domenica 9 giugno 2019

FAVARA SIGNIFICA TANTE COSE. Libro edito da "Spazio Cultura" Edizioni con foto di Angelo Pitrone e testi di Armando Sichenze, Salvatore Ferlita, Giuseppe Maurizio Piscopo, Andrea Bartoli

Prossimamente
il libro verrà presentato alla Farm Cultural Park di Favara
 e a Matera, capitale europea della cultura 2019




Foto di / Photography by Angelo Pitrone


Favara


Storia di una “rigenerazione possibile” The Story of the Regeneration of a Town in Sicily 
Testi di / Story by Armando Sichenze, Salvatore Ferlita, Giuseppe Maurizio Piscopo 
Con un contributo di / With the contribution of Andrea Bartoli



Favara, grosso centro della Sicilia occidentale in provincia di Agrigento un tempo noto per le sue miniere di zolfo e per le concerie, da Pirandello additato quale “paese d’assassini, dove ammazzare un uomo era come ammazzare una mosca”, negli ultimi anni ha cambiato pelle. 

Fino a qualche anno fa era soltanto una città ferita e paradossale, protetta da palazzoni orrendi e mai terminati (inquietanti mura di cinta), tirati su alla stregua di blasfeme e inconcludenti torri di Babele, con un centro storico polverizzato, privo quasi della sua memoria millenaria di pietre, malta, coppi. 

Ma dalla piaga ulcerosa di un tessuto urbano brutalizzato in nome dell’incuria, dell’ignoranza e del malaffare, è venuta fuori di recente, come prova a raccontare questo libro, una sorprendente escrescenza. 

Il suo cortile più caratteristico, una sorta di matrioska araba di viuzze e piccoli slarghi, ha infatti conosciuto ultimamente un’inattesa e straniante ribalta, trasformandosi in un museo, una galleria d’arte, una residenza per artisti. 
E come un virus che si propaga, in forza però di un virtuoso effetto domino, in altri luoghi di Favara le rovine stanno accogliendo a braccia aperte la rigenerazione possibile.



Da dx: Angelo Pitrone, Salvatore Ferlita, Giuseppe Maurizio Piscopo, Armando Sichenze



Angelo Pitrone (Agrigento 1955), si occupa di fotografia fin dagli anni Settanta. Negli anni Ottan- ta pubblica un volume sul territorio di Agrigento: Viaggio nella Sicilia di Pirandello, per l’editore fio- rentino Vallecchi (1984), e, più avanti, l’album fotografico Palermo Bandita (Sciascia Ed.1997), con un testo di Giuseppe Tornatore.
Le immagini di Palermo rappresentano un momento di svolta, di passaggio tematico e di stile della sua fotografia, che si concentra soprattutto sulla Sicilia, terra dove ha scelto di vivere e di lavorare. Nel 1998 appare Pirandello e i Luoghi del Caos (Sciascia Ed. 1998), con lo scrittore Matteo Collura, sul paesaggio del Caos, esponendo per la prima volta una mostra fotografica nella Casa Natale di Luigi Pirandello. Altri titoli: Solarium (Epos, 2001), L’iso- la del mito (Regione Sicilia, 2000), I luoghi del romanzo (Sciascia, 2004), Linea di terra (Edizioni di Passaggio, 2005), Migranti (L’Epos, 2006), Viaggio d’acqua (Edizioni di Passaggio, 2006), La cit- tà degli angeli (Sciascia, 2006), Convivio (L’Epos, 2007), Berlino, oltre il muro (Plumelia, 2009), Mi- granti (Ezio Pagano, ed. 2009), Palermo Cordoba andata e ritorno (Ezio Pagano ed, 2011), Cefalù(Sciascia, 2012).
Dal 2001 al 2008 ha insegnato “Storia e Tecnica della Fotografia” presso la facoltà di Lettere dell’U- niversità di Palermo. Hanno scritto di lui: Giuseppe Tornatore, Edith de La Héronnière, Matteo Col- lura, Roberta Valtorta, Diego Mormorio, Giuliana Scimè, Gaetano Savatteri, Andrea Camilleri, Melo Freni, Francesco Calabrese, Maurizio Calvesi, Renato Tomasino, Aldo Gerbino, Enzo Lauretta, Pip- po Pappalardo. Sue principali mostre personali: Grosseto, Milano, Assisi, La Spezia, Palermo, Agri- gento, Roma, Mantova, Mendoza, Berlino, Vézèlai, Parigi, Cordoba.

Armando Sichenze. Nato a Roma vive al Sud. Ordinario di Progettazione Architettonica e Urba- na in quiescenza. Molti PROGETTI con Ina Macaione sono pubblicati in Scrivere architettura. Multi- scalarità e progetto/Writing architecture multiscale and design/表述建筑学与构建空间 (FrancoAngeli 2013). Altri volumi più recenti: Architettura vs nichilismo (Mimesis 2011); Dentro Matera/Into Matera(Giannatelli, 2014); Architetture clandestine/ Secret architecture, Viaggi nelle 131 città-natura della Basilicata (Giannatelli, 2017); il romanzo Stelle di giorno (Spazio Cultura Edizioni 2018)

Salvatore Ferlita, nato a Palermo nel 1974, è professore associato di Letteratura italiana contem- poranea presso l’Università degli studi di Enna Kore, dove insegna, Letteratura italiana contempo- ranea e Composizione in lingua italiana. Dirige la scuola di attori a indirizzo classico contempora- neo e comico popolare, presso il teatro “Agricantus” di Palermo ed è direttore artistico del teatro “L’Idea” di Sambuca di Sicilia.
Critico letterario e saggista, presidente del premio “Sciascia-Racalmare” e membro della giuria del premio letterario internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa”, è responsabile di diverse colla- ne editoriali e ha partecipato in Italia e all’estero a convegni, tavole rotonde, seminari. Da anni col- labora a “la Repubblica” (edizione siciliana) e al mensile “Segno”.
Ha scritto, tra l’altro, I soliti ignoti (Dario Flaccovio, 2005), con la prefazione di Andrea Camilleri,Sperimentalismo e avanguardia (Sellerio, 2008), Novecento futuro anteriore (Di Girolamo, 2009),Contro l’espressionismo. Dimenticare Gadda e la sua eterna funzione (Liguori, 2011), Le arance non raccolte. Scrittori siciliani del Novecento (Palumbo, 2011), Alla corte di Federico (Bonanno, 2012),Non per viltade. Papi sull’orlo di una crisi (Mimesis, 2013), Palermo di carta. Mappa letteraria della città (il Palindromo 20013), La fine del tempo. Apocalisse e post-apcalisse nella narrativa novecen- tesca (FrancoAngeli 2015) assieme a Fabio La Mantia, Letture ricreative. Traiettorie e costellazioni letterarie (il Palindromo 2016).
Con Giuseppe Maurizio Piscopo di recente ha curato il volume Merica, Merica. Viaggio verso il nuo- vo mondo (Sciascia 2015) e ha pubblicato il volumetto La maestra portava carbone. Quando la Scuola diventa cattiva (Torri del Vento 2018).

Giuseppe Maurizio Piscopo (nato a Favara l’8 Marzo del 1953) è maestro elementare presso la scuola Raffaello Lambruschini di Palermo. Ha collaborato per un decennio con Radio Rai Sicilia e ha pubblicato, tra l’altro: Il Cinema, i bambini e la Sicilia (Provincia Regionale di Palermo 1998), Il Maestro dei sogni (Teatro della Posta Vecchia 1999), Palermo d’inverno (Casa Museo Antonino Uc- cello Palazzolo Acreide 2000), Musica dai saloni (Casa Museo Antonino Uccello 2008), Serenate al chiaro di luna (Nuova Ipsa Editore 2011), Merica, Merica. Viaggio verso il nuovo mondo con Sal- vatore Ferlita e le foto di Angelo Pitrone (Sciascia Editore 2015), Sogni e Passioni (Medinova Edi- tore 2017), Le Avventure di Lino Panno (Qanat Editore 2017), La maestra porta carbone con Sal- vatore Ferlita (Torri del Vento Editore 2018). Il vecchio che rubava i bambini (Aulino Editore 2019). Tra i suoi dischi: TolìTolì (Fonit Cetra Torino 1978); Storie di un Maestro (Teatro della Posta Vecchia 1999); SintìtiSintìti (Produzione artistica Compagnia Popolare Favarese 2003), Viaggio con Marile- na Monti (Phonotype Record Napoli 1986); Barberìa (Officina Teatrale Roma 2014). Ha ricevuto di- versi riconoscimenti, tra cui il premio “Magister Vitae”a San Vito Lo Capo e il Premio Benemeren- za Città di Favara.



© 2019 Spazio Cultura Edizioni S.r.l. cm 29,9x19,7 pp. 148 brossura, € 48,00
ISBN: 978-88-99572-35-8
page1image1797568Spazio Cultura Edizioni S.r.l. | v. Marchese Di Villabianca 102, - 90143 Palermo (PA) www.spazioculturalibri.it | P.Iva 06016700822







Testo redazionale Spazio Cultura Edizioni  in inglese




Favara, a major urban center in Western Sicily, lying in province of Agrigento, was once known not only for its sulphur mines and tanneries, but also, as Pirandello pointed out, as “a town of assassins, where to kill a man was no different than killing a fly.” Recently, Favara has gone through a transformation. 
This town had become a wounded place full paradox; a historic center pulverized, erasing thousands of years of memories held in tile, mortar, and stones, and then barricaded behind a disturbing wall of enormous, unfinished buildings.
From the ulcer created by the plague of neglect, ignorance, and criminality has sprouted something special, which this books details; a museum, an art gallery, and a residence for artists have emerged in the most characteristic areas of the town, creating a sort of Arabic matryoshka of alleyways and courtyards that possess a vibrancy that was once unimaginable here.
The energy has been contagious, and has extended out into other places in Favara, where the ruins are slowly returning to life, now that regeneration has become possible.


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