martedì 14 ottobre 2014

LA MUSICA DEI CORVI


                               
Corvo in Sicilia, per come è emerso dalle cronache di intrighi e intrallazzi nei palazzi di potere che contano,  è emblematicamente sinonimo di traditore, spione, a suo modo vendicativo, anche involontariamente mestatore, fors'anche un poco giustiziere. 
Se vuol fare emergere verità nascoste, vere o presunte, lo fa strumentalmente. Gioca di sponda, come nel tavolo verde del biliardo: vuol mandare la palla in buca più per far perdere la partita agli altri che non per vincerla lui stesso ché in quanto anonimo non può intestarsi l'eventuale vittoria.
Una cosa è certa, colpisce alle spalle, rigorosamente in anonimo. 

E' una razza che mai si estingue, anzi, si rinnova serialmente e riemerge nei modi  e nei posti più inaspettati come corvo 1, corvo 2, corvo 3...  Anche il Vaticano non è stato esente.

Ma il povero uccello colpa non ha della mala accezione dovuta  alle pratiche delatorie, e sicuramente non la condividerebbe, condividerebbe invece altri accostamenti, e altre visioni, come quelle dello scrittore americano Edgard Allan Poe ad esempio che lo ha fatto simbolico messaggero in una sua poesia o dell'artista multimediale brasiliano Jarbas Agnelli che addirittura lo ha reso melodioso e musicale: altro che gracchiare! 

Verrebbe da dire, beh, questi sono i corvi che ci piacciono, quelli trasfigurati in note sui fili dell'energia elettrica o quelli letterari, circonfusi di filosofico mistero che fanno riflettere e meditare sul senso dell'oltre e vanno ripetendo, ossessivamente, "Mai più!".

"Allora, quest'uccello d'ebano, inducendo la mia triste fantasia a sorridere,
con la grave e severa dignità del suo aspetto:
« Sebbene il tuo ciuffo sia tagliato e raso - io dissi - tu non sei certo un vile,
« orrido, torvo e antico corvo errante lontanto dalle spiagge della Notte
« dimmi qual è il tuo nome signorile sulle spiagge avernali della Notte!"
Disse il corvo: « Mai più ». (1)

[...]

- « Sia questa parola il nostro segno d'addio, uccello o demonio! » - io urlai, balzando in piedi.
« Ritorna nella tempesta e sulla riva avernale della notte!
« Non lasciare nessuna piuma nera come una traccia della menzogna che la tua anima ha profferita!
« Lascia inviolata la mia solitudine! Sgombra il busto sopra la mia porta!
Disse il corvo: « Mai più » [...]


(1) In inglese è «no more» che ha molto del gracchiare del corvo.

Da "Il covo", traduzione di Antonio Bruno: http://www.freaknet.org/martin/libri/Poe/corvo.html
Edizione digitale preparata da Martin Guy




Anche i corvi possono trasformarsi in note musicali! 

Favoloso!


















Per ascoltare la musica "dei corvi", cliccare il link:


oppure


Photo credit: Screen capture dal video Jarbas Agnelli. 

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