domenica 16 dicembre 2012

VRICCÌCO E COZZO DELLA PERGOLA



Con le spalle rivolte alla rocciosa e seghettata Serra di don Liddru, alzando lo sguardo si vede il Cozzo della Pergola, Cuòzzu di la Prièula, il cui profilo ondulato richiama vagamente due confluenti mammelle. Le colline che si rincorrono, con il loro gioco di linee, sembrano immagini in dissolvenza.  Sullo sfondo, ancora più in alto, su un tondeggiante monte, il Castelluccio.
È una zona a tratti brulla che pullula di miniere e di casolari abbandonati. Ma all'apparente aridità del suolo fa riscontro una immensa e in parte non più sfruttata ricchezza nel sottosuolo ricco di minerali geminati e stratificati a banchi: salgemma, kainite, camallite, zolfo, etc.

Si trovano, ma sarebbe meglio dire si trovavano, anche i "brillanti": cristalli di sale, di zolfo, di celestina, dalle geometriche e iridescenti sfaccettature.



Nella digradante collina la contrada prende nome Vriccìcu: nella distesa accidentata d'imprevisti i cacciatori vengono ad addestrarvi i cani.  



 Foto di Angelo Cutaia
Foto di Angelo Cutaia






4 commenti:

  1. Postato su Facebook da Tina Ferlisi:

    Bellissimo articolo! Bella la descrizione dei luoghi dove io bambina ho trascorso tante estati ! Peccato sia difficile arrivarci.

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    1. Bei Ricodi
      Guardando quei rigonfiamenti su quella collina rievocano alla mia mente tanti ricordi.
      Nel lato Sinistro Del Profilo ondulato(guardando diritto)Si scorge ancora una wecchia cascina armai diroccata che fu il centro della mia fanciullezza 60 anni or sono da quel meraviglioso Pendio, si scorgeva,e si scorge ancora, un bellissimo panorama; Cuozzutunnu,Milocca,Sutera con la sua montagna.giu in fondo lu vaddruni,e poi su per la collina c`e la purteddra, da li si scorge il panorama del paese per intero
      Da lato posteriore un sentiero porta a sacchitieddru,nel mezzo del quale c´era un largo burrone da cui mi divertivo ogni vola che passavo di buttar una pietra giu,guardandola girozzolare fino in fondo, in fondo ad essa sul lato sinistro c`era una fossa in cui gocciolando l´acqua della sorgende,che si accumulava, e noi,e altri attingevamo per i bisogni domestici QUELLA ERA LACQUA DI LU COZZU A PRIEULA; che poi si è seccata.
      Giu sotto la Roba (Cascina) dove abitavamo, c`erano alcune serre per l`orto e piu giu la vigna, accabto cerano alberi da frutta Sorbe, nespole,pere albicocche e molti alberi di mandorle,Quanti bei Ricordi!
      Quanti ricordi di Persone che non ci sono più, Ragazzi con cui Giocavo,Persone che mi hanno Cresciuto,Vicini che mi hanno voluto bene,persone che mi hanno insegnato a vivere.
      VIRCICU.. Quanti ricordi,Quanti ricordi di Gioventù,tutto passa e non torna più,Sono passati Generazioni persone che ti hanno Amato. Ma tu resti li! Tanta gente senzaltro ti a voluto bene,e tanti hanno fatto ripensamenti su di te. Ma tu sei li: Ormai solo e abbandonato, non c è più allegria e luci di CITALENE per illuminare le doci e serene sere d`estate,e il canto dei contadini che lavorano il canto che si levava dalle Aie mentre trebbiavano il grano. tutto e silenzioso tutto e rimasto un ricordo, Si tutto è rimasto un ricordo per chi a vissuto con te,in parte o tutta la vita con te.
      Vircicu ti ricordo sempre.Sei nel mio Cuore.

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  2. Era in questi luoghi che con i miei Nonni materni, passavo le vacanze scolastiche. Non c´era elettricitá, né acqua corrente, eppure, incredibilmente tre mesi volavano.
    I giorni giocando, esplorando la natura e aiutando i miei Nonni. Le notti, seduti sulla "Ittena"immersi nell´oscuritá, guardando il cielo o le luci di Sutera e Milena, che tremule brillavano a distanza.
    Ricordo la mia Bisnonna," la Mamma Annú " che con quasi ottant´anni veniva a farci visita dal paese. Veniva prestissimo a piedi, e arrivava incredibilmente fresca e riposata, rimaneva un pó e poi andava via, e quando i miei Nonni la esortavano a prendere l´autobus lei rispondeva: " E com´é lu paisi druocu propria é! m´allavancu di druocu sugnu a Vriccicu, e a dú ammariati sugnu a lu paisi".
    Fú Gina, la mula , che con il suo scalpitare concitato una notte ci sveglió. Mio Nonno aveava lavorato in miniera e sapeva che quando gli animali fanno cosí qualcosa non vá, cosí ci fece uscire di casa e un istante dopo sentimmo una vibrazione sotto i nostri piedi, accompagnata da un rumore sordo, come uno strappo. Eravamo spaventati , ma era buio e non capivamo.
    Bastó aspettare qualche ora per vedere ció che era successo. Una vecchia miniera di Salgemma era crollata, originando una voragine spaventosa, e aveva inghiottito tutto ció che c´era sopra, comprese vigne frutteti e una bella sorgente " la mia spiaggia" come la chiamavo.
    Sono passati quasi quarant´anni d´allora , e quella voragine oramai sembra far parte integrante di " Sacchitello" , l´acqua della sorgente che una volta si fermava nella "giebbia" che mio Nonno aveva costruito, adesso scende indisturbada fino
    al fondo della valle dando vita ad un canneto e ad un piccolo stagno, dove stormi di uccelli , all´alba e al tramonto vanno a bere. C´é tanta pace ora, in quei luoghi che io ho sentito lacerare. Come sarebbe bello se alle persone succedesse la stessa cosa.

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