

Il Maestro di Regalpetra




"...Sciascia si trova in una condizione estetica che possiamo dire all'opposto: la canicola non dico siciliana ma racalmutese gli incendia l'estro. Si viene a trovare presumibilmente in quello stato d'animo che i racalmutesi - non sapendo d'estetica - esprimono con colorita espressione nel loro idioma: Ci addùma la cuda -, 'gli avvampa la coda', di uno che s'entusiasma, s'esalta, per qualcosa che veramente gli sta a cuore"
Piero Carbone, Il mio Sciascia, Edizioni Grifo, Palermo 1990.

Il mio Sciascia, pag. 29
Il mio Sciascia, pag. 30


Il mio Sciascia

Il mio Sciascia

Il mio Sciascia

Il mio Sciascia




ph ©piero carbone (la gatta Cecilia, estate 2012)





lunedì 26 novembre 2018

GRAZIE AL GRUPPO SICILIANDO PER L'ATTENZIONE AL MONDO DEL GESSO, E NON SOLO


Un caloroso ringraziamento alla straordinaria famiglia di soci e simpatizzanti di SICILIANDO, gruppo con oltre 63.000 iscritti, per l'accoglienza, tramite la sensibilissima Alessandra Buttitta, di queste parole, direi d'amore, nei confronti del mondo del gesso che è appartenuto ai nostri avi e ora rischia di essere dimenticato per sempre.

Link:





23 novembre 2018

Alessandra Buttitta: 
Oggi tra gli eventi pubblicati, questo sicuramente mi ha incuriosito tanto. “U issaru” ...per saperne di più leggete il seguito. Ringrazio il prof. Piero Carbone da Racalmuto
*
Prima dell’avvento del cemento, il gesso era molto in uso, si ricavava faticosamente dalle cave e faticosamente veniva cotto e reso farinoso sbriciolando le pietre di gesso con mazze e picconi. Veniva trasportato dai carretti dai muli, dagli asini, i famosi „scecchi di issara“ divenuti un modo di dire per indicare molta fatica e poco profitto. Anhe ad altri usi veniva destinato il gesso e in parte viene utilizzato ancora ma prodotto con tecniche lavorative diverse.
È sparito il mondo del gesso e dei gessai di una volta legati alle calcare e con esso il linguaggio che indicava attrezzi, fasi lavorative, canzoni, modi di dire. Molto più diffuso dello zolfo in Sicilia ma meno celebrato, è stato fatto oggetto ultimamente di studi e ricerche. La canzone Vita di issara (testo di Piero Carbone, musica di Giuseppe Maurizio Piscopo) vuole essere un contributo alla memoria del gesso dimenticato e testimonianza del risvegliato interesse.
È giusto che le vecchie generazioni non dimentichino. È giusto che le nuove generazioni conoscano. La canzone verrà eseguita il prossimo gennaio a Catanissetta durante una giornata di studi dedicata al gesso organizzata dalla studiosa Marina Castiglione. (P. C.)


*

Vita di issara
Testo di Piero Carbone
Musica di Giuseppe Maurizio Piscopo

Ritornello:.
Issu, issara: vita di carcara.
Issu, carcara: vita di issara.
Issu, balati: forti cafuddrati.
Furnu, famìa: issu abbianchìa.
I
A Buovu e Gargilata issu c’era,
Bivona cu Lercara china nn’era,
ci nn’era a Grutti, c’era all’antri banni:
luciva e luci muntagni muntagni.
Lu palu spirtusava rocchi e cugni,
la pruvuli sparava, e li timugni
di petri carriavanu sudannu
a la carcara jennu hiatiannu.
Rit.
II
Ti nfurna, lu issaru, e ti piddrìa,
balata, duoppu cotta, e macinìa
a cuorpi di picuna e mazzuttati
di hiatu e di sudura ncuttumati.
Carretti sientu nni la notti scura,
un cantu, griddri, fierri di na mula.
Carrianu, li scecchi di issara,
a prucissioni. Su li urdunara!
Rit.
III
Antichi casi di servi e patruna,
e rrobbi granni, nichi cubbuluna,
mpastati cu lu issu di carcara
e stucchi, statui, angili d’antara.
Issotta, ciarmaliddri, baddruttati,
li tietti di canneddri arraccamati.
Lu issu finu li mura abbianchìa.
Sciloccu nni li casi un ci putìa
Rit.

IV
Lu fuocu di lu tiempu cuciunìa
a tutti, comu furnu nni famìa,
nni coci com’abbastru di carcara:
biancu dintra e fora chi s’affara.
Facivanu accussì nni la carcara.
Oh, issu binidittu di issara!
Recitato:
La storia cancia, lu cimentu vinni:
palazzi frolli, ponti ntinni ntinni.
Ritornello finale:
Issu, issara: vita di carcara.
Issu, carcara: vita di issara.
Issu, sudura, mpinti mura mura.
Figli, lu pani, aspettanu dumani.
Recitato finale:
Figli, lu pani, aspettanu dumani


Ph Archivio Salvatore Mirabile

*
Nota del compositore Giuseppe Maurizio Piscopo
Confesso che mi occupo di tradizioni popolari da quasi 50 anni.
Quest’anno, per la prima volta sono rimasto affascinato da un testo di Piero Carbone “Vita di issara“. Di questo mondo magico e dimenticato, ne abbiamo parlato a lungo, soprattutto della cava di gesso e della calcara gestite dal nonno paterno.
Con l’esperienza di maestro elementare nasce spontanea la domanda:
Che cosa rimane di questa cultura nelle nuove generazioni, cosa conoscono i bambini di questo mondo, che cosa c’è nei libri di scuola elementare di questi argomenti?
Una domanda che non è rivolta soltanto ai bambini, si capisce.