Le poesie “La Shoah e la Memoria”, composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti di internati,
NOTTE SU BIRKENAU
Un’altra notte. Torvo, il cielo si chiude ancora sul silenzio mortale volteggiando come un avvoltoio. Simile ad una bestia acquattata, la luna cala sul campo — pallida come un cadavere.
E come uno scudo abbandonato nella battaglia, il blu Orione — fra le stelle perduto. I trasporti ringhiano nell’oscurità e fiammeggiano gli occhi del crematorio.
È umido, soffocante. Il sonno è una tomba. Il mio respiro è un rantolo in gola. Questo piede di piombo che m’opprime il petto è il silenzio di tre milioni di morti.
Notte, notte senza fine. Nessuna alba. I miei occhi sono avvelenati dal sonno. La nebbia cala su Birkenau, come il giudizio divino sul cadavere della terra.
Tadeusz Borowski, KL Auschwitz
INFERNO
La Divina Commedia sarebbe un’opera di grande sensazione se Dante, invece che all’Inferno, fosse stato nei campi di concentramento.
Halina Szuman, Auschwitz, 1944
LE ARPE DI BIRKENAU frammento
[…] Le ruote s’affrettano lungo la rotta spingendo la vittoria del crimine: trasportano, trasportano la gente al gas, la gente al crematorio, la gente alla pira cosparsa di benzina. Il fumo fluttua, denso e immondo… Qui, uomini bruciano altri uomini.
E sui pali luminosi brillano i fili tesi. Queste sono le arpe di Brzezinka, le arpe di Birkenau.
Grazie, Angelo, per le toccanti poesie che sono soprattutto testimonianza. Purtroppo, direi, pensando alla causa storica che ha generato tanta letteratura in proposito.
Le poesie “La Shoah e la Memoria”, composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti di internati,
RispondiEliminaNOTTE SU BIRKENAU
Un’altra notte. Torvo, il cielo si chiude ancora
sul silenzio mortale volteggiando come un avvoltoio.
Simile ad una bestia acquattata, la luna cala sul campo —
pallida come un cadavere.
E come uno scudo abbandonato nella battaglia,
il blu Orione — fra le stelle perduto.
I trasporti ringhiano nell’oscurità
e fiammeggiano gli occhi del crematorio.
È umido, soffocante. Il sonno è una tomba.
Il mio respiro è un rantolo in gola.
Questo piede di piombo che m’opprime il petto
è il silenzio di tre milioni di morti.
Notte, notte senza fine. Nessuna alba.
I miei occhi sono avvelenati dal sonno.
La nebbia cala su Birkenau,
come il giudizio divino sul cadavere della terra.
Tadeusz Borowski, KL Auschwitz
INFERNO
La Divina Commedia sarebbe
un’opera di grande sensazione
se Dante, invece che all’Inferno,
fosse stato nei campi di concentramento.
Halina Szuman, Auschwitz, 1944
LE ARPE DI BIRKENAU
frammento
[…] Le ruote s’affrettano lungo la rotta
spingendo la vittoria del crimine:
trasportano, trasportano la gente al gas,
la gente al crematorio, la gente alla pira cosparsa di benzina.
Il fumo fluttua, denso e immondo…
Qui, uomini bruciano altri uomini.
E sui pali luminosi
brillano i fili tesi.
Queste sono le arpe di Brzezinka,
le arpe di Birkenau.
Zofia Grochowalska-Abramowicz, Birkenau, 1944
Angelo Marchese
Grazie, Angelo, per le toccanti poesie che sono soprattutto testimonianza. Purtroppo, direi, pensando alla causa storica che ha generato tanta letteratura in proposito.
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