sabato 22 ottobre 2016

IL PADRE NON ERA DI SETÚBAL. Eduardo racconta: non un semplice viaggio in paese


Eduardo ai piedi della scalinata del Monte, teatro ogni anno della festa principale del paese

Da ventiré anni risiede in Portogallo, e da una decina d'anni non tornava nel paese di origine dove ancora vivono i genitori, tanti amici, e vi sono custoditi tanti ricordi (alcuni li conosciamo anche per averli letti nei post che Eduardo ha pubblicato in questo blog). 

Nel frattempo, a Setúbal, una bella cittadina che si affaccia sull'Oceano Atlantico, ha preso moglie e ha avuto anche due figli, Ciro e David. Bambini piccoli e impegni vari facevano sfumare ripetutamente un recondito desiderio: ritornare in paese anche per farlo conoscere alla nuova famiglia. 

Dopo alcuni rinvii finalmente, Eduardo ce l'ha fatta. 

In paese, un mare di sensazioni, si capisce, è naturale, in parte prevedibili, cosa non si prova in questi casi tra festoso commosso commovente!, ma una in particolare ha sorpreso lui stesso. Me ne aveva accennato in una conversazione in chat. 

L'ho invitato a riferirne più distesamente e ora possiamo leggere la seguente, toccante testimonianza.  

Davanti una delle case dove ha abitato in paese
Sai che il mio David ( il più piccolo) aveva paura che rimanessi in paese e che lo lasciassi partire insieme alla mamma e al fratellino?
i bambini "sentono" i battiti del cuore
David ha intuito che le tue radici sono qui
Eccome!!


Il padre non era di Setúbal
di
Eduardo Chiarelli

Il piccolo David non aveva ancora compiuto sei anni quando scoprì che il Padre non era di dove aveva sempre creduto che fosse.
Lo aveva capito durante le ultime vacanze trascorse in Sicilia.
E quella inaspettata scoperta lo aveva turbato così tanto da indurlo a pensare che finite le ferie, il Padre se ne sarebbe potuto rimanere nel paesello dove era nato, lasciando partire lui, la Mamma e il fratellino.


Una notte arrivò al punto di chiederglielo direttamente, e nonostante il genitore lo avesse rassicurato che ciò non sarebbe mai successo, David per sicurezza cominciò a seguire il Padre dappertutto, incollandosi a lui come una patella si attacca allo scoglio.

E così, i due, di mattina, prima che cominciasse a “famiari” (infuocare) e poi di nuovo all'”arrifriscata” (quando rinfresca), tenendosi per mano, percorsero quel dedalo di strade, cortili e viuzze di cui il paese era composto.
Gli piaceva camminare insieme al Padre, ma sopratutto gli piaceva vederlo così contento ed eccitato.

Bastava un portone, una scalinata, un'inferriata per accendergli i ricordi e cominciare a narrare storie, aneddoti, episodi, alcuni tristi altri divertenti, ma raccontati sempre con ugual passione.

Con gli amici al bar

Poche volte lo aveva visto così entusiasmato, parlava senza stancarsi e ad ogni passo gli faceva notare particolari a cui lui non aveva fatto caso, gli spiegava per esempio che quei misteriosi fori circolari che si vedevano nella parte inferiore delle porte antiche, servivano per i gatti poter entrare ed uscire di casa a qualsiasi ora del giorno e della notte.

E quegli anelli che pendevano dai muri servivano per legarvici i cavalli, e ancora, che quelle strane lame di ferro infisse a terra, servivano per raschiar via il fango dalle scarpe, prima di entrare in casa.

ph Eduardo Chiarelli


Insomma David era più che mai convinto che il padre apparteneva a quei luoghi, e che nonostante il paese dove vivevano fosse molto bello e abitato da persone pacifiche e simpatiche… non era il suo.

C'erano nel borgo anche molte case diroccate, e sapendo che in quei giorni c'era stato un terribile sisma, il piccolo domandò, se quelle case era stato il terremoto a farle cadere, ma il genitore facendosi improvvisamente scuro in viso, rispose che a farle cadere, era stata l'incuria degli uomini, e nel dire ciò si curvò, prese una pietra in mano e quasi accarezzandola per sentirrne il calore, cominciò a spiegargli che ognuna di quelle pietre raccontava da quale contrada proveniva.


Dinanzi al quadro dell'arciprete pittore Alfonso Puma.
Dall'archivio di Eduardo Chiarelli


Questa per esempio diceva: viene dai terreni che si trovano attorno al “Castelluccio”, la chiamavano “Babbaluciara” per via dei buchi, ed era la preferita dai muratori perché piuttosto leggera e facile da incastrare.
Quest'altra bianca e massicia invece, proviene da “Garamoli”, mentre quell'altra ancora, che brilla perché tempestata di cristalli di gesso, proviene dalla zona compresa tra il “Firraru” e “Sacchitello, e gli spegó pure, che tutto quel materiale era stato trasportato su dei carretti con grande fatica e sacrificio di uomini e animali.

I doni di Eduardo "fatti" con le sue mani e la sua fantasia

Per David era difficile immaginare tali cose, aveva visto di recente la loro casa esser costruita con macchine, manovrate con il telecomando. 
Ma il Padre continua a raccontargli tutto ciò che sa su quel paese, non per farglielo piacere, (per quello bastano i gelati e i taralli) ma per farglielo entrare ne sangue, perché quello non è un paese da fare invaghire, ma da far innamorare, di quell'amore che non ci si toglie mai più di dosso.

E se un giorno divenuto uomo sentirà il bisogno di ripercorrere quei vicoli, allora sarà come se il suo Papà quel paese non lo avesse mai lasciato.

 
Eduardo con la famiglia e altri amici sotto il pino allo Zaccanello











ph ©pierocarbone
ph ©eduardochiarelli





8 commenti:

  1. Ho lasciato Racalmuto ventisei anni fa, e in tutti questi anni non c´e stato giorno in cui non lo abbia pensato, nominato e sognato. A proposito di sogni, giorni prima di venire ho avuto un incubo, un bruttissimo incubo.Ho sognato che arrivato in paese nessuno si ricordasse piú di me! ne amici ne compagni di scuola ne vicini ne colleghi di lavoro, nessuno! Fortunatamente nulla di ció é successo, anzi! Oltre alle persone che conoscevo, ho fatto tantissime altre conoscenze e addirittura amicizie. Ma colui che ha reso possibili molti di questi incontri e che non potró mai ringraziare abbastanza e Il mio Caro e ormai fraterno Amico Piero Carbone, con il quale ho passato i momenti piú belli di quei giorni. Belli perché semplici disinteressati e sinceri. Spero il prossimo anno di ritornare insieme alla mia famiglia e riabbracciare una ad una tutte quelle persone, che pur non compiendo gesti teatrali hanno il dono di farci sentire speciali.

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  2. ciao eduardo non smettere mai di parlare dei nostri luoghi ai tuoi figli finche non camminano da soli con le proprie gambe ed anche dopo io lo fatto con i miei figli e continuo a farlo ed ogni anno li facevo visitare un angolo della nostra sicilia ed sono fiero dei miei figli che amano i nostri luoghi come se avessero vissuto li mia figlia per esempio a luglio non e potuta scendere come ogni anno ed allora la settimana scorsa e scesa solo per tre giorni perche ci mancava l'aria dei nostri luoghi ed li chiacchierati cu li amici parenti e paisana

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  3. Le radici certezza immortale dell'anima di un essere e del sangue di una stirpe. Battiti che vibrano senza scostare mai il suono delle proprie strade dalle orecchie, odori che attraversano le narici e ricordano le spezie, le feste ed il quotidiano. Si intrecciano in questo racconto il passato, il presente ed il futuro sia come luoghi e tempo sia come scambi generazionali e tu in mezzo a tutto ciò come protagonista assoluto ed indiscusso che fa da perfetto collante. Ancora una volta emozioni trasmesse e mentre leggo e scrivo osservo il flauto nella mia camera e penso al suo lungo viaggio, al lavoro che ci sta dietro, alla storia di tutto ciò e a quanto una terra possa chiamare, possa far sentire con prepotenza la sua supremazia nelle radici di un uomo, tali da farle sentire al tuo splendido bimbo, da far vibrare anche lui in un vortice travolgente di un'immensa densità di emozioni . Grazie Eduardo per questa condivisione e grazie anche a Piero Carbone da Racalmuto per averlo reso possibile.

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  4. Carissimo Eduardo,nonostante la mia età che è uguale alla tua, devo ammettere che certe cose non le sapevo neanch'io (che qui ci sono nata ,cresciuta e di certo ci morirò) oltre tuo figlio .Per esempio quel pezzo di ferro piantato a terra che serviva a raschiare il fango dalle scarpe,io pensavo servisse anche questo per legarci i muli così come l'anello ai muri fuori le porte. Mi ha commosso tantissimo quel passo in cui spiegavi a tuo figlio la provenienza di quelle pietre diroccate . Li ci ho letto tutto l'amore che provi per questo paese che hai lasciato, pur amandolo, perchè ne conosci anche i sassi, per te preziosi. Tuo figlio ha capito fino in fondo questo tuo amore e ha temuto di perderti, ignorando che l'amore che hai per lui è infinitamente più prezioso e più grande, solo perchè quei momenti che hai trascorso qui ,dopo tanti anni di desiderio di tornare ,erano solo tuoi e tuo figlio ti ha sentito distante anche solo per un attimo provando timore. Io ho avuto il piacere di poterti offrire un caffè e credimi, che se anche non ci eravamo mai visti prima o almeno io non mi ricordavo di te,chiacchierare con te e con la tua splendida famiglia è stato come chiacchierare con dei carissimi amici di vecchia data. Il prossimo anno hai scritto che vuoi ritornare. Io me lo segno come una promessa. Il prossimo anno voglio rivedervi perchè è stato bellissimo conoscervi e accorgermi, dopo un attimo che ve ne siete andati, che vi voglio bene come si vuole bene ai propri cari. Rita

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  5. Che dire Racalmuto è un fatto "viscerale" e vederlo appassire giorno per giorno e con il Paese una parte di noi .
    Leggerti è una iniezione di vita è un ravvivare la pianta della memoria.
    Continua Eduardo

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    1. Caro Lillo, hai perfettamente ragione! Racalmuto é un fatto viscerale! e questo é ció che abbiamo in comune tutti i Racalmutesi. Prendi noi due per esempio, non ci siamo mai incontrati personalmente , eppure parlando ho scoperto che tuo cognato era un mio lontano cugino, e che mio nonno con il tuo Papá erano grandi amici! Vedi? siamo "Paisani" tutti legati a doppio filo!, e questo dovrebbe servire da sprone per far si che Racalmuto non appassisca e muoia! "Le cose che ci uniscono sono piú di quelle che ci dividono".

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  6. Ton histoire me touche beaucoup,on ressent l'amour que tu porte pour ton pays,et surtout pour tes fils.
    Moi je ne suis pas Racalumutese, mais je comprend parfaitement l'amour que tu ressent. Après tant d'années que je passe mais vacances en Sicile je suis aussi amoureuse de ce pays où j'ai connue plein de personnes chaleureuses,accueillante,le pays au quel mon mari est tellement attaché,q'il ma passé sa passion.J'espere de te revoir chaque année avec ta famille,tu es un homme bien,plein de talents,tu m'étonnes à chaque fois.Rita

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  7. Cher Eduardo,ton écrit m'a beaucoup plu ,on ressent vraiment tout l'amour pour ton pays et ta famille ,moi je ne suis pas une Racalmutese,mais après tant de vacances passée dans ton beau pays,je comprend tout la passions que tu lui porte,aussi Antonio m'as sûrement aidé à aimer la Sicile ,j'espère de te revoir chaque année pendant les vacances,j'aime bien de passé des soirées avec toi et ta famille,tu m'étonne à chaque fois avec tout tes talents comme de nouveau avec le texte.Auguri !continua !

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