lunedì 18 febbraio 2013

SU LOUISE HAMILTON CAICO, PADRE BUFALINO E DINTORNI. Polemiche? No, chiarimenti.


 



Carissimo Piero, ho letto il blog di Taverna ed ho pensato di replicare al suo scritto.
Ciao Federico

 

 Federico Messana

In riferimento al testo pubblicato da

 Calogero Taverna

 in data 13 febbraio 2013



Ho letto con attenzione l’accorata difesa dello storico Taverna di questo famoso (come dice lui) o famigerato (come da tradizione) padre Bufalino.

A me pare che, come successe a Sciascia, anche Taverna sia stato pizzicato nel vivo, quando il campiere Augello riferisce a Luisa Caico che quel prete, padre Bufalino, che aveva fatto da guida al castello, non fosse certo in odore di santità e che era la persona più intelligente di Racalmuto! 
Uno scivolone grottesco perché, a mio giudizio, la Caico, non essendo del posto né tantomeno una storica, ha riferito ciò che la guida gli suggeriva: e di lui si fidava ciecamente, “strusciamenti” a parte.




Quando un po’ prima del 1980 (se non ricordo male) andammo a trovare Sciascia alla Noce per sottoporgli parte della traduzione del libro della Caico, nel caso volesse scriverne una prefazione, prese tempo e poi non fece nulla. 
Pubblicò invece la prefazione al libro di Tinebra (che Taverna acclude al suo scritto) e si limitò (offeso) a dissertare sull’intelligenza dei racalmutesi. Non parla invece minimamente del prete Bufalino, di cui “non gliene fregava niente”. 
Padre Bufalino sarà stata la persona più brava ed integerrima del circondario, ma di certo circolavano dicerie sul suo conto in senso contrario. Non ho alcun interesse a volere difendere la Caico, ma sembra chiaro a tutti che riferisce una “vox populi” e nient’altro. Non aveva interesse a modificare la realtà.

Vorrei fare presente poi allo storico Taverna che il marito di Luisa, Eugenio Caico, non era implicato in guai giudiziari o di qualche omicidio. La Caico drammatizza il racconto dicendo: “Hanno arrestato il sindaco”, accusato di avere sparato all’avvocato Morreale. L’accusato non era il marito Eugenio ma il cognato Federico (poi scagionato).

 L’interessante carteggio pubblicato dal bravo Piero Carbone, che ringrazio, sul suo blog (si trova naturalmente anche sul mio sito www.messana.org) è storia vera, seppur romantica, tra la Caico e lo scrittore De Gubernatis, prima ancora che la stessa giungesse a Montedoro. Sono a disposizione per fornire i relativi documenti autografi.
Tanto dovevo per mettere ordine allo scritto di Calogero Taverna, che saluto con simpatia. 
Anch’io sono di Montedoro, e se lui è cugino di Nicolò Falci, lo stesso è mio cugino: che coincidenza!

   



Le foto di Louise Hamilton Caico ritraggono alcuni monumenti di Racalmuto  all'inizio del 1900 e sono esposte alla mostra di Montedoro curata da Calogero Messana (riproduzione - molto approssimativa -tramite fotocamera di cellulare)



3 commenti:



  1. Riporto un inedito documento sul sac. Giuseppe Bufalino.

    "Il giorno 21 Dicembre 1895 fui ordinato Sacerdote dalla buona anima di Monsignor D. Gaetano Blandini vescovo di Girgenti, come novello sacerdote, venuto in Racalmuto il giovedì 26 Dicembre andai a celebrare nella cappella privata della Signora Baronessa Antonina Bordonaro ved: Illuminato Grillo con questa occasione mentre la Signora mi ringraziava e mi offriva un tazza di caffè mi faceva nota che era pronta sborsare lire duemila per completare la Chiesa S. Francesco, cioè l’atrio chiuderlo e fare unica chiesa, io allora non ero rettore della Chiesa, nel mese di Maggio mentre mi trovava nella sacrestia della Chiesa S. Francesco a discorrere con il Rendo Sac: Giuseppe Bufalino allora Rettore, mi sento dire, se volete vi cedo il posto, io gli risposi, accetto se non per altro perché vicino alla chiesa, sapendo quanto era povera e derelitta. Fui eletto dal Consiglio Comunale Rettore in data... e confirmato da Mons. Vescovo Blandini in dì ... "
    Sac. Giuseppe Cipolla, Cenni Storici della mia Chiesa S. Francesco. Memoria Chiesa S. Francesco. Manoscritto

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  2. Riporto da fb un commento destinato al post "Su Louise Hamilton Caico, Padre Bufalino e dintorni. Polemiche? No, chiarimenti".

    Mi trovo mio malgrado attaccato da tal Messana un quivis de populo montis aurei
    Ha sbagliato e di grosso l’amico Carbone. Doveva mandare il maldestro post al mittente. Non si pubblicano attacchi ai colleghi.
    Ho cercato di rispondere in calce al post di Carbone: non sci sono riuscito. Pubblico qui la mia subitanea frecciata.


    M pare che lo scivolone l’abbia fatto codesto Messana di Montedoro. Credo di dimostrarlo ampiamente nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO ed anche in fb. La gente deve abituarsi a ponderare quello che le viene in mente per accidia culturale ed astenersi al fare esternazioni autolesioniste.
    Tanto per essere chiari mi riferisco a queste sublimità.
    Calogero Taverna né storico né campanilista.


    E questa lettera di padre Cipolla con padre Bufalino non ci azzecca proprio. Magari porta acqua al mulino di padre Bufalino (nato a Montedoro): anche per questa via l’ex francescano non appare quel manigoldo dallo spadino facile che vorrebbe accreditare lo stalliere di lady Chatterley di Montedoro.

    Calogero Taverna

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  3. Se ho sbagliato e di grosso, me ne scuso, sinceramente non volevo.
    Ho semplicemente pubblicato le osservazioni di Federico Messana alle osservazioni di Calogero Taverna di cui riporto, per correttezza di informazione, il link del suo post su Padre Bufalino.
    Non voleva essere un colpo maldestro, tanto che ho preavvisato telefonicamente l'amico Calogero. Non voglio certo alienarmi i suoi apprezzamenti e le sue simpatie.
    Né d'altra parte potevo rinviare il commento di Federico al mittente. Praticavo una censura? In fondo Federico Messana cita semplicemente la Caico che nel suo libro riferisce, secondo la voce popolare, una diceria su Padre Bufalino; Calogero Taverna dice essere infondata tale voce e non suffragata né da documenti né da altre testimonianze.
    Il Messana ne prende atto e nulla di più, né credo si offenderà se la testimonianza di Padre Cipolla non fa menzione della presunta ribalderia di Padre Bufalino che, anzi, appare generoso con la sua disponibilità a cedere spontaneamente la chiesa di San Francesco al giovane sacerdote Cipolla.
    In tutto questo io ci vedo il lato positivo: a partire dalla Caico si è avuto modo di riflettere su un aspetto della nostra piccola storia interpaesana altrimenti negletta.
    In fondo, Federico Messana fa per Montedoro il corrispettivo di quello che fa Calogero Taverna per Racalmuto: suffragare tesi di ricerca storica con documenti di prima mano, inediti e inaspettati. Non è reciprocamente meritorio ciò, al di là di qualche lieve divergenza interpretativa?
    Per non dire della vicenda sulla prefazione al libro della Caico con una richiesta andata a vuoto: ci offre spunti di riflessione sul comportamento o se si vuole sull'atteggiamento di un personaggio di alto calibro che pur mostrerà interesse alla microstoria del Tinebra Martorana, ma anche quella di Louise Hamilton Caico lo era.

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