domenica 30 settembre 2018

NELLA POLIFONIA NON SOLO MUSICALE DI DAGMAR REICHARDT, TANTO AMORE PER LA SICILIA. Relazione al Convegno AIPI di Siena 2018. Introduce Domelisa Cicala


 



Dopo aver ascoltato Dagmar Reichardt a Palermo, nel giugno del 2017, sugli "Aspetti transculturali nell'opera di Giovanni Verga", ho avuto il piacere di ascoltarla questa volta a Siena in occasione del XXIII Convegno Internazionale AIPI tenutosi dal 5 all'8 settembre 2018.
Nel Post odierno si ripropone la prima parte del suo intervento su "Cavallleria Rusticana" di Pietro Mascagni  e "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo.

 Ma la "sicilianità" elettiva  di Dagmar emerge anche dalla scelta di aprire la Seconda della 13 sezioni del Convegno AIPI, da lei ideata, coordinata e curata,  con l'invito a Etta Scollo che ha esemplificato con la sua straordinaria  esibizione artistica il tema ad essa assegnato sul "cunto" e su cui sarà un piacere e un arricchimento ritornare  per un approfondimento nei prossimi post.
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Intervento di Dagmar Reichardt su you tube. Prima Parte.
Link:




Università per Stranieri di Siena
XXIII Convegno internazionale AIPI (Associazione Internazionale Professori di Italiano)

Prima Giornata: Mercoledì, 5 settembre 2018
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Dagmar Reichardt (Accademia di Cultura Lettone di Riga):
Contingenza polifonica e “Transcultural Switching”. Il “duo” lirico “Cavalleria rusticana” (1890) di Pietro Mascagni e “Pagliacci” (1892) di Ruggero Leoncavallo nella ricezione musicale globale dall’Ottocento al Terzo Millennio
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Introduce Domenica Elisa Cicala (Università Cattolica di Eichstätt - Ingolstadt)
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Video amatoriale di Piero Carbone
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SEZIONE 2 - “Polifonia musicale –
Le vie delle melodie italiane in un mondo transculturale”
Coordinano:
Dagmar Reichardt (Accademia di Cultura Lettone di Riga)
Donatella Brioschi (Istituto Italiano di Cultura di Amburgo)
Domenica Elisa Cicala (Università Cattolica di Eichstätt - Ingolstadt)
Mariella Martini-Merschmann (Hochschule für Musik und Theater di Amburgo)
Tutor d’aula: Valentina Carbonara
RELATORI: 28                   AULA: 8 (primo piano)






Intervento di Dagmar Reichardt al Convegno AATI di Palermo il 28 giugno 2017




SIENA 2018


















video e foto ©piero carbone


Link correlati:
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Premio Flaiano  (XXXIV edizione) a Dagmar Reichardt per l'Italianistica
"Sicilia: l'Europa che comincia e che finisce"
Ceremony of presenting Professor D.H.A. Reichardt with the XXXIV Flaiano International Award for Italian Studies on 7/8/2007 in Pescara, Italy

https://www.youtube.com/watch?v=sE7DyrvBRAU


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sabato 29 settembre 2018

NON PRAEVALEBUNT. Sulla Fondazione Sciascia di Racalmuto: chi, sordo? chi, smemorato? chi, pentito? chi, in malafede? chi, ingrato? chi, opportunista? chi, venale? chi, distratto? chi, disinteressato? chi, vittima? chi, carnefice? chi, "insolente"? chi, "informatore"? chi, "mascalzone"? chi, invadente? chi, generoso? chi, in buona fede? chi... Chi?

Metto le mani avanti, con un'epigrafe di Soeren Kierkegaard: 

"Questo diario dunque non è storicamente esatto,
 e neppure è un semplice racconto: 
non è, per così dire, all'indicativo ma al congiuntivo". 

Diario del seduttore, BUR, Milano 1988. Trad.: Attilio Veraldi



Leggo tante cose in questi giorni sulla Fondazione Sciascia di Racalmuto che mai avrei immaginato di leggere, forse perché paventavo in fondo che dalle molteplici analisi fatte - attirandomi a turno, e limitandomi ai viventi, i silenzi e/o gli attacchi di tanti che oggi sostengono qualcosa o il contrario di quello che sostenevano prima (come ad esempio un giornale sedicente  sciasciano con tanto di giornalisti professionisti, pubblicisti, occasionali, cosiddetti più o meno sciasciani, che, ergendosi a difensore non si sa a che titolo e  implicitamente vantando diritti di esclusiva, definendomi nemico e attivista culturale, mi ha perfino condannato all'ostracismo mediatico, moderna declinazione dell'antica damnatio memoriae, con presunti articoli di fuoco satirico-moralistico-inquisitoriali e foto segnaletica alla wanthed)  -  paventavo che tanti timori si potessero avverare realmente. Si sono puntualmente avverati. Le recenti osservazioni del prof. Salvatore Fodale che avanza dubbi e riserve nei confronti di chi ha ritenuto o ritiene di detenere le "chiavi" del "fare" della Fondazione sono eloquentissimo riscontro.

Alcuni addirittura sostengono analisi e proposte che mi venivano contestate ieri e l'altro ieri ovvero cinque, dieci o vent'anni fa e oltre.

Chi ne vuol riscontro o chi ne ha vaghezza bussi ai seguenti link (l'elenco è parziale) e qualche indizio apparirà.

Forse tante questioni di volta in volta additate, se accolte in tempo,  e con diverso animo  affrontate dai diversi attori in qualche modo e in diversa misura interessati o chiamati in causa (familiari, membri della Fondazione, sindaco, assessori, consiglieri comunali, propugnatori della prima ora o anche autonomi estimatori di Sciascia o intellettuali militanti o semplici lettori), avrebbero portato ad un esito diverso rispetto alla situazione di aggravato stallo in cui oggi la Fondazione versa.

E' pur vero che ci sono state  nei decenni delle "voci" critiche, anche se intermittenti, ma non sono riuscite a incidere profondamente perché non corroborate da adeguato e partecipato sostegno.

"Il triste epilogo della Fondazione Sciascia" a cui rimanda l'articolo di Alan David Scifo sul "Fatto Quotidiano" del 23 settembre 2018 mi richiama decenni di "battaglie polemiche" o di semplici osservazioni di buon senso, semplicemente ragionevoli, e disinteressate, e mi fa amaramente sorridere delle opposizioni, delle reazioni, degli attacchi e degli epiteti ricevuti da più parti in tutti questi anni: informatore, mascalzone, insolente...

Se penso ai motivi che li hanno causati ovvero in reazione alle mie critiche osservazioni o ai miei modesti suggerimenti, ne vado orgoglioso e me li appunto come titoli di "onore" e di coraggio. Le intenzioni gratuitamente offensive o in mala fede le rimando sonoramente ai mittenti. E tuttavia lo ritengo il prezzo pagato, anche se ingiustamente, per avere affermato qualcosa, credo, di sciasciano. Ma ahimè, anzi, ahiloro, le mie "impertinenze" hanno fatto venir fuori le reazioni, le sottese mire e i pensamenti poco sciasciani degli altri! Opinione contestabile,  "bastonabilissima", lo so: unicuique suum. Non praevalebunt.



P. S.
Avrei voluto includere tra questi link/indizi  i verbali dei consigli di amministrazione della Fondazione Sciascia ai quali ho partecipato tra il maggio del 2007 e l'aprile del 2008  come membro di diritto, in quanto assessore alla cultura pro tempore del comune di Racalmuto, ma sto ancora in attesa di una qualsiasi risposta alla domanda  reiterata alcuni anni fa: numero di protocollo 17 del 18 luglio 2014 (sic!). Perché tanta segretezza?





Alcuni Post correlati nel Blog e su Facebook
 (il solo tag "Fondazione Sciascia" rimanda a ben 37 Post: 
quasi un libro bianco)
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*http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/12/note-dolenti-finche-il-dolore-si-sente.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/10/dove-portano-le-strade-anche-se.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/10/annunci-virtuali-o-finti-e-perche.html
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http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/02/attenti-quei-due-secondo-lanonimo.html*
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e sul Parco Letterario Regalpetra le cose non stanno meglio:
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Altri siti:
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http://castrumracalmuto.blogspot.it/2012/08/malgrado-sciascia.html
e sulla versione cartacea di "Grandangolo" n. 33 del 18 agosto 2012
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ph ©piero carbone (Racalmuto, Audiorium Santa Chiara, luglio 1988)

giovedì 27 settembre 2018

VITA DI ISSARA. Penultima versione






Vita di issara

               Testo di Piero Carbone
                     Musica di Giuseppe Maurizio Piscopo


Rit. 
Issu, issara: vita di carcara.
Issu, carcara: vita di issara.
Issu, balati: forti cafuddrati. 
Furnu famìa: issu bianchìa.

I
A Buovu e Gargilata issu c’era,
Bivona ccu Lercara china nn’era,
ci nn’era a Grutti, c’era all’antri banni:
luciva e luci muntagni muntagni.

Carretti sientu nni la notti scura,
un cantu, griddri, pidati di mula.
Carrianu, li scecchi di issara,
a prucissioni: su li urdunara.
Rit. 

II
Issotta, ciarmaliddri e baddruttati
Di hiatu e di sudura ncuttumati.
Biancu issu li mura abbianchìa.
Sciloccu nni li casi un ci putìa

Antichi casi di servi e patruna,
palazzi o cubbula senza purtuna
mpastati cu lu issu di carcara
e chiesi chini d’angili e d’antara. 
Rit. 

III
Ti nfurna, lu issaru, e mazzulìa,
balata, ca t’arrienni cu dulia
a cuorpi di mazzuottu e di sudura.
ti macinia, e iddru si ncuddrura.

Lu issu biancu ricotta paria,
tu ci hiuhiavi n pruvuli e spirìa:
resisti ancora; lu cimentu vinni:
palazzi frolli, ponti ntinni ntinni.
Rit. 

IV
Lu fuocu di lu tiempu cuciunia
E ardi e coci, a tutti nni famìa
A tutti com’abbastru di carcara,
bianchi dintra e fora chi nn’affara.

Nn’affara e coci, riduci a farina,
Mpastata cu suduri di carina.
Facivanu accussi nni la carcara.
Oh, issu binidittu di issara!

Rit. diversificato:

Issu, issara: vita di carcara.
Issu, carcara: vita di issara.
Issu, sudura: mpinti mura mura.  
Figli, lu pani, aspettanu dumani.

Recitato finale:
Figli, lu pani, aspettanu dumani

ph ©Giuseppe Pasquale Palumbo


martedì 25 settembre 2018

LE FISARMONICHE DI LU ZI CICCIU TORNANO A SUONARE, DOPO QUARANT'ANNI. Angela Martorana e l'ex allievo, ora maestro e compositore, Domenico Mannella lo annunciano festosamente




L'ANNUNCIO
Dalla bacheca facebook di Angela Martorana

Il Primo Raduno dei Fisarmonicisti, si chiude con una bellissima notizia. È il più anziano tra gli allievi di lu zi' Cicciu, prof. Domenico Mannella, ad annunciarla: lavoreremo insieme per costituire un'orchestra di fisarmoniche.

Ci sono voluti quarant'anni per raccogliere il testimone di Francesco Macaluso, lu Zi' Cicciu, che segnò una generazione a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, educandola all'amore per la musica e al culto della fisarmonica. In cambio non chiese mai denaro, perché l'amore non ha prezzo e chi lo prova lo condivide, con l'unico desiderio di vederlo crescere e moltiplicare nel cuore degli altri.
Il suo esempio ha nutrito la coscienza civile della nostra comunità: siamo orgogliosi del nostro paese anche grazie a lui e a queĺla splendida stagione. L'orchestra di Racalmuto arrivò a contare ottanta elementi.

Abbiamo il dovere di investire nei valori di Francesco Macaluso. La sua storia e la memoria collettiva che la conserva ci indicano che vale sempre la pena di impegnarsi per la comunità, di condiivdere le proprie passioni, di credere nei giovani e di dare loro le opportunità, di incoraggiare i talenti.

Emblematico che siano state due donne a promuovere e ad organizzare il Raduno, la vicesindaco Carmela Matteliano, la presidente dell'Arci Angela Martorana, e che un'altra donna, la nuora di Francesco Macaluso, Rosa Matteliano fosse in prima fila. La scuola di lu zi' Cicciu fu infatti tra le prime in quegli anni ad accogliere maschi e femmine, insieme.

Sul palco gli alunni di quel tempo e tanti altri tra il pubblico.

Impeccabile l'avv. Luigi Restivo, allievo anch'egli di lu zi' Cicciu, che invece di imbracciare la fisarmonica ha presentato la serata, con la competenza e la professionalità di chi conosce e ama il proprio paese.
Angela Martorana



REAZIONI
Dalla bacheca facebook di Giovanni Salvo


Voglio qui complimentarmi vivamente con l'operato della Signora Angela, presidente del circolo Arci di Racalmuto.

La manifestazione del primo raduno dei fisarmonicisti in onore di lu zi Cicciu, alla quale, ahi me, per impegni personali non ho potuto assistere, ma che ho seguito ampiamente sui social, non e' stata solo un bellissimo e partecipato spettacolo.
Da racalmutese attento, dico che ha avuto un significato piu' ampio. E' stata una serata "genuina" di quelle che hanno emozionano e toccato, non solo, la sfera dei ricordi dei piu' "anziani", ma e' riuscita a collocare tutti al giusto ruolo.


Il fisarmonicista talentuoso, il presentatore profondo conoscitore della storia trattata, il pubblico attento, ed una organizzazzione garbata.

La rispolverata di una delle piu' belle ed intonate storie locali, che se letta bene, obbliga a ricordare i vecchi valori di un tempo, gli uomini che amavano "gratuitamente" il popolo, i propri concittadini, senza distinzioni sociali, vedi lu zi Cicciu.

Mi venga consentito, per me e' stato il ricordo di una delle piu' belle pagine di esempio "socialista" vissute nella nostra cittadina.

Una serata che avra' aiutato le nuove generazioni a conoscere veramente il proprio paese, che non e' e non puo' essere solo "Sciascia".

Una prova di peculiare autenticita', una bella iniziativa che ci indica quale direzione seguire se si vuole continuare a tenere vivo, per quel che si puo', questo luogo.

Nella consapevolezza che Racalmuto fu' solo poi , grazie al suo ricco passato e ai suoi uomini migliori, che lo hanno amato ed animato, il paese di Leonardo Sciascia.

In fondo basterebbe ricordare e copiare quello che hanno fatto in passato alcuni valenti nostri concittadini, che avevano ed hanno a cuore il paese, come il Prof. Eugenio Napoleone Messana, il Prof. Salvatore Restivo, il Prof. Macaluso, per certi versi anche il nostro valente Prof. Piero Carbone e tanti altri che non cito; e perche' no lo stesso scrittore Sciascia, con le sue Parrocchie di Regalpetra.

Serve dunque ripartire da qui, dalle storie positive e negative che ci caratterizzano.

Necessita farlo con garbo e modestia, senza fronzoli, nello stile azzecccato della nostra brava e tenace Presidente Arci, Angela Martorana, rimanendo ciascuno al proprio posto, al proprio ruolo, senza scopi terzi. Chapeau
Giovanni Salvo


SE CHIAMATO IN CAUSA...
Dalla mia bacheca facebook


Grazie a Giovanni Salvo per il ruolo generosamente riconosciutomi e per le parole di apprezzamento. Che dire? Parole che caricano di grande responsabilità, e il pensiero, grato, va ai tanti amici e concittadini di ieri e di oggi con cui, tra entusiasmi, scoramenti e opposizioni, si è cercato e si cerca di condividere l'amore per questo nostro meraviglioso, maltrattatissimo paese. Mi unisco ai complimenti di Giovanni per chi ha organizzato il Primo Raduno dei fisarmonicisti, alla dinamica Angela Angela Martorana in primis, riconoscendo la meritoria missione "di lu zi Cicciu" del quale, come tantissimi, sono stato allievo.
Piero Carbone































Locandina dell'evento


Le foto del recente Raduno sono di Maria Rita Grassagliata 

Le foto che ritraggono lu zi Cicciu Macaluso invece sono riprese 
dalla bacheca Facebook di Gigi Restivo











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