martedì 7 ottobre 2014

UNA DOMENICA AL MASSIMO



Un'amica musicista mi invita ad andare al Teatro Massimo di Palermo per assistere ad una manifestazione intitolata SOUNDS OF(F) SICILY SICILY OF(F) SOUNDS. Mai sentito prima: mi riferisco al titolo. 

Ci sarebbero stati 300 musicisti ad esibirsi dentro e fuori il teatro, sotto i portici e non solo. Corro. 

Uno spettacolo insolito ma sicuramente carico di tanti significati. 

Chiedo lumi alla mia amica Gisa Messina che mi invia un link con una breve precisazione: "questo rende l'idea...". E' vero. 

Spontaneamente, e non a parole, ne avevo già fatto un libero resoconto fotografico con didascalie liberissime. Quasi di fantasia.

Realmente i sensi impegnati, tutti e cinque: grazie anche alle caldarroste. 




Il link con il  rinvio al post che illustra l'evento









Suonare bendati



Non vedere chi suona



Non vedere chi ascolta




Effetto diapason





Musica dentro





Musica fuori







Scale musicali








In-solite note







Il solito cartellone






Il solito prato





Le solite statue 






Il solito cielo




Il solito fumo 








 Una domenica d'autunno







Piovosa Palermo








Che fascino però!






SUGGESTIONI DI MARIA LUISA NUCCIO



E alla fine una pioggia battente, certamente non provvidenziale, sembrò quasi voler spazzare lo sporco di questa città sporca, così come noi SUONO avremmo inteso suggerire una pulizia del paesaggio sonoro...


SONO suono, ciascuno di noi lo è, un proprio, singolo suono eseguito con il proprio strumento, quasi una propaggine...cammino lentamente, per la piazza o la scalinata del Teatro, suono piccolo, scelto, voluto, ripetuto, e partecipo di un'operazione di DESIGN sonoro...all'interno, su in cima alle scale, nel foyer, un gruppo formato da alcuni di noi e da alcuni musicisti professionisti, tutti bendati, indossa magliette colorate e compone la scritta

SOS
SOUNDS OF(F) SICILY
SICILY OF(F) SOUNDS

uno di essi, vestito di bianco, il non colore, scandisce, al suono di un gong tibetano, i vari momenti della performance...ci raggruppiamo quindi nel pronao...suoni ancora ppp, quasi flebili...all'interno i solisti, sassofoni, oboe, flauti, contrabassi, voci, eseguono le loro parti, bellissime, a tratti dure o struggenti....poi i suoni diventano UNO, il SOL, fff per quindici minuti...vogliamo esserci, tutti, e con tutto il nostro essere, la nostra energia ormai stanca, ed essere/fare, insieme, per un obiettivo comune, che ci unisce, con esso coprire lo sporco, il brutto, il cattivo gusto e la diseducazione...il SOL diminuisce in intensità, a terrazze...poi si estingue del tutto...siamo immobili, strumenti in posizione, il non suono non ha corpo, i corpi non hanno più suoni... un momento magico...ed ecco affiorare, giù dalla scalinata, e tutt'intorno dalla piazza, il chiacchiericcio di cui prima non ci si accorgeva e che adesso quasi ci assorda, i rumori del traffico e di una città che tanti ne produce, troppi, incontrollati e svuotati di senso, quelli che ci rendono difficoltoso il sonno o lo studio, che impediscono la comunicazione e la concentrazione....siamo immobili e concentratissimi, statue mute consapevoli di ciò che siamo stati negli ultimi istanti, SUONO, e di ciò che non vogliamo più essere, fare, da ora in avanti...

È a questo punto che scatta l'applauso.










Foto ©pierocarbone























Nessun commento:

Posta un commento